L’Etruria

Redazione

La vulgata sulla riapertura della Porta Bifora a Cortona

La vulgata sulla riapertura della Porta Bifora a Cortona

Da qualche tempo su Fb l'amica Elsa Magini pubblicizza lodevolmente i monumenti della nostra città con brevi essenziali Dida di presentazione. Nell ultimo post su Sei di Cortona se... sulla porta bifora ha suscitato molta curiosità sul perché è stata riaperta una sola parte e non tutti e due i passaggi..... Mi son permesso di raccontare in commento quanto a me era stato raccontato una ventina d 'anni orsono e qui lo riporto anche per i nostri lettori.


Credo che la spiegazione della riapertura di un solo passaggio sia la seguente. Almeno a me così la raccontò un amico nel lontano 1998. La porta si chiama bifora perché composta da due porte e gli etruschi avevano rigide regole sulle porte bifore. Una serviva per entrare e una per uscire. Tutti erano tenuti a rispettare la regola,che poi sembra sia stata mantenuta fin al tempo dell occupazione di Cortona da parte degli aretini cui un cortonese traditore aprì appunto quella di entrata. Cacciati dopo sei mesi circa gli aretini, il Capitano del Popolo fece murare tutte e due le parti della porta dichiarando che chiunque l avesse riaperta sarebbe morto. Insomma lanciando un vero anatema per i secoli a venire. A partire dagli anni 1950 diversi sindaci imprecando contro l oscurantismo medievale approvarono un progetto di riapertura della porta facendosi spallucce della maledizione in nome dell illuminismo e del marxismo... Ma una prima ditta non fece a tempo a portare le attrezzature da lavoro davanti alla porta che il titolare di quella ditta morì improvvisamente mentre dava l ordine di inizio dei lavori. Una seconda ditta dopo alcuni mesi riprovó ma l operaio ateo che si era offerto per iniziare ad aprire un varco tra le pietre con il classico palo di ferro  con leva d appoggio si vide sfuggire dall ingabbiatura la grossa pietra smossa e rimossa che cadendogli sulle gambe gliele schiacciò e ruppe. Anche lì i lavori si fermarono e il progetto rinviato a tempi futuri in quanto nessuna ditta si presentò più alle gare di appalto. Solo nei primi anni novanta del Novecento il sindaco Pasqui riprese in mano il progetto e dopo attento studio da parte di un etruscolgo che indicò quale delle due fosse la porta di uscita e forte di una consulenza religiosa sul fatto che la maledizione era solo sulla porta di entrata riappaltò il progetto ma limitandolo alla riapertura della sola porta di uscita e lasciando intatto il buco fatto dalla precedente ditta. Insomma la riapetura avvenne senza morti o incidenti ma solo per la porta di uscita. Sulla porta di entrata la ditta si limitò a stuccature e manutenzione di sicurezza ma si ben guardò dallo smuovere una sola pietra. Da allora nessuno è più intervenuto e nessun progetto di riapetura, a quanto ne so io, presentato. Tutti hanno paura della maledizione del Capitano del Popolo e penso proprio che ne abbiano ben d'onde in quanto ancora oggi gli aretini non hanno chiesto scusa o pagato fio per quella loro occupazione di Cortona. È il racconto che ebbi io circa vent'anni fa e qui lo riporto da modesto piccolo giornalista di strada. Prometto comunque di andare a  documentarmi e di tornare sull'argomento to con le dovute pezze d'appoggio.
Ivo Camerini