L’Etruria

Redazione

Alere flammam

Le idi elettorali di giugno decretano la fine dei partiti politici anche a Cortona. 

Alere flammam

Nel mio solito bar circolo culturale nel tardo pomeriggio e nella prima serata del dieci giugno 2024 c' è stato un insolito via vai di persone, che ,staccando dal lavoro, si sono fermate a seguire i risultati delle elezioni comunali cortonesi. Tra un bicchiere di prosecco, una pinta di birra e un amaro digestivo, le chiacchiere politiche sono state molto interessanti e , amici lettori de L' Etruria, il vostro giornalista di strada non poteva non raccogliervene alcune davvero illuminanti su di un risultato elettorale annunciato da oltre un mese proprio in tutti i bar popolari cortonesi, nelle piazze , nelle feste, nelle sagre e nei supermercati del nostro territorio , che da qualche anno sono diventati i luoghi della vita politica locale, soppiantando i  salotti cittadini o rurali, le terrazze, le sezioni e i tradizionali circoli del bon ton accademico o di scuola classica politica.

Primo avventore : " Ve lo dicevo io che i partiti sono ormai gusci vuoti gestiti da persone autoreferenziali sconnesse con la vita reale dei cittadini ? Ve lo dicevo che non è più il tempo degli ideali e dei grandi discorsi filosofici de universo mundo ? Viviamo il tempo del disimpegno dai grandi temi della costruzione della democrazia, della libertà e della condivisione sociale della vita e dei suoi stigmi umanitari e l interesse personale è tornato a dominare anche la nostra realtà. Nella società dei due terzi ,che stanno bene e di un terzo che sta male , son tornati a dominare la scena politica gli interessi di bottega e individuali del singolo personaggio. Siamo di nuovo al trionfo guicciardiniano dell' utile particolare, con la variante dominante e preoccupante di importazione nordamericana dell' ognuno per sé e del diritto a sparare  alle spalle con le pietre delle parole. Tutto poi di nuovo ruota attorno alla divisione fittizia tra guelfi e ghibellini, con le prevedibili conseguenze che i partigiani dell' una o dell' altro fazione se le danno come da secoli non si vedeva".

Secondo avventore : " Caro amico, è proprio vero quello che hai detto, ma io che sono una mamma che, come ogni giorno, da stamattina corre come una matta per portare a casa quell' aiuto indispensabile alla vita economica della mia famiglia che non riesce ad arrivare alla fine del mese, sono molto preoccupata per il futuro dei miei figli. La realtà che tu descrivi non porta un buon futuro . Non porta solidarietà, comunità e progresso condiviso. Porta solo divisione, tifo da ultras anche nella res publica, cioè nella politica, dove ascolto e attenzione al prossimo dovrebbero essere la regola aurea da tenere sempre presente. Una regola da rispettare,  anche e soprattutto, davanti all' interesse individuale, al tornaconto personale. I risultati elettorali certificano, senza se e senza ma, che i partiti sono finiti anche da noi. È un bene? È un male? Io sono sicura che sia un male, perché la nostra Costituzione repubblicana affida proprio ai partiti il ruolo, la funzione di governo della cosa pubblica. Non vorrei che a forza di uscire dai partiti e farsene uno personale, si modifichi anche la Costituzione, come anche le elezioni europee sembrano indicare. Tornare ad affidare la res publica alle singole personalità come avveniva cento e più anni fa da noi o come avviene, dall' uccisione dei Kennedy in poi, in America , secondo me , non è progresso, ma regressione. Vai a rivedere l’istruttivo film Le Idi di marzo di George Clooney del 2011.  Speriamo che la fine dei partiti di massa e il ritorno dei partiti personali o di lobbies non mettano in pericolo democrazia e libertà. Di certo per chi ha a cuore il bene supremo collettivo della piccola e della grande patria, cioè della comunità cui appartiene, diviene forte l' imperativo dell' alere flammam, dell’alimentare e del  mantenere vivo il fuoco della democrazia, della libertà e della solidarietà".

Ivo Camerini