Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Ho ascoltato l’ultimo Consiglio Comunale (29 aprile 2024) e ancora, dopo cinque anni dal mio pensionamento, viene più volte fatto il mio nome.
Mi viene riconosciuto, da diversi consiglieri, il merito di aver costruito un sociale all’avanguardia e pertanto sento il bisogno di raccontare e spiegare cosa è stato il SOCIALE a Cortona, non solo per merito mio, ma per merito di tante persone che hanno condiviso con me questo pensiero lungimirante.
Questo racconto lo devo a tutti loro: operatori della ASL e in particolare il SerD e la Salute Mentale, Cooperativa Etruria Medica, Pediatri, Dirigenti Scolastici e Insegnanti di ogni ordine e grado, associazioni, cooperative…
Abbiamo investito anni per imparare a lavorare insieme, a stare intorno ad un tavolo, professionalità e competenze diverse, ognuno con il proprio punto di vista, leggendo ed evidenziando bisogni, cercando insieme di dare le migliori risposte possibili.
Il percorso è iniziato alla fine degli anni ‘90, in attuazione delle leggi 285/97 e LRT 72/97, quando in attuazione delle leggi abbiamo, con i Comuni della Zona, attivato incontri con le famiglie e cittadini per l’elaborazione del Profilo di Salute, il Piano Sociale di Zona e successivamente la Carta per la Cittadinanza Sociale, percorsi che hanno alla base l’ascolto, la condivisione e la partecipazione. La Regione ci ha dato l’opportunità di partecipare a diversi corsi di formazione e convegni di approfondimento ai quali ho sempre partecipato, ho letto molto su varie esperienze del sociale e imparato da altre esperienze, questo mi ha fatto crescere e mi ha consentito di portare contributi e sollecitazioni ai tavoli di lavoro.
Molto spesso abbiamo realizzato progetti a costo zero, grazie alla collaborazione di tante persone, altre volte siamo stati capaci di partecipare a bandi specifici grazie ai quali abbiamo ricevuto finanziamenti. Tra gli esempi più importanti cito il “progetto Alzheimer della Valdichiana”, l’appartamento per le donne in temporanea difficoltà (già all’inizio del 2000), servizi e progetti in favore di persone con disabilità. L’organizzazione continua di seminari di approfondimento e formazione interprofessionale ha portato a Cortona, oltre a molta cultura, persone da tutta Italia, con benefici per alberghi e ristoranti.
Questo SOCIALE costruito in tanti anni e soprattutto questa RETE di professionalità e competenze ha dato l’opportunità a Cortona di ricevere numerosi riconoscimenti, da parte di Unicef con “Cortona Città Amica delle bambine e dei bambini” per i servizi attivati e per la promozione dei Diritti dell’Infanzia, in particolare il diritto alla partecipazione; il premio Nazionale “Nati per Leggere”, per la diffusione capillare del progetto sul territorio comunale e l’attenzione all’inclusione dei cittadini di origine straniera; il riconoscimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il primo progetto nazionale tra un Comune e una Associazione “#diamociunamano”; l’OSCAR della Rete Città Sane dell’OMS “Per il lavoro svolto in un ventennio sul Progetto Alzheimer Valdichiana 1997-2017”.
I Patti di Collaborazione stipulati tra Comune e cittadini attivi sono stati argomento di tante interviste di Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà-, quali buoni esempi di partecipazione e applicazione dell’art.118 della Costituzione (“…Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”). Ancora più rilevanti le 17 ricerche e tesi di Laurea su varie esperienze del SOCIALE di Cortona. Questa modalità di lavoro in RETE ci ha fatto conoscere anche oltre i confini della Toscana e così, nonostante il mio pensionamento, sono stata invitata come relatrice a raccontare l’esperienza di Cortona all’Università di Roma -Facoltà di Giurisprudenza-, al Congresso Nazionale dei Pediatri a Roma, a vari convegni a Firenze, Lucca, Pisa, Arezzo, alla formazione per amministratori organizzata da ANCI e Unicef, al CESVOT, all’Ordine degli Psicologi della Toscana e ora con l’Università di Firenze.
Il racconto potrebbe proseguire ma preferisco ricordare, perché emblematica, la visita della Agenzia Europea per i bisogni speciali e l’Istruzione Inclusiva, inviata a Cortona dal MIUR, per conoscere la modalità con la quale Cortona stava lavorando per realizzare la Comunità educante.
La nostra modalità di lavorare nel SOCIALE ha avuto l’obiettivo di non fermarsi alle competenze previste dalle normative (sostegni economici alle famiglie, sostegno ai minori, contributi affitto, assistenza domiciliare, servizi e strutture per anziani, servizi per disabili, ecc.) ma di promuovere SALUTE e BENESSERE della comunità attraverso relazioni e collaborazioni, divenendo punto di riferimento per insegnanti, per la ASL, per i Medici, per i Pediatri, per le associazioni, le cooperative, i cittadini. NOI sapevamo che, insieme, potevamo studiare i problemi, affrontarli ed elaborare progetti, individuare una traiettoria su cui organizzare nel tempo le azioni più idonee per raggiungere uno scopo. Certo non sempre ci siamo riusciti, ma comunque ne abbiamo discusso e ci siamo attivati.
Di questo SOCIALE e questa RETE tessuta per tanti anni e con molte persone, VERA e REALE – percorso non sempre facile-, si è diffusamente parlato lo scorso 22 aprile all’Ospedale di Fratta, all’incontro organizzato da AIMA sul “Progetto Alzheimer in Valdichiana” alla presenza di numerosi Amministratori, anche della Zona, Specialisti ASL, Medici, Operatori, Associazioni e famiglie che, insieme, hanno contribuito alla costruzione di questo importante percorso iniziato nel 1997.
Spero che questo SOCIALE e questa RETE torni a lavorare quanto prima, per riprendere da dove è stata interrotta…
Giuseppina Stellitano