Ieri ho incontrato, per caso in Camucia, la “vaccinanda anticovid signora A” , la chiamo così con nome di fantasia, perché dovendosi ancora vaccinare è meglio che rimanga anonima, nonostante che lei voglia addirittura fare un esposto per quanto accadutole domenica 16 maggio.
Ecco il suo triste racconto, che, ancora una volta ci conferma, come la App vaccinale Toscana vada ritararta al più presto e dotata di un algoritmo che impedisca il costoso turismo vaccinale che ha generato.
La signora A , una cortonese molto seria e lavoratrice matura, finalmente, dopo tanto penare, come mostra il documento che pubblichiamo a corredo, riesce a farsi prenotare dal figlio un appuntamento vaccinale ad Arezzo per domenica 16 maggio.
Il sabato sera 15 maggio riceve un messaggio sul cellulare del figlio che l’avverte che il suo appuntamento è spostato , stesso giorno, stesso orario, a Monte San Savino. Si organizza con il figlio e una mezz'ora prima dell’appuntamento, portata dal figlio, si trova a Monte San Savino.
Lì, con amara sorpresa sua e del figlio, che ha pure preso un permesso dal lavoro, trova tutto chiuso e alcuni cittadini residenti vicino al punto vaccinale le confermano che in tutta la mattinata non si è visto nessuno e quindi la location vaccinale è chiusa.
Avendo il foglio con la prenotazione al Teatro tenda di Arezzo, il figlio, mancando ancora mezz’ora ,decide di portarla a tutta velocità al Teatro tenda di Arezzo . Arrivati in Via Amendola al Teatro Tenda, quasi puntuali, trovano l’amara sorpresa che lei è stata spostata al punto vaccinale di Bibbiena, in quanto sarebbero terminati i vaccini.
Il figlio che deve rientrare a Cortona per andare al lavoro chiede alla mamma di rinunciare in quanto Bibbiena non è proprio dietro l’angolo e ormai hanno già buttato venti euro di benzina per un vaccino che dovrebbe costare sui tre euro.
Al teatro Tenda prendono atto della rinuncia forzata della signora A e le dicono che verrà richiamata a tempo debito.
La signora A torna a casa molto rattristata per non essersi potuta vaccinare e soprattutto impaurita che possa di nuovo essere chiamata a vaccinarsi lontano da casa, arrecando nuovo disturbo al figlio che dovrà prendere ancora un permesso dal lavoro per accompagnarla.
Nel raccontarmi lo spiacevole episodio di turismo vaccinale di cui è stata vittima, mi dice che è una attenta lettrice del nostro giornale e mi chiede la cortesia di rendere pubblica la sua vicenda facendomi fotografare il documento qui pubblicato e che , per protezione della signora A, abbiamo cancellato nei dati sensibili.
Cari lettori , son due mesi che suggeriamo, a coloro che a Firenze governano, di ritarare l’App Toscana per permettere a tutti i cittadini di vaccinarsi nel proprio territorio comunale o viciniore-viciniore, utilizzando, per coloro che non hanno pratica e conoscenza informatica, il canale dei medici di famiglia.
Da febbraio ad oggi a Firenze non ci sentono e ci auguriamo che la vicenda della signora A possa sturare le orecchie a chi governa in quel di Firenze. Lo ripetiamo ancora : sui vaccini non si può far turismo vaccinale. Ed inoltre ci aspettiamo che la nostra concittadina , grande lavotrice e quasi pensionanda, possa essere vaccinata al più presto, come vuole e come chiede.
Ivo Camerini