L’Etruria

Redazione |

Chiusura Museo Diocesano: Il Direttore de L'Etruria anticipa ai lettori il suo editoriale del prossimo numero in edicola il 15 luglio

Chiusura Museo Diocesano: Il Direttore de L'Etruria anticipa ai lettori il suo editoriale del prossimo numero in edicola il 15 luglio

Ancora una volta il Vescovo non si smentisce e si muove come se il patrimonio della chiesa cortonese fosse di sua proprietà.

Non è la prima volta che si comporta in questo modo con la complicità e il silenzio delle istituzioni culturali, sociali e politiche cortonesi.

Questa volta il vice sindaco e assessore alla cultura Francesco Attesti rispondendo alla Nazione nella edizione di martedì 9 luglio ha dichiarato che la Diocesi non aveva in alcun modo avvisato del disservizio.

E’ la prima volta che l’Amministrazione Comunale “riprende” in qualche modo l’operato del Vescovo.

Da parte nostra dobbiamo fare alcune considerazioni spiacevoli perché, le azioni del Vescovo denotano una scarsa considerazione per la città e il suo centro storico.

Non dimentichiamo che in una visita pastorale fatta alcuni anni fa in una parrocchia della pianura ha sostenuto che il centro storico non ha più alcun valore non avendo nel suo interno una popolazione numerosa.

Il Museo Diocesano ha una visita annuale di oltre 25 mila visitatori.

Aver chiuso questa realtà culturale in un periodo di alta presenza turistica ha danneggiato l’immagine della città ed ha determinato numerosissime proteste dei turisti che erano venuti oltre che a vedere la nostre bellezze paesaggistiche e monumentali, anche le nostre opere e tra queste quelle presenti nel Museo Diocesano che è e rimane dei cortonesi.

I Vescovi passano, i beni della chiesa cortonese restano.

Poco importa se a l’uscita del giornale il Museo sarà nuovamente riaperto. E’ stato chiuso senza preavviso dal primo luglio. Se era necessario cambiare il gestore lo si poteva fare nei periodi invernali determinando in questo modo minore disagio.

Ma non è nuovo a questi atteggiamenti che sanno di prepotenza.

Nella democrazia, come è avvenuto in queste ultime elezioni amministrative, quando una Giunta non opera bene, l’elettore ne determina il passaggio di testimone all’altro schieramento.

Così non è nella Chiesa! Il vecchio adagio latino “Promoveatur ut amoveatur” qui non si può applicare.

Peccato!