Mercoledì 25 ottobre 2023, in un affollato Teatrino del Seminario in Palazzo Vagnotti, è andata in scena la Cortona bella delle "radici" e delle "sentinelle" della vita cortonese umanistica e cristiana.
L' evento culturale rappresentato al piano terra dello storico palazzo cortonese (oggi icona della cultura scolastica territoriale e ieri ( dal 1600 circa fino al 1968) icona della cultura formativa religiosa della "Ecclesia diocesana cortonensis") si è snodato attraverso due storytelling paralleli , che partendo dalla narrazione appassionata ed emozionante di Isabella Bietolini, di Luca Primavera, di Romano Scaramucci e di don Giovanni Ferrari per una rassegna storico-letteraria della "stampa cortonese dall'unità d'Italia ad oggi" hanno trovato convergenza ideale, culturale nell'importante discorso conclusivo donato dal nostro vescovo Mons. Andrea Migliavacca alla "serata d'onore per gli splendidi ottant'anni di Vincenzo Lucente". Una serata d'onore culturalmente umana e semplice, anche nella sua narrazione appassionata dell'antico cattolicesimo cortonese, soprattutto, senza le solite luci delle ribalte mondane tanto di moda nel nostro tempo odierno, nuovamente ammalato di "baroque", di " barocchismo" e di " seicentismo italiano".
Una serata ricordevole soprattutto per il significativo, magistrale discorso del vescovo Andrea Migliavacca, che, al termine delle sue calde e fraterne parole pastorali, ha consegnato a Vincenzo Lucente la targa regalata in questa occasione dai vicedirettori, dalla redazione e dai collaboratori tutti.
Per quanto possibile e nei tempi che saranno necessari, pubblicheremo gli atti di questa bella serata di giornalismo cortonese dedicata agli ottant'anni del 'forestiero' Enzo Lucente, fattosi 'fiero cortonese' nei suoi quasi sessant'anni di vita professionale , civile e sociale in Cortona e nei suoi quarantacinque anni di direzione del giornale L'Etruria.
Una serata di omaggio e di amicizia, che ha avuto anche l'epilogo di tanti regali personali al nostro direttore da parte di amici e collaboratori storici de L'Etruria , come il francescano Federico Cornacchini (intervenuto a nome della comunità religiosa di Santa Margherita) e del giovane camuciese Luciano Catani, intervenuto a nome del locale Circolo del tennis.
La pubblicazione degli atti naturalmente inizia con l'intervento introduttivo di chi scrive, che ha avuto l'onore e il piacere di organizzare e coordinare una serata cortonese "catacombale" (nel significato dato al termine dai primi cristiani nella Roma antica ed imperiale) e guidata, con grande affetto ed amicizia dal "buon pastore" Andrea .
"Buona sera e un grazie di cuore a tutti i presenti. Un grazie particolare a S.E. Mons. Andrea Migliavacca, che ci ha fatto il dono di essere qui con noi in questo luogo così particolare e caro alla cultura, alla formazione religiosa ed ecclesiale della Cortona antica e cattolica. Stasera ci ritroviamo, per nostra fortuna in tanti, infatti in un palazzo importante e , dal 1600 circa fino al 1968, icona storica della Cortona ecclesiale ed oggi icona della cultura laica e scolastica cortonose in quanto sede del nostro prestigioso Liceo Classico Luca Signorelli: Ci ritroviamo qui per un momento significativo e fraterno di omaggio al nostro direttore Vincenzo Lucente. Nell'invito pubblico fatto con L'Etruria del trenta settembre scorso abbiamo titolato questo evento " Serata d'onore per Vincenzo Lucente", ma come potete già constatare dal luogo dove siamo questa è una serata d'onore diversa da quelle mondane che siamo abituati a vedere in giro. E' una serata d'onore diversa e volutamente semplice di omaggio ripsettoso e fraterno agli splendidi ottant'anni di un amico, protagonista, da quasi cinquant'anni, della vita civile, culturale, sociale e giornalistica della nostra comunità cortonese. siamo qui per un omaggio senza i riflettori , le lunimarie della grande ribalta cittadina che spetterebbe ad Enzo , cioè il proscenio del nostro Teatro Signorelli, noto e famoso in tutto il mondo, o il proscennio degli scranni consiliari di palazzo Comunale dove egli nei lontani anni 1980 sedette da protagonista democratico cristiano. Siamo qui , ripeto, per un omaggio semplice, ma incorniciato nell'amarcord giornalistico della nostra importante stampa cortonese dalla fine dell'Ottocento ai nostri giorni. Incorniciato cioè in un cammino umano, in un percorso di vita cittadina condivisa o avversata nel fine supremo del bene comune. Un cammino, un percorso in cui si colloca a pieno titolo il nostro giornale, L'Etruria, che è da sempre e lo rimane tutt'oggi, un raro, prezioso diario di bordo della nostra Cortona, da fine ottocento ad oggi, cosi come lo è stato dagli anni 1950 agli anni 1990 anche il settimanale diocesano La Voce di Cortona di don Benedetto Magi e di don Benito Chiarabolli alla cui scuola molti di noi, in gioventù, hanno riempito la propria cassetta degli attrezzi del giornalista.
Il nostro di questa sera non è una sessione di studi o un convegno academico, ma è un incontro tra amici e colleghi che fanno volontariato nell'importante, anche se oggi molto bistrattato, settore della comunicazione cittadina e territoriale stampata o radiofonica. un incontro tra amici e colleghi, che, sotto le poche , ma calde, luci accese di questo teatro, vogliono festeggiare con le ragioni del cuore, con il sentimento fraterno e cristiano un amico che , nell'ormai lontano 1975, in un sabato pomeriggio di fine estate,assieme ad altri allora giovani coraggiosi cortonesi (tra i quali anche chi vi parla), salì le scale di Palazzo Cristofanello per recarsi allo studio del notaio Bucciarelli e riaccendere il fuoco giornalistico de L'Etruria, che si era spento nel 1973 con la morte del suo ultimo direttore e proprietario Raimondo Bistacci, il mitico Farfallino.
Insomma, siamo qui per un'ora di festa insieme e di ragionamenti forti sulla libertà, sulla democrazia, sulla convivenza pacifica di tutta l'umanità, anche se fuori in questo autunno 2023, nuovamente tormnetato e straziato dalla guerra e dalla violenza terrosristica, c'è ben poco da festeggiare per via di questa terza guerra mondiale ( "ibrida e a pezzi", come l'ha definita Papa Francesco). Siamo qui per un'ora di incontro che ha anche la pretesa non secondaria di riaprire la finestra del cuore e della ragione cristiana che tanto servirebbe anche alla nostra Cortona , oggi molto cambiata dopo la stagione pandemica e non più incammianta nella sua dimensione di "piccola patria" di memoria pancraziana e francioliniana.
La nostra Cortona oggi (e da tempo) non è più la "città del silenzio" descritta da Gabriele D'Annunzio o " il gigante adormentato sulla collina" cantato negli anni 1960 dal nostro concittadino ed amico Franco Migliacci, recentemente scomparso, ma per noi de L'Etruria rimane pur sempre un luogo dell'uomo cristiano che fa domande e cerca risposte nel suo pellegrinaggio terreno sia per il presente sia soprattuto per il futuro dei propri figli e nipoti, come ci insegnò anche il grande filosofo Cartesio.
Questo nostro incontro sulla stampa e la comucicazione cortonese, che ripeto non ha nessuna pretesa di convegno scientifico, si articolerà in quattro interventi di diceci minuti circa cadauno ed è affidato alle belle parole che senz'altro ci regaleranno tra poco la collega ed amica Isabella Bietolini, il giovane amico giornalista aretino Luca Primavera, il professore ed amico Romano Scaramucci, il parroco di Cortona don Giovanni Ferarri e sopratutto alle parole pastorali e magistrali che con il suo discorso conclusivo ci donerà il nostro vescovo Andrea.
A loro , come coordinatore dell'incontro, do subito la parola nell'ordine stabilito dal programma, ricordando però prima dei loro interventi alcuni dei titoli più significativi dei periodici cortonesi conservati nella nostra Biblioteca Comunale e dell'Accademia Etrusca, dove L'Etruria è digitalizzata e consultabile online attraverso il link al sito del nostro giornale, che l'ha messa a disposizione in un pro-bono personale, mentre La Voce di Cortona è invece solo una collezione miscellanea cartacea, non rilegata e, pertanto, invito chi avesse la collezione completa de la Voce di Cortona a farne dono, magari in versione digitale, alla nostra istituzione culturale cittadina".
Ivo Camerini