Se non tutti i giorni, abbastanza spesso mi capitava di incontrare Giorgio Malentacchi in giro o davanti a due cappuccini che la valorosa barista Veronica ci preparava da Vannelli. Aveva orari regolari, Giorgio, usciva di casa in tarda mattinata, passava per l’edicola Ghezzi, comprava Il Manifesto piegandolo e stringendolo in mano, tornava in strada, salutava cordialmente quelli che conosceva, vale a dire tutti o quasi, e si avviava verso la pasticceria. Tutto questo non accadrà più, il 16 febbraio, Giorgio ha lasciato la moglie Gabriella, la figlia Roberta, la sorella Ivana, e noi, suoi concittadini, all'età di 89 anni mentre era ricoverato all'ospedale di Perugia, dopo un improvviso aggravamento. Da quando, la scorsa estate mi disse che era malato la prima domanda che ogni volta gli facevo era sulla salute, la risposta per mesi fu rassicurante: “Mi seguono a Perugia, il professore è bravo, oltreché compagno, la cura procede, sopporto discretamente la chemioterapia, speriamo, dai!” Poi lasciava cadere il discorso che subito passava sugli eventi locali e del mondo, dalle imminenti elezioni del sindaco di Cortona alla guerra russo-ucraina a quella della Striscia di Gaza, che gli procurava un particolare dolore. Nel vecchio secolo, a Roma, aveva conosciuto Arafat e anche Giorgio aveva creduto possibile la soluzione “due popoli due Stati”, ma purtroppo quelli che la pace potevano farla erano morti, Rabin assassinato, Arafat probabilmente pure, e dopo, pian piano, eccoci arrivati agli orrori di cui siamo tutti spettatori impotenti la sera nei telegiornali. Le posizioni politiche di Giorgio non erano mai mutate dai tempi della gioventù. Antifascista e comunista, fu consigliere comunale e vicesindaco con Italo Monacchini. Nel 1991 rifiutò la svolta della Bolognina che trasformò il vecchio PCI in PDS e fu uno dei fondatori di Rifondazione Comunista nel nostro Comune. Nelle file di questo partito fu eletto deputato (dal 1996 al 2001) e poi senatore (dal 2001 al 2002), un ricalcolo lo costrinse a abbandonare il seggio di Palazzo Madama il 20 novembre 2002, ma quando rientrò a Cortona non abbandonò la politica e ricoprì la carica di consigliere provinciale fino al 2009. Questa è la sua stringatissima biografia, a cui voglio aggiungere uno speciale riconoscimento per essere stato uno dei promotori della legge 381 dell’11 dicembre 2000 con la quale fu istituito il Parco nazionale della pace di Sant'Anna di Stazzema. Quello che non è scritto su Wikipedia o sui siti di Camera e Senato è, però, che Giorgio Malentacchi era un uomo generoso sempre disposto a aiutare gli altri, che era un vero signore, nell'aspetto e nei modi, un conversatore amabile, e che, soprattutto, era un uomo perbene e intelligente con cui era profittevole discutere. Da lui si poteva sempre imparare, ed erano lezioni, le sue, che venivano dall'esperienza, da letture meditate, dalla ferma consapevolezza che la vita, o la impieghi per il bene pubblico o non ti servirà a nulla. È morto sì, ma se la sua eredità è questa, Giorgio Malentacchi non è vissuto invano.
La salma si trova esposta, per le visite, nell'obitorio dell'ospedale di Fratta e i funerali civili si svolgeranno lunedì 19 alle ore 15.
Alvaro Ceccarelli