Tutta Cortona e tanti amici arrivati da vicino e lontano, nel pomeriggio di sabato 16 ottobre 2021, sono saliti al Santuario di Santa Margherita per l’ultimo saluto a Riccardo Baracchi.
I funerali religiosi di questo noto, stimato ed amato imprenditore cortonese, morto prematuramente per un infarto mentre si trovava all’estero (nei boschi di Tetovo, in Macedonia, per una battuta di caccia) sono stati celebrati dal vescovo emerito di Lucca, S.E. Mons. Italo Benvenuto Castellani. Con lui hanno concelebrato la santa messa solenne Mons. Ottorino Capannini, il Rettore del Santuario , padre Giancarlo Rosati, don Aldo Manzetti, vicario di Camucia e della Val di Loreto.
Tanti gli amici e i semplici conoscenti che si sono stretti attorno alla moglie Silvia, al figlio Benedetto, al fratello Mario e ai parenti tutti per un abbraccio fraterno e commosso sotto la luce ed calore del cielo azzurro e assolato di Cortona, che, in questo triste sabato ottobrino, ha voluto proteggere ed illuminare la partenza di Riccardo per il misterioso viaggio della morte. Quasi come segno cristiano di un saluto speciale e di apertura delle porte della Gerusalemme Celeste ad un pellegrino, che tanto ha dato e fatto nel suo viaggio terreno, nella sua amata patria.
Molto profonda e toccante l'omelia tenuta durante la Celebrazione Eucaristica da S.E. Mons. Italo Castellani, vescovo emerito di Lucca, che tra l'altro ha detto:“Ringraziamo anzitutto Dio, Autore della vita, per il dono che Riccardo è stato per la Sua famiglia: per l’Amore profondo che ha donato, profuso e condiviso con la Sua amata Silvia, con Benedetto e la Moglie, insieme al nipotino Alessandro, il fratello Mario e tutti i Suoi Cari.
Ringraziamo Riccardo per essere stato insieme a Silvia e Benedetto -non tanto o soltanto un produttore di ottimi vini e di alimentazione di qualità- ma per aver amato la “Terra”, nostra “Madre Terra” come la chiama San Francesco, che contemplava e riconosceva nella Terra la prima grande opera d’Amore di Dio Padre a servizio dell’uomo, del cui carisma Riccardo era molto devoto: “Laudato si, mi Signore, per nostra madre terra che ci sostenta e ci governa…, che produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”. Ringraziamo quindi Riccardo che, con la passione e l’ amore per “Madre terra” che aveva nel cuore, ha reso più bello un significativo fazzoletto di terra della nostra Valdichiana, facendosi ambasciatore con i suoi prodotti della bellezza di Cortona in diverse parti del mondo”.
L'Arcivescovo Castellani ha poi aggiunto: "Questa triste occasione , la morte improvvisa e prematura di Riccardo, diventa e può trasformarsi in un vero dono per tutti noi nella misura in cui ci poniamo con sincerità nel profondo e nell' intimo della nostra coscienza una domanda che sicuramente tante volte ci siamo posti: “Che senso ha la vita se poi siamo destinati a morire per sempre?”. A questa domanda non ho per me altra risposta, e volentieri la condivido con Voi familiari e con tutti i presenti, se non la risposta e la promessa della Parola di Dio Padre, di Gesù Il Risorto, “il primo dei Risorti”, come lo chiama San Paolo: “Io sono il Risorto , chi crede in me non muore…Io vado a prepararvi un posto”.
Gesù, come ci documenta il Vangelo, chiede in merito alla sorella dell’amico Lazzaro.che lo stava ascoltando:”Credi tu questo?”. E’ la domanda che stasera la Parola di Dio pocanzi ascoltata pone a noi: domanda che non possiamo eludere se non rinnovando la nostra adesione al Vangelo di Gesù a e al modo di vivere sulla Sua Parola la nostra non facile quotidianità nell’ orizzonte della Risurrezione Questo è il momento della fede in Gesù Risorto e di una rinnovata adesione al Vangelo di Dio vivendo e partecipando alla vita della comunità ecclesiale a partire dalla Eucaristia domenicale".
L'Arcivescovo Castellani ha poi concluso: "Circa due mesi fa, dopo diverso tempo, ho incontrato Riccardo. E’ stato un momento di sincero affetto e di gioia reciproca. Nella sua nota generosità l’incontro si è concluso con l’invito: “Ti aspetto a cena”. Non ho trovato tempo e me ne dispiace per rispondere a questo gradito invito. Carissimo Riccardo -alla luce del Vangelo ascoltato, che ci ha proposto l’istituzione dell’Eucaristia nell’ ultima cena di Gesù con i Suoi discepoli- siamo qui, insieme ai Tuoi Cari e a tanti amici- a condividere la Cena del Signore e la Sua promessa: “Chi manga di questo pane e beve di questo calice non muore, ma vivrà in eterno…Prendete e mangiate, bevetene tutti”. E' l’invito di Gesù che ci terrà uniti per l’eternità nella “Cena delle Cene” che stiamo in questo momento celebrando, a cui c’invita Gesù facendoci Suoi commensali per l’eternità. E, citando ancora S. Francesco, invito tutti noi a lodare Dio per il dono della vita che non muore e a guardare la morte come una “Sorella” che c’introduce nell’ eternità:'Laudato si, mi Signore, per nostra sorella morte corporale' ".
Al termine della funzione religiosa, nell'affollata Basilica di Santa Margherita e nel piazzale antistante, la moglie Silvia, il figlio Benedetto hanno ricordato e salutato Riccardo. Poi anche alcuni amici hanno avuto parole di saluto e ricordo, tra cui Stefano Bardelli , che ha rivolto un saluto personale all’amico di gioventù e di una vita con queste brevi, commosse parole che riportiamo integralmente:
“Riccardo, ti abbiamo lasciato in una giornata piena di luce e sole. Mia madre che ti voleva tanto bene, avrebbe detto: ”Il sole bacia i belli” e ti avrebbe abbracciato forte, come faceva ogni volta che venivi a trovarla.... Non voglio raccontare qui tutto quello che hai costruito insieme a Silvia...lo hanno già fatto in tanti. Giornali, televisioni, anche l’Ansa ne ha parlato.... Io invece ho voglia di parlare di amicizia... Sapete cosa vuol dire essere amici per una vita? Un’amicizia di quelle: “Stefano vieni!”. “Sì, arrivo subito!”. Senza ma... senza perché... senza: “Un che c’è?... Senza un: “Che vuoi?”…. L’incoscienza della gioventù.... ne abbiamo fatte tante che ci sarebbe da scrivere un libro.... Forse è meglio di no.... Sempre pronti, le serate in giro, discoteca, calcio, la squadra del Montanare, dove ci mancava solo Oronzo Canà. Però, anche l’allenatore che avevamo, non era tanto diverso dal suo più ‘famoso’ collega!…. Tanti i ricordi che si sovrappongono in questo momento.... Come finiva la scuola, di corsa in mezzo ai campi: il tabacco, le notti a Liscinano Niccone. Aiutarti in mezzo alla tua terra non era un lavoro, era un divertimento. E poi, la sera, stanchi morti andavamo a mangiare la pizza al Vallone. Ti sentivi in debito, volevi offrire tu, ma sinceramente avrei pagato io per stare insieme. Quanto pagherei ora, per rivederti ancora…. Ringrazio Dio, che mi ha dato modo di vederti sabato mattina, prima che tu partissi per andare a caccia nel posto che più amavi. Quanto eri sereno e felice!.... Mi dicevi spesso, facendo pesare i due anni di più: “Ti ho attaccato un sacco di vizi, ma quello della caccia non ci sono riuscito!”….. Quanti ricordi, tanti quanto una vita. Tanti li custodirò gelosamente, solo per me; ma non passerà serata con gli amici che non racconterò qualcosa di te. Mi mancherai finché Dio mi permetterà di ricordare, e non so, se potrò mai abituarmi alla tua assenza”.
La offerte raccolte durante i funerali verranno destinate dai familiari per l'acquisto di un macchinario da donare alla Cardiologia dell'ospedale San Donato di Arezzo.
Riccardo Baracchi era non solo il titolare della cantina Baracchi Winery e del ristorante stellato e residenza di charme Il Falconiere di Cortona, ma anche un attento, fedele lettore del nostro giornale. L’Etruria tutta si unisce al dolore di Silvia,di Bendetto, di Mario e dei parenti tutti in un abbraccio e porge loro cristiane condoglianze.
A Riccardo un mio personale Ciao, scambiatoci tante volte nelle strade cortonesi, e soprattutto: “Che la terra ti sia lieve. Buona strada nelle eterne praterie della Gerusalemme Celeste , dove ‘possa la strada alzarsi per venirti incontro, / possa il vento soffiare sempre alle tue spalle,/ possa il sole splendere sempre sul tuo viso’ ".
Ivo Camerini