L’Etruria

Redazione

Spartaco Lucarini: l’uomo della gioia e della preghiera, il giornalista e il politico, il padre

Come annunciato nel nostro servizio sulla cerimonia di ricordo in onore di Spartaco Lucarini pubblichiamo il testo integrale del bel discorso del Vescovo emerito di Lucca, Mons. Italo Castellani tenuto sabato 3 luglio al Teatro Signorelli di Cortona.

Spartaco Lucarini: l’uomo della gioia e della preghiera, il giornalista e il politico, il padre

Spartaco , mio cugino  in quanto  marito di Lalla, mia cugina e mia madrina di Battesimo:  a Lei mi uniscono quindi  legami di sangue ma anche legami sacramentali.

Questi legami sono la chiave di lettura della profondità di amore e gratitudine  che mi ha unito a  Lalla e  Spartaco lungo una vita:  legami che per la nostra fede nel Risorto sono eterni.

Per ricordare Spartaco,  il cui ricordo s’intreccia inevitabilmente con Lalla, scelgo il genere letterario degli “aneddoti”, la narrazione  di piccoli fatti  dei  vita quotidiana impressi nella mia memoria.

SPARTACO:

L’ uomo della gioia

Intelligenza  vivace e sottile,  in un volto permanentemente solare –il suo sorriso  unico e irripetibile- fondata su  una spiritualità semplice e profonda che traspariva senza alcuna  ostentazione da ogni suo gesto, sentimento e  parola.

Il mio primo ricordo di Spartaco  si situa attorno a quattro/ cinque anni. Insieme a Lalla, ancora fidanzati, vennero a trovare i nonni. La nostra era una famiglia patriarcale: noi bambini eravamo, insieme ai miei cugini,   ben otto!  Spartaco,  educatore nato, ci unisce in un gioco. Chiede alla nonna un grande  tovagliolo,  se lo ferma al collo,  si provvede di un piatto fondo con dell’ acqua e comincia la lunga favola di cinque fiammiferi che galleggiano sul piatto  e che lui muove abilmente con il dito secondo la narrazione che catturar ava man mano e sempre più  la nostra attenzione. A noi chiedeva solo,  man mano che il racconto avanzava, di avvicinare sempre più  le nostre testoline a cerchio  e di fissare  l’acqua del piatto per meglio seguire la storia dei cinque fiammiferi, finché sul  più bello del racconto una manata sull’acqua e ovviamente noi tutti bagnati…Con grande gioia e risate: quel burlone di Spartaco, ai più grandicelli noto per la sua  avvincente capacità narrativa, ci aveva gioiosamente  burlato con il suo racconto avvalendosi di strumenti semplici e di vita quotidiana: un  grande tovagliolo per fare un po’ di scena,  un piatto, dell’acqua, cinque fiammiferi da cucina…

Il padre

Permanentemente innamorato della Sua Lalla: ogni giorno, come quel primo  “palpito del cuore” forse  sul treno da Arezzo verso Firenze per l’università. Poi insieme “Fucini”- membri della “Federazione Universitaria Cattolici Italiani”- nel tempo del dopoguerra   a servizio dei poveri di Firenze,  sotto la guida dell’oggi  Servo di Dio Arcivescovo di Firenze Card. Elia della Costa , insieme a Lui la sera spingendo il carrello bonificato degli spazzini fiorentini  dove venivano caricati i viveri di prima necessità per i poveri della Città.

Piccolo ma grande  segno inequivocabile di questo “Amore” Sacramentale con Lalla,  quotidianamente segnato e rinnovato dall’Amore di Dio, un originale gesto di amore da parte di Spartaco. Ormai consapevole della gravità della Sua malattia,  l’ultima notte passata a Cortona prima di rientrare a Romal, lascia questo biglietto sul pigiama di Lalla da lei ritrovato dopo la morte di Spartaco: “Buona notte, Lalla”.

Con i cinque figli  Spartaco è educatore, complice Lalla, all’insegna della gioia e della testimonianza: gli scherzi continui con loro , che sdrammatizzavano gli inevitabili imprevisti e fatiche della crescita e  delle relazioni in una famiglia così numerosa, era il suo segreto educativo, avvalorato dalla sua testimonianza di fede e di amore nel quotidiano. Su questo “segreto educativo” i figli potrebbero scrivere un libro di aneddoti cari alla loro memoria.

Da parte mia la condivisione con voi del mio imbarazzo e disagio ad un tempo,  che Spartaco e Lalla trasformano in allegria, accompagnati da canti  gioiosi che Spartaco non mancavano mai d’ intonare nelle situazioni più disparate. Quella Domenica mattina, siamo nel 1956, partimmo dall’abitazione di Montemario alla volta di Rocca di Papa per la prima comunione di Gianni  (a quattro anni, per le mani del notissimo Padre Lombardi  animatore del “Mondo Migliore”)  con la mitica “Giardinetta” , oggi rassomigliabile alla piccola “Panda”, stipata di ben otto persone: Lalla e Spartaco ovviamente, i nonni materni  sul sedile posteriore con in mezzo Maria  Chiara la figlia più grande, Gianni il comunicando   davanti sulle braccia della mamma, il sottoscritto dodicenne, nello spazio  riservato a bagagliaio  dietro il sedile posteriore  con  il piccolo Piergiorgio in braccio che, ad un certo punto del viaggio,  fa la  pipi bagnandomi e inondandomi  tutto. Il mio inevitabile disagio  e  imbarazzo si trasforma in  ilarità e gioia di tutti noi: l’ironia , la gioia, lo spirito giusto di Spartaco e Lalla per superare i piccoli imprevisti di vita quotidiana…

L’uomo di preghiera

A ben pensare fede e preghiera sono  sinonimi, due facce della stessa medaglia!  Ho frequentato la casa di Spartaco e Lalla in più occasioni, abitando con loro  più a  lungo  durante gli esami di quinto ginnasio,  sostenuti come privatista al “Collegio Nazzareno” in Roma.. Spartaco era solito iniziare la sua giornata con la partecipazione alla Santa Messa. Quella mattina d’inizio esami  il pensiero spirituale  del Celebrante si era prolungato  e noi  arrivammo alla sede di esami  quando la chiamata degli esaminandi era già avvenuta. Ricordo bene la rigidità del portinaio che non voleva farci salire in aula al piano superiore  malgrado la bontà  di Spartaco nel chiedere comprensione. Ricordo altrettanto bene , in un attimo di disattenzione del portinaio,  la scaltrezza di Spartaco a imboccare di corsa le scale  per  accompagnarmi in aula, dove fui  ovviamente accolto. Ma non posso dimenticare la faccia basita, senza parole, del portinaio. Cosa poi sia successo all’uscita, tra Spartaco e il portinaio,  me lo sono sempre immaginato.  Conoscendo Spartaco, un pensiero  di scusa con il suo sorriso gentile e accattivante che avrà addolcito il portinaio!

Oltre la partecipazione alla Messa quotidiana, mi sorprendeva alla sera  - alla fine  di una lunga  e faticosa giornata di lavoro dopo aver sistemato e messo a letto  insieme a Lalla  i cinque marmocchi per la notte-  la Sua quotidiana  recita del Rosario camminando su e giù  nel piccolo corridoio di casa.

Una delle figlie, proprio in questi giorni ripensando alla fede del babbo, mi ricordava le “Novene” per le varie necessità del momento in cui coinvolgeva anche i  figli ancora piccoli o appena preadolescenti.

Il dono della “comunicazione” che contraddistingueva Spartaco , per cui era ricercato conferenziere dentro e fuori del Movimento dei Focolari ai suoi passi iniziali,  era essenzialmente  comunicazione della Parola di Dio. Spartaco veniva incarnando profeticamente lo  spirito del Concilio Vaticano II appena celebrato  che,  con la riscoperta del sacerdozio comune  in forza del Battesimo, affidava  anche  ai fedeli laici il ministero di’annuncio della Parola. L’ho ascoltato più volte, da adolescente e giovane, restandone sempre edificato. Ricordo in particolare il Suo intervento applauditissimo sulla famiglia, ad una delle prime Mariapoli a Fiera di Primiero in  Trentino   nell’Agosto del 1969,  a cui partecipai come dono di Spartaco e Lalla per la mia ordinazione sacerdotale.

Credo che la devozione alla Madonna  e il senso di Chiesa di Spartaco e Lalla siano ravvisabili anche nella  stessa scelta dei nomi dei figli: Maria Chiara, Maria Bernadette, Maria Fatima , Giovan Gualberto Maria e Pier Giorgio Maria, quest’ultimo  per l’affetto e devozione profetica verso Pier Giorgio Frassati, oggi Santo.

Il politico e il Giornalista

Preciso subito che per Spartaco la “Politica” -questa parola la scrivo volutamente con la lettera maiuscola- era un servizio alla “Persona” e al  “Bene Comune” e, come poi dirà il Papa San Paolo VI,  “la più alta forma di Carità”.

Con questo spirito Spartaco -che  a  fine settimana staccava dal suo lavoro romano di Direttore della nascente Rivista del Movimento dei Focolari “Città Nuova” e trafelato, stanco,  arrivava a Cortona con la numerosa famiglia-  ha svolto  profeticamente il servizio di capogruppo della  “Democrazia Cristiana” al Consiglio Comunale della sua amata  Cortona,  mentre il comune era guidato dal “Partito Comunista Italiano”. Tempi duri quelli, dove “l’ideologia” imperava, e  la gente della nostra terra  - di fede semplice vissuta, generosa  e povera, ma sfruttata-  cercava  legittimamente  giustizia  per lo più nella ideologia di sinistra

In questo contesto sociale per lo più rurale, nella nostra “Piccola Patria” come la definì  Pietro Pancrazi,   in tempo di “guerra fredda”,  Spartaco   è uomo del dialogo ispirandosi serenamente  ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa che Lui ben conosceva e amava  anche per i pregressi studi universitari.

A lui al solito lungimirante,  insieme ad altri  illuminati  Cortonesi  si deve la promozione turistica di Cortona lanciando  iniziative quali la  “Mostra del Mobile Antico”,  la “Sagra della bistecca” per la valorizzazione della razza bovina  “Chianina” …

In quel  periodo la grave malattia del Sindaco in carica Morelli –uomo di fine intelligenza politica, stimatissimo dal popolo-  trovò in Spartaco  mai l’oppositore ma il fratello, come per la verità con gli altri Consiglieri comunali all’opposizione:  Spartaco fu il primo  suo donatore di sangue!

Spartaco fu poi chiamato –per la stima che riscuoteva anche a livello nazionale- a partecipare alle elezioni   come  candidato alla Camera dei deputati, senza  il risultato da tutti noi sperato per ttraffici di potere... Ricordo bene  il suo impegno infaticabile di vicinanza e dialogo non strumentale con la  gente. Ricordo bene come in quella infuocata campagna  elettorale, mentre un noto imprenditore napoletano offriva una sola scarpa alla gente ai suoi elettori in attesa di dare loro la seconda scarpa in caso di vittoria elettorale,  Spartaco   interessato alla promozione culturale della gente donava ai suoi potenziali elettori  il significativo libro di Igino Giordani “Le due città”!

Di Spartaco  “Giornalista”, Direttore di “Città Nuova”, mi  è gradito ricordare in particolare la sua attenzione ai “Segni dei tempi”, alla tematica “Chiesa-Mondo”  nello spirito  Concilio Vaticano  II da poco celebrato.

Spartaco inaugura un nuovo modo di fare giornalismo:  il suo  “obbiettivo  giornalistico” ,tramite interviste in loco , soprattutto è puntato con intelligenza e professionalità su temi sociali emergenti quali i giovani e la droga, la famiglia segnata dal divorzio e dall’aborto, la comunità cristiana e l’insorgente crisi di  fede e della pratica religiosa…-  senza mai perdere di vista  un veritiera  informazione e promozione culturale dei lettori in una visione cristiana della vita.

Attento alla mia formazione ecclesiale,  adolescente in seminario,  mi faceva arrivare “Città Nuova” quando agli inizi era  appena quattro facciate formato tabloid; successivamente, ormai studente di teologia, mi faceva dono  dei libri pubblicati da Città Nuova. Non posso dimenticare, in un  momento di crisi del mio cammino vocazionale, proprio nella piazza antistante a questo teatro dove poi anni dopo sarò  ordinato vescovo, il lungo dialogo con Lui.   prendendomi sottobraccio, camminando su e giù,  ascoltandomi e  condividendo  le mie problematiche giovanili esistenziali  donandomi punti fermi preziosi per la mia maturazione e scelta vocazionale. 

Grazie, Spartaco,  per  la Sapienza e Amore che generosamente hai donato e profuso  a tutti noi che Ti abbiamo incontrato, a cominciare dai Tuoi amatissimi Figli, Nipoti e  anche  ai pronipotini di cui una prossima all’arrivo, che custodisci e proteggi dal Cielo. Ti pensiamo - insieme a Lalla e  Pier Giorgio-  a cantare, scherzare,  correre, giocare per le vie del Cielo,  seduti alla  mensa promessa e imbandita  dal  Signore Risorto,  insieme a Maria Santissima e i Santi, dove c’ è un posto per tutti noi promesso a chi, come Te,  ha creduto e sperato  nel Signore  Risorto. A vederci, incontrarci e stare insieme per l’eternità!

Italo Benvenuto Castellani, Vescovo