In questo strano, terribile e troppo spesso cinico mondo odierno, quest’oggi ho appreso una storia che mi ha commosso e che voglio raccontare ai lettori dell’Etruria, anche se in maniera molto essenziale e con il velo dell’anonimato.
Siamo a sabato 12 agosto , verso le nove e mezzo di sera, quando una signora della montagna cortonese, che giornalisticamente chiamerò signora A. , dopo aver parlato e rassicurato il figlio che è fuori casa per una breve vacanza, porta nell’aia Birillo e Camilla, i due suoi cagnolini, a fare i bisogni, come fa ogni sera. Scesa nel cortile però scivola su una pietra e cade per terra senza più riuscire a rialzarsi. Dopo inutili tentativi di trascinarsi verso la porta di casa comincia ad invocare aiuto, ma la casa è isolata e il tempo che si è leggermente rannuvolato rende ancor più deserto e lontano da tutti quello spicchio della nostra montagna.
Birillo e Camilla cominciano ad abbaiare a perdifiato intorno alla signora A., che nel piazzale di casa comincia ad impaurirsi e a temere il peggio. Anche Trilla, la sua gattina che era rimasta sulla porta di casa accorre e comincia a leccarla e a salirle sul grembo e sulle gambe, che ormai cominciano a raffreddarsi, per darle calore e conforto. I due cagnolini Birillo e Camilla si pongono uno alla testa e uno ai piedi quasi a guardia e difesa dagli animali selvaggi che come ogni sera spinti dalla terribile siccità di questi mesi cominciano ad avvicinarsi alla casa per cercare qualcosa da mangiare. Verso l’una di notte la signora A. vede avvicinarsi un grosso cinghiale e pensa al peggio. Urla aiuto, ma il cinghiale non arretra, anzi ne compaiono in lontananza altri due. A quel punto Birillo e Camilla abbaiando a tutta furia si dirigono verso i cinghiali e li ricacciano nel campo sottostante l’aia e da quel momento non smettono mai di abbaiare facendo buona guardia sul greppo che delimita il confine tra cortile e terreno coltivato. Trilla continua a riscaldare la sua padrona, che sente sempre più freddo ma, ad intervalli regolari, ha ancora la forza di chiedere aiuto e di farsi coraggio sperando che qualche persona di passaggio lungo la non lontana strada o i vicini, che distano un cento metri, la possano sentire.
Ed è proprio il vicino che alle cinque del mattino ode i lamenti e le richieste di aiuto della signora A. Subito il vicino accorre assieme alla propria moglie e trovano la signora A. per terra sull’aia in lacrime, disperata e mezzo assiderata vegliata da Birillo, con Camilla che le si è sdraiata sotto la testa per farle da guanciale e con la gattina Trilla che le si è accoccolata sul grembo per riscaldarla con il suo calore.
I due vicini la coprono con i loro pullover e la portano in casa nel suo letto, avvertendo subito il figlio che in meno di due ore rientra a casa e la porta per un controllo al pronto soccorso. Le condizioni della signora A. non sono buone, ma non gravissime. I medici riscontrano molti problemi e la fanno ricoverare ad un vicino policlinico universitario , dove dopo averle fatto recuperare un minimo di forze, domani (ndr:oggi) la operano al piccolo ematoma alla cervicale che impedisce alle mani e alle gambe di recuperare la piena funzionalità. La nostra anonima signora A. , che oggi ho visitato al Policlinico universitario dove è ricoverata e ben assistita, è lucida e vigile e, oltre a ringraziare i due vicini accorsi appena l’hanno udita, ha sorrisi e parole di grande riconoscenza e amore per i suoi amici Birillo, Camilla e Trilla.
Due cagnolini e un gatto che ancora una volta si sono dimostrati veri amici fidati della loro padrona. I veri, grandi amici dell’uomo come ci racconta anche questa storia da Libro Cuore.
Alla signora A. gli auguri di una pronta guarigione e di un felice ritorno alla sua casa nella montagna cortonese da parte del nostro giornale.
Ivo Camerini