Dal Consigliere parlamentare Giuseppe Filippetta, socio della nostra Accademia Etrusca, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Un manoscritto, casualmente ritrovato su un sedile di un Intercity, d’un tratto diventa, grazie alla felice scrittura di Ivo Ulisse Camerini, una soglia che mette “out of joint” l’ordine lineare del tempo per farci entrare in un’altra dimensione temporale e per farci assistere all’arrivo di Annibale Barca e del suo esercito nel borgo cortonese di Casale e alla successiva battaglia del lago Trasimeno del 24 ottobre 217 a.C., nella quale viene annientato dai cartaginesi l’esercito del console Flaminio.
Tra quell’arrivo e quella battaglia “I giorni e le notti di Annibale Barca tra Vallecalda e Cerventosa” ci raccontano l’essere comunità di uomini e donne cortonesi che, al di là del tempo e dei tempi, siedono davanti a un focolare civico – fatto anche di convivialità e di pietanze locali (dalla "ribuglita" e alla "ciaramiglia" ), delle quali viene fedelmente ricordata l’antica ricetta – e intorno a quel focolare costruiscono, giorno dopo giorno, secolo dopo secolo, la loro identità individuale e collettiva, la loro consapevole responsabilità di essere "mondo nel mondo" .
Un’identità orgogliosamente rivendicata in tante pagine del racconto in contrapposizione, morale e civile prima ancora che politica, alle furberie e alla corruzione di una Roma tanto lontana e tanto diversa dalle valli della montagna cortonese, da apparire il simbolo di una suburbia affaristica capace soltanto di tramutare in vile metallo l’oro delle speranze degli italiani.
La profonda leggerezza di questo romanzo breve di Ivo Ulisse Camerini, forte sintesi di ritmo e stile narrativo, diverte, fa pensare e regala al lettore un po’ di ombra e di conforto nella deprimente calura generata dall’urlato chiacchiericcio dei tristi tempi correnti.
Giuseppe Filippetta