Una bella giornata popolare all’antica quella vissuta l’otto dicembre nel seicentesco Borgo San Pietro di Cortona: una parrocchia e una frazione che sorge in Val di Loreto alle pendici del monte Sant’Egidio e che, fiera dei suoi terrazzamenti ad ulivi e viti, dal lontano 1972 ogni anno si ritrova attorno alla sua chiesa e al suo parroco onorario Don Ferruccio Lucarini per ringraziare in maniera semplice ed antica il Signore e la Madonna per il raccolto d’olio nuovo concesso.
Anche in quest’otto dicembre 2018 tanta gente si è unita ai parrocchiani residenti, oggi guidati da Don Garcia Mouhingou, nel grande piazzale antistante la chiesa addobbato a festa e dominato dalle due novecentesche padelle che, attorniate dalle donne e dai giovani del Comitato guidato da Paolo Caterini e da Nicola Ottavi, hanno sfornato oltre tremila ciacce e regalato un nuovo omaggio al novantacinquenne Don Ferruccio, conosciuto da tutti come “il mitico,ultimo prete contadino cortonese”.
Insomma, una festa religiosa e popolare che per un giorno ha portato i cegliolesi ed i cortonesi ad un romantico ritorno al passato delle nostra civiltà contadina, ai ricordi e alle tradizioni dei nostri nonni, che, purtroppo, il tempo odierno tende inesorabilmente a cancellare dalla memoria e gettare nel cestino di una società liquida,ormai sempre più tesa ad imporre un presente senza passato e senza futuro.
Proprio per questo, cucina povera e cultura popolare si sono nuovamente incontrate all’ombra del campanile di Borgo San Pietro a Cegliolo per mandare un forte segnale di speranza ai nostri giovani e soprattutto un cogente richiamo a coloro che hanno responsabilità di governo a tutti i livelli, affinché si torni ai valori, agli ideali culturali, sociali e civili della Piccola Patria della cultura contadina ed umanistica sapendo che, ancora una volta, come c’insegnarono i maestri umanistici del Rinascimento italiano, “il futuro è nel nostro passato”.
In questa direzione si è mossa la rappresentazione di “Pasquèle de la Cermentosa” di Mons. Valentino Berni messa in scena, nel freddo di quell’anfiteatro naturale che il piazzale della chiesa di San Pietro a Cegliolo come ciliegina sulla torta della festa religiosa, dai noti e bravissimi cultori del dialetto chianino e cortonese, Rolando Bietolini e Carlo Roccanti, introdotti da mirate e concise presentazioni storiche del professor Sergio Angori e da chi scrive.
Alla manifestazione di “Omaggio al Dialetto Chianino” ha portato il saluto del sindaco Francesca Basanieri e dell’Amministrazione comunale, sponsor da ben venticinque anni di questa iniziativa, il consigliere comunale Silvia Ottavi, che, nel suo breve discorso, ha rivolto anche un commosso saluto all’anziano parroco Don Ferruccio Lucarini, che il 31 dicembre festeggerà il suo novanteseiesimo compleanno. Hanno inviato messaggi di saluto e di plauso per questa festa contadina l’assessore Andrea Bernardini, il consigliere Luciano Meoni, il generale in pensione Roberto Pulicani, il giudice della Corte di Cassazione Giacomo Fumu, il presidente della BPC, ingegnere Giulio Burbi ed alcuni personaggi che negli anni passati ricevettero il “premio civiltà contadina” ( quest’anno provvisoriamente sospeso): Franco Migliacci, Mario Aimi, che ha assistito a tutto lo spettacolo dialettale, Ferruccio Fabilli e don Alvaro Bardelli.
Don Ferruccio Lucarini, in grande spolvero, nonostante gli acciacchi e il suo handicap deambulatorio, ha ringraziato tutti gli intervenuti e dato appuntamento all’otto dicembre 2019, ”sempre che il Signore e la Madonnina vogliano”.
La Santa Messa è stata concelebrata da don Sevère Boukaka e da don Garcia Mouhingou.
Il pranzo sociale della festa si è svolto nel vicino salone del Centro Polisportiva Val di Loreto,ottimamente organizzato dall'infaticabile presidente Loriano Biagiotti.
Ivo Camerini