Nessun contradditorio, nessuna possibilità di replica; con una mail a inizio giugno l’Ufficio scolastico regionale ha comunicato il sottodimensionamento dell’Istituto statale di istruzione superiore ad indirizzo agrario A. Vegni-Capezzine di Cortona. La motivazione del provvedimento sarebbe il mancato raggiungimento della soglia dei seicento alunni nel periodo di chiusura formale delle Iscrizioni, e le conseguenze per l’Istituto sarebbero molto pesanti: la perdita del dirigente scolastico e della segreteria, che passerebbe in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome.
Detta così potrebbe sembrare meno grave di quanto non sia, ma bisogna considerare che il Vegni-Capezzine non è una semplice scuola superiore, è molto di più, è uno dei pochi Istituti agrari italiani dotati di azienda agricola e convitto. l’Istituto, infatti, ospita ragazzi e ragazze in convitti separati in cui gli alunni permangono 24 ore dal lunedì al sabato, gestisce 125 ettari di terreno coltivato, tra cui 20 ettari di vigneto da cui si producono oltre 13 etichette di vino DOC e IGT, è capofila di un PTP “Agribusiness Valdichiana e Alta valle del Tevere”, è fondatrice dell’unico ITS sull’agroalimentare presente in Toscana, gestisce laboratori didattici, una serra, un pollaio, un campo di calcio ed altre strutture sportive, possiede un parco macchine per l’azienda agricola ed impiega del personale ATA dedicato a tutto ciò.
È evidente – dichiara la deputata cortonese del M5S Chiara Gagnarli – che sarebbe umanamente impossibile, per un dirigente non fisicamente presente nell’istituto Vegni-Capezzine, gestire una scuola di tale complessità che per Cortona rappresenta un punto di riferimento, strategico per il territorio e la sua vocazione. Tra l’altro pure la beffa – come tiene a specificare la portavoce del MoVimento – che gli alunni a marzo erano 597 e, come succede ogni anno, da marzo fino a settembre all’inizio dell’anno scolastico, sono destinati a crescere per via dei numerosi “passaggi” di iscrizione, facilitati anche dal fatto che la scuola è al confine tra 3 provincie, Arezzo, Siena e Perugia.
Non si comprende per quali motivi – aggiunge la deputata – l’USR quest’anno abbia deciso di applicare la normativa in maniera asettica e restrittiva a differenza degli anni passati, quando veniva considerata anche la media degli organici di diritto degli ultimi tre anni scolastici, senza che nel frattempo sia intervenuta altra norma modificatrice.
Ho contattato la Direzione generale per il personale scolastico del Miur, e ho interrogato Il Ministero chiedendo l’interpretazione autentica del quadro normativo attuale , segnalando come l’applicazione di un mero dato numerico metta a repentaglio una realtà formativa fortemente complessa, con pochi eguali in tutto il territorio nazionale, in dissenso con la ratio alla base della normativa nazionale.