All'alba di domenica 28 gennaio 2024, nella sua casa in Fratta di Cortona, don Fulgenzio Lazzeri, quasi novantotto anni e decano dei sacerdoti cortonesi è stato chiamato alla Casa del Padre.
Sacerdote cortonese molto stimato e amato non solo dai suoi compaesani di Fratta e di Santa Caterina, dove ha guidato la chiesa parrocchiale per lunghi decenni, don Fulgenzio è stato anche Cancelliere della Curia dell'ex- Diocesi di Cortona.
Persona colta e parroco dal grande cuore all'antica nelle due parrocchie della pianura cortonese Don Fulgenzio è stato un sacerdote servo di Dio e davvero un "Buon Pastore".
In Cortona e nelle terre della Valdichiana aretina, tutti oggi piangono la perdita di questo straodinario prete, che ancora pochi mesi orsono, nel luglio 2023, nella sua chiesa di Fratta, ebbe una grande serata di amore cristiano e di preghiera per i suoi settantadue anni di sacerdozio. (Cfr: https://www.letruria.it/territorio/serata-di-amore-cristiano-e-di-preghiera-per-don-fulgenzio-lazzeri-9475.)
Anche noi dell'Etruria ci uniamo al dolore dei suoi parrocchiani e dei confratelli religiosi e ci uniamo alle preghiere in suffragio della sua anima.
Dalle ore dodici di domenica 28 gennaio 2024 la salma sarà esposta nella Chiesa di Fratta per il saluto e le preghiere di parrocchiani, confratelli religiosi e parenti. Il Santo rosario verrà recitato la domenica sera alle diciotto dal parroco della Val di Loreto don Stanislao Milik. I funerali si terrano martedì 30 gennaio, alle ore 15, nella Chiesa di Sant'Agata.
Don Fulgenzio Lazzeri, nato il ventinove aprile 1926 a Castiglionfiorentino, dopo aver compiuto i suoi studi nel Seminario vescovile di Cortona, il ventun luglio 1951 venne ordinato sacerdote da S.E. Mons. Franciolini.
Per coloro che vogliono conoscere la vita di Don Fulgenzio recupero un mio articolo scritto su di lui nel 2005, durante il mio piccolo viaggio di giornalista di strada nella chiesa cortonese di allora. Lo riporto integralmente, come appendice a questa questa dolorosa notizia, arrivata in redazione appena un'ora fa.
Ivo Camerini
Dall' Etruria del 2005.
Piccolo viaggio nella Chiesa cortonese -3
Don Fulgenzio Lazzeri, parroco di Fratta e Santa Caterina
Al Sodo , lasciati alle spalle i due meloni etruschi, costeggiando sempre il torrente Oreto, attraversato il sottopasso ferroviario e superato il ponte di Sanchione, si arriva alla Fratta. Al primo ed unico crocicchio che s’incontra comincia il centro abitato, che da alcuni mesi sta cambiando volto a seguito del fiorire edilizio di nuove costruzioni che faranno da indotto al nuovo Ospedale di Santa Margherita o della Valdichiana Est.
Girando a destra si attraversa questo centro abitato e subito si arriva a Santa Caterina. Svoltando a sinistra si va alla Chiesa parrocchiale di Sant’Agata e , volendo, dopo esser passati per quella zona che ancora alcuni chiamano padule, si ritorna a Camucia. Tirando diritto si va invece a Fratticiola e Ronzano.
Queste le scelte da farsi al crocicchio o quadrivio che una volta chiamavano di Burcinella. Per questa terza tappa del nostro piccolo viaggio io vado a sinistra alla chiesa di Sant’Agata, dove incontro il canonico Don Fulgenzio Lazzeri , parroco di quest’importante zona della pianura cortonese e qui arrivato nel lontano febbraio 1960.
Don Fulgenzio, nato il ventinove aprile 1926 a Castiglionfiorentino, compie i suoi studi nel Seminario vescovile di Cortona e il ventun luglio 1951 viene ordinato sacerdote da S.E. Mons. Franciolini.
Prima di Fratta egli è stato parroco nella montagna cortonese dove ha avuto i seguenti incarichi pastorali: dal dieci ottobre 1951 al dieci ottobre 1953 ,titolare della chiesa di San Giovanni Battista di Tornia,quindi della chiesa di San Lorenzo martire di Rufignano, dove rimane fino al due febbraio 1960.
Arrivando a Fratta nel 1960 in sostituzione del guareschiano Don David Calbini ( un prete che non rinunciava a scendere sull’agone politico e del quale molti ricordano il funerale carnevalesco fatto all’allora Pci dopo la vittoria democristiana), Don Fulgenzio trova una popolazione di circa ottocento persone che si manterrà costante nel tempo, in quanto le emigrazioni degli anni sessanta e settanta del Novecento si compensano con le immigrazioni di gente venuta via dalla montagna cortonese e in particolare dalla sua ex-parrocchia di Rufignano.
Oggi, dopo che dall’ottobre 1982 è stato nominato parroco anche della chiesa di Santa Caterina vergine e martire d’Alessandria, cioè della contigua frazione di Santa Caterina, la popolazione, che a livello religioso fa riferimento a lui, si aggira sulle millecento unità . Circa trecentosessanta famiglie, che con l’apertura del nuovo ospedale di Valdichiana , sono però destinate a prevedibili incrementi.
Don Fulgenzio è un sacerdote amato e stimato da tutti. Passa tutto il suo tempo tra Fratta e Santa Caterina ad eccezione di tre mattinate alla settimana quando sale a Cortona negli uffici della Curia vescovile, dove tiene l’amministrazione dei beni del Seminario cortonese, del Capitolo della cattedrale e delle varie parrocchie cortonesi.
Economicamente egli vive da modesto pensionato Inps, in quanto è stato anche insegnante di religione alla Scuola Media di Fratta, tra il 1962 e il 1987.
E’ un parroco riservato Don Fulgenzio e al primo approccio è di poca confidenza, ma , appena ti ha sogguardato e squadrato come facevano i professori di una volta agli esami, accetta volentieri di rispondere alle domande tese a raccontare e commentare la sua vita di sacerdote e di pastore d’anime.
“Vive ancora solida la tradizione religiosa festiva- mi dice Don Fulgenzio dopo che abbiamo ricordato le tappe essenziali del suo curriculum sacerdotale- ma oggi anche qui a Fratta e Santa Caterina la presenza dei giovani in chiesa è ridotta a vera minoranza. Campo sportivo, circolo della Casa del popolo e bar degli sportivi sono i ritrovi della maggioranza della gioventù. In tutti questi anni della mia azione pastorale ho avuto un costante impegno teso ad unire , ad abbattere gli steccati ideologici, che in questa zona erano molto forti e sentiti, ( nel passato la popolazione bilanciava i propri consensi tra Dc e Pci , ma vi era anche una non trascurabile presenza missina , ndr) ed oggi ho la fortuna che nessuno vede più la chiesa come luogo politico , ma come luogo di vita religiosa, cioè come sempre dev’essere.Sono davvero contento che oggi, attorno alle mie due chiese di Sant’Agata e di Santa Caterina, si parli solo di questioni religiose o sociali e che un pò tutti mi considerino come un amico a loro completa disposizione”.
Don Fulgenzio ha aperto la sua chiesa a tutti e anche la casa parrocchiale offre locali e servizi di aggregazione sociale e culturale. In particolare è da segnalare la sala parrocchiale ,che serve per il catechisismo e per le attività musicali della Corale Santa Cecilia , diretta dal maestro Alfiero Alunno; ma anche per dibattiti, mostre, teatro ed altre iniziative organizzate dal Circolo Burcinella, che ha come scopo principale quello di mantenere viva la tradizione folk di questa zona.
Una tradizione che trova il suo remake annuale nella Festa dell’Autunno , dove vengono promossi i prodotti tipici della campagna ed insieme richiamati il dialetto e la cultura contadina dei tempi andati.
La cura e la funzionalità delle due chiese di Sant’Agata e di Santa Caterina sono assicurate da due nutriti gruppi di fedeli che, facendo parte dei due Consigli parrocchiali, si attivano costantemente e a titolo gratuito per le loro chiese.
Don Fulgenzio è davvero grato a queste persone così attaccate al proprio campanile cristiano, ma guardando avanti ,al futuro si augura che certe posizioni di anacronistiche chiusure frazionali possano cedere il passo all’unità , alla condivisione e alla fraternità solidale della costituzione di un unico consiglio parrocchiale.
Proprio ad una rapida riflessione sul futuro è dedicata la parte conclusiva del nostro incontro.
“ La realtà demografica ed economico-sociale di queste due frazioni, con l’ormai prossima apertura del nuovo ospedale della Valdichiana est - commenta Don Fulgenzio - è avviata verso notevoli espansioni e sviluppi che richiederanno grande attenzione e progettazione dell’evangelizzazione e di un nuovo dimensionamento della struttura ecclesiale. Io farò quello che mi sarà possibile, ma gli anni avanzano e servono nuove energie sacerdotali. Nelle mie preghiere è costante la richiesta al Signore di inviare nuove vocazioni per la sua chiesa e di provvedere a far sì che anche questa parte di terra cortonese possa sempre godere della fortuna di una guida sacerdotale”.
Quello di un futuro segnato da grande penuria di sacerdoti è un allarme che si ripete anche qui, dopo quello lanciato dai due parroci della Valle dell’Oreto. La risposta non compete all’umile pellegrino laico che compie questo piccolo viaggio. A me però il dovere di ricordare che anche queste terre di Burcinella e dintorni nel secolo scorso sono state patria natia di tanti frati, suore, sacerdoti apprezzatissimi come Don Aldiviero Solfanelli, Don Egidio Belelli,Don Antonio Magi e come il noto ed indimenticabile latinista Don Roberto Lucioli,che non solo ebbi la fortuna di avere come professore, ma che, quand’era parroco a Casale, mi amministrò il sacramento del battesimo.
Ivo Camerini