Questo Otto Marzo 2021 sarà un Otto Marzo diverso e triste a causa della malattia Covid che ancora imperversa impetuosa senza voglia di tornarsene da dove è venuta, ma il governatore della Misericordia di Terontola, Leopoldo Franchini, ci tiene a mandare un pubblico segnale di speranza e di ripartenza. Per la mattina dell’otto infatti ha invitato Margherita Ferri, Marta Sommariva, Sara Ranno (le tre donne volontarie della locale Misericordia) a passare in sede per ritirare, nel rispetto delle norme di igiene e disinfezione che da un anno vengono applicate, un rametto di mimosa.
Un rametto di mimosa offerto nel ricordo della sua mamma Gina, che fu attiva pioniera e protagonista della Festa della Donna in Cortona e in Valdichiana negli anni 1950.
A questo proposito Leopoldo, detto Poldo dagli amici, mi mostra una foto della sua mamma Gina nel palco a Cortona durante una manifestazione degli anni dopo seconda guerra mondiale ( ndr: è la signora con il fazzoletto in testa dietro l’oratore) che pubblico volentieri nel collage di corredo e mi mostra pure una fotocopia dell’intervista che le feci in occasione della Festa della Donna del 1984.
Si tratta di un’intervista di tanti anni fa che ci offre una bella fotografia di una donna contadina delle nostre terre cortonesi e, anche se datata , ripubblico qui volentieri; non solo come omaggio alla signora Gina, che, quando ero piccolo veniva tutti gli autunni a raccogliere castagne a casa dei miei genitori, ma perché testimonianza di una generazione e di un' epoca fatta di gente seria, impegnata,con tanta voglia di lavorare e che, pur avendo idee diverse, nel momento del bisogno, sapeva unirsi e lottare per il bene comune.
Ecco il testo integrale di quella ormai lontana, breve, ma simpatica intervista pubblicata nel marzo 1984.
“Quando arrivo a casa sua, a Montecchio, mi accoglie subito con un grande sorriso che le illumina il volto fiero delle sue mille battaglie. M’invita subito ad entrare in casa, senza ostentare cerimonie e, nel ricordo di quando da piccolo mi portava in braccio, mi mette immediatamente a mio agio offrendomi un vinsantino. Dopo alcuni ricordi sul mio babbo montagnino gran lavoratore, è disposta a rispondere alle mie domande, anche se ci tiene a schermirsi del ruolo che le affido e cioè di essere una bandiera ed un simbolo dell’impegno sociale e politico delle donne di Montecchio e di Cortona.
L’8 Marzo ha una sua tradizione in Valdichiana?
Si certo. Noi donne di campagna è da subito dopo la guerra che festeggiamo questa data.
Avete qualche ricordo in particolare?
Avevo mio figlio Poldo ragazzetto (l’8 Marzo è sempre stato per noi, qui a Montecchio, una festa di tutti,uomini, donne e figlioli) e siccome bisognava far volare una colomba come augurio e simbolo della pace gli feci volare la sua colombina bianca. Una colombina che lui governava e alla quale, come tutti i ragazzi, teneva tanto. All’inizio non voleva, ma poi capì e fu d ’accordo.
Come si svolgeva la festa dell’8 Marzo degli anni 1950?
Erano manifestazioni grandiose, con grande impegno e lotta, ma soprattutto feste popolari alle quali partecipavano tutti.
Le donne, tutte le donne d ’ogni partito, facevano dolci per questa festa e li offrivano alla manifestazione di ballo assieme alla mimosa. E poi, qui a Montecchio, c ’era anche una bella tradizione: una delegazione di donne portava mimose e una parte dei dolci alle donne del ricovero su a Cortona. Era davvero una festa sentita da tutti.
Come oggi?
Si come anche oggi, ma allora erano altri tempi.
Va bene Gina, ma volete dire qualcosa alle ragazze di oggi?
Si, auguro loro di vivere in pace e di trovare il lavoro. Vorrei però che fossero più sicure nei loro rapporti di fidanzamento, come lo si era noi e che credessero di più nella famiglia. Comunque anche quest’anno alla festa sarò in prima fila e le aiuterò ad offrire mimose.”
L’intervista recava il seguente titolo: “LA PAROLA ALLA GINA DI MONTECCHIO”. Come occhiello ( sottotitolo) recava: “L ’8 Marzo in Valdichiana nei ricordi di una donna militante”.
L’ ho riportata integralmente non solo per ringraziare Poldo per averla conservata, ma anche per unirmi a lui, come Etruria, agli auguri alle volontarie della Misericordia di Terontola e aggiungere, come giornalista di strada, un caro augurio di Buon Otto Marzo a tutte le volontarie delle Misericordie di Cortona, di Camucia, della Valdichiana e a tutte le donne cortonesi che vivono, militano e danno il loro tempo prezioso a tutte le Associazioni di volontariato cortonese e chianino.
Ivo Camerini