Spartaco , mio cugino in quanto marito di Lalla, mia cugina e mia madrina di Battesimo: a Lei mi uniscono quindi legami di sangue ma anche legami sacramentali.
Questi legami sono la chiave di lettura della profondità di amore e gratitudine che mi ha unito a Lalla e Spartaco lungo una vita: legami che per la nostra fede nel Risorto sono eterni.
Per ricordare Spartaco, il cui ricordo s’intreccia inevitabilmente con Lalla, scelgo il genere letterario degli “aneddoti”, la narrazione di piccoli fatti dei vita quotidiana impressi nella mia memoria.
SPARTACO:
L’ uomo della gioia
Intelligenza vivace e sottile, in un volto permanentemente solare –il suo sorriso unico e irripetibile- fondata su una spiritualità semplice e profonda che traspariva senza alcuna ostentazione da ogni suo gesto, sentimento e parola.
Il mio primo ricordo di Spartaco si situa attorno a quattro/ cinque anni. Insieme a Lalla, ancora fidanzati, vennero a trovare i nonni. La nostra era una famiglia patriarcale: noi bambini eravamo, insieme ai miei cugini, ben otto! Spartaco, educatore nato, ci unisce in un gioco. Chiede alla nonna un grande tovagliolo, se lo ferma al collo, si provvede di un piatto fondo con dell’ acqua e comincia la lunga favola di cinque fiammiferi che galleggiano sul piatto e che lui muove abilmente con il dito secondo la narrazione che catturar ava man mano e sempre più la nostra attenzione. A noi chiedeva solo, man mano che il racconto avanzava, di avvicinare sempre più le nostre testoline a cerchio e di fissare l’acqua del piatto per meglio seguire la storia dei cinque fiammiferi, finché sul più bello del racconto una manata sull’acqua e ovviamente noi tutti bagnati…Con grande gioia e risate: quel burlone di Spartaco, ai più grandicelli noto per la sua avvincente capacità narrativa, ci aveva gioiosamente burlato con il suo racconto avvalendosi di strumenti semplici e di vita quotidiana: un grande tovagliolo per fare un po’ di scena, un piatto, dell’acqua, cinque fiammiferi da cucina…
Il padre
Permanentemente innamorato della Sua Lalla: ogni giorno, come quel primo “palpito del cuore” forse sul treno da Arezzo verso Firenze per l’università. Poi insieme “Fucini”- membri della “Federazione Universitaria Cattolici Italiani”- nel tempo del dopoguerra a servizio dei poveri di Firenze, sotto la guida dell’oggi Servo di Dio Arcivescovo di Firenze Card. Elia della Costa , insieme a Lui la sera spingendo il carrello bonificato degli spazzini fiorentini dove venivano caricati i viveri di prima necessità per i poveri della Città.
Piccolo ma grande segno inequivocabile di questo “Amore” Sacramentale con Lalla, quotidianamente segnato e rinnovato dall’Amore di Dio, un originale gesto di amore da parte di Spartaco. Ormai consapevole della gravità della Sua malattia, l’ultima notte passata a Cortona prima di rientrare a Romal, lascia questo biglietto sul pigiama di Lalla da lei ritrovato dopo la morte di Spartaco: “Buona notte, Lalla”.
Con i cinque figli Spartaco è educatore, complice Lalla, all’insegna della gioia e della testimonianza: gli scherzi continui con loro , che sdrammatizzavano gli inevitabili imprevisti e fatiche della crescita e delle relazioni in una famiglia così numerosa, era il suo segreto educativo, avvalorato dalla sua testimonianza di fede e di amore nel quotidiano. Su questo “segreto educativo” i figli potrebbero scrivere un libro di aneddoti cari alla loro memoria.
Da parte mia la condivisione con voi del mio imbarazzo e disagio ad un tempo, che Spartaco e Lalla trasformano in allegria, accompagnati da canti gioiosi che Spartaco non mancavano mai d’ intonare nelle situazioni più disparate. Quella Domenica mattina, siamo nel 1956, partimmo dall’abitazione di Montemario alla volta di Rocca di Papa per la prima comunione di Gianni (a quattro anni, per le mani del notissimo Padre Lombardi animatore del “Mondo Migliore”) con la mitica “Giardinetta” , oggi rassomigliabile alla piccola “Panda”, stipata di ben otto persone: Lalla e Spartaco ovviamente, i nonni materni sul sedile posteriore con in mezzo Maria Chiara la figlia più grande, Gianni il comunicando davanti sulle braccia della mamma, il sottoscritto dodicenne, nello spazio riservato a bagagliaio dietro il sedile posteriore con il piccolo Piergiorgio in braccio che, ad un certo punto del viaggio, fa la pipi bagnandomi e inondandomi tutto. Il mio inevitabile disagio e imbarazzo si trasforma in ilarità e gioia di tutti noi: l’ironia , la gioia, lo spirito giusto di Spartaco e Lalla per superare i piccoli imprevisti di vita quotidiana…
L’uomo di preghiera
A ben pensare fede e preghiera sono sinonimi, due facce della stessa medaglia! Ho frequentato la casa di Spartaco e Lalla in più occasioni, abitando con loro più a lungo durante gli esami di quinto ginnasio, sostenuti come privatista al “Collegio Nazzareno” in Roma.. Spartaco era solito iniziare la sua giornata con la partecipazione alla Santa Messa. Quella mattina d’inizio esami il pensiero spirituale del Celebrante si era prolungato e noi arrivammo alla sede di esami quando la chiamata degli esaminandi era già avvenuta. Ricordo bene la rigidità del portinaio che non voleva farci salire in aula al piano superiore malgrado la bontà di Spartaco nel chiedere comprensione. Ricordo altrettanto bene , in un attimo di disattenzione del portinaio, la scaltrezza di Spartaco a imboccare di corsa le scale per accompagnarmi in aula, dove fui ovviamente accolto. Ma non posso dimenticare la faccia basita, senza parole, del portinaio. Cosa poi sia successo all’uscita, tra Spartaco e il portinaio, me lo sono sempre immaginato. Conoscendo Spartaco, un pensiero di scusa con il suo sorriso gentile e accattivante che avrà addolcito il portinaio!
Oltre la partecipazione alla Messa quotidiana, mi sorprendeva alla sera - alla fine di una lunga e faticosa giornata di lavoro dopo aver sistemato e messo a letto insieme a Lalla i cinque marmocchi per la notte- la Sua quotidiana recita del Rosario camminando su e giù nel piccolo corridoio di casa.
Una delle figlie, proprio in questi giorni ripensando alla fede del babbo, mi ricordava le “Novene” per le varie necessità del momento in cui coinvolgeva anche i figli ancora piccoli o appena preadolescenti.
Il dono della “comunicazione” che contraddistingueva Spartaco , per cui era ricercato conferenziere dentro e fuori del Movimento dei Focolari ai suoi passi iniziali, era essenzialmente comunicazione della Parola di Dio. Spartaco veniva incarnando profeticamente lo spirito del Concilio Vaticano II appena celebrato che, con la riscoperta del sacerdozio comune in forza del Battesimo, affidava anche ai fedeli laici il ministero di’annuncio della Parola. L’ho ascoltato più volte, da adolescente e giovane, restandone sempre edificato. Ricordo in particolare il Suo intervento applauditissimo sulla famiglia, ad una delle prime Mariapoli a Fiera di Primiero in Trentino nell’Agosto del 1969, a cui partecipai come dono di Spartaco e Lalla per la mia ordinazione sacerdotale.
Credo che la devozione alla Madonna e il senso di Chiesa di Spartaco e Lalla siano ravvisabili anche nella stessa scelta dei nomi dei figli: Maria Chiara, Maria Bernadette, Maria Fatima , Giovan Gualberto Maria e Pier Giorgio Maria, quest’ultimo per l’affetto e devozione profetica verso Pier Giorgio Frassati, oggi Santo.
Il politico e il Giornalista
Preciso subito che per Spartaco la “Politica” -questa parola la scrivo volutamente con la lettera maiuscola- era un servizio alla “Persona” e al “Bene Comune” e, come poi dirà il Papa San Paolo VI, “la più alta forma di Carità”.
Con questo spirito Spartaco -che a fine settimana staccava dal suo lavoro romano di Direttore della nascente Rivista del Movimento dei Focolari “Città Nuova” e trafelato, stanco, arrivava a Cortona con la numerosa famiglia- ha svolto profeticamente il servizio di capogruppo della “Democrazia Cristiana” al Consiglio Comunale della sua amata Cortona, mentre il comune era guidato dal “Partito Comunista Italiano”. Tempi duri quelli, dove “l’ideologia” imperava, e la gente della nostra terra - di fede semplice vissuta, generosa e povera, ma sfruttata- cercava legittimamente giustizia per lo più nella ideologia di sinistra
In questo contesto sociale per lo più rurale, nella nostra “Piccola Patria” come la definì Pietro Pancrazi, in tempo di “guerra fredda”, Spartaco è uomo del dialogo ispirandosi serenamente ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa che Lui ben conosceva e amava anche per i pregressi studi universitari.
A lui al solito lungimirante, insieme ad altri illuminati Cortonesi si deve la promozione turistica di Cortona lanciando iniziative quali la “Mostra del Mobile Antico”, la “Sagra della bistecca” per la valorizzazione della razza bovina “Chianina” …
In quel periodo la grave malattia del Sindaco in carica Morelli –uomo di fine intelligenza politica, stimatissimo dal popolo- trovò in Spartaco mai l’oppositore ma il fratello, come per la verità con gli altri Consiglieri comunali all’opposizione: Spartaco fu il primo suo donatore di sangue!
Spartaco fu poi chiamato –per la stima che riscuoteva anche a livello nazionale- a partecipare alle elezioni come candidato alla Camera dei deputati, senza il risultato da tutti noi sperato per ttraffici di potere... Ricordo bene il suo impegno infaticabile di vicinanza e dialogo non strumentale con la gente. Ricordo bene come in quella infuocata campagna elettorale, mentre un noto imprenditore napoletano offriva una sola scarpa alla gente ai suoi elettori in attesa di dare loro la seconda scarpa in caso di vittoria elettorale, Spartaco interessato alla promozione culturale della gente donava ai suoi potenziali elettori il significativo libro di Igino Giordani “Le due città”!
Di Spartaco “Giornalista”, Direttore di “Città Nuova”, mi è gradito ricordare in particolare la sua attenzione ai “Segni dei tempi”, alla tematica “Chiesa-Mondo” nello spirito Concilio Vaticano II da poco celebrato.
Spartaco inaugura un nuovo modo di fare giornalismo: il suo “obbiettivo giornalistico” ,tramite interviste in loco , soprattutto è puntato con intelligenza e professionalità su temi sociali emergenti quali i giovani e la droga, la famiglia segnata dal divorzio e dall’aborto, la comunità cristiana e l’insorgente crisi di fede e della pratica religiosa…- senza mai perdere di vista un veritiera informazione e promozione culturale dei lettori in una visione cristiana della vita.
Attento alla mia formazione ecclesiale, adolescente in seminario, mi faceva arrivare “Città Nuova” quando agli inizi era appena quattro facciate formato tabloid; successivamente, ormai studente di teologia, mi faceva dono dei libri pubblicati da Città Nuova. Non posso dimenticare, in un momento di crisi del mio cammino vocazionale, proprio nella piazza antistante a questo teatro dove poi anni dopo sarò ordinato vescovo, il lungo dialogo con Lui. prendendomi sottobraccio, camminando su e giù, ascoltandomi e condividendo le mie problematiche giovanili esistenziali donandomi punti fermi preziosi per la mia maturazione e scelta vocazionale.
Grazie, Spartaco, per la Sapienza e Amore che generosamente hai donato e profuso a tutti noi che Ti abbiamo incontrato, a cominciare dai Tuoi amatissimi Figli, Nipoti e anche ai pronipotini di cui una prossima all’arrivo, che custodisci e proteggi dal Cielo. Ti pensiamo - insieme a Lalla e Pier Giorgio- a cantare, scherzare, correre, giocare per le vie del Cielo, seduti alla mensa promessa e imbandita dal Signore Risorto, insieme a Maria Santissima e i Santi, dove c’ è un posto per tutti noi promesso a chi, come Te, ha creduto e sperato nel Signore Risorto. A vederci, incontrarci e stare insieme per l’eternità!
Italo Benvenuto Castellani, Vescovo