Apprendiamo con molta preoccupazione dall’articolo de “Il Tirreno” del 6 settembre 2015, che l’agenzia della sicurezza ferroviaria ritiene che non solo i Jazz e i Vivalto, ma tutto il resto del materiale rotabile del trasporto regionale non debba più percorrere la galleria del San Donato se non dietro certificazione e assunzione di responsabilità da parte delle imprese costruttrici delle carrozze.
Quello che sospettavamo purtroppo si è avverato: la porta del treno Jazz volata il 20 luglio nella galleria San Donato mentre incrociava in Frecciarossa è stata l’occasione per bandire i treni pendolari dalla linea direttissima Arezzo-Firenze. Questo significa aumentare il percorso ferroviario Valdichiana-Firenze-Valdichiana di 20 min teorici perché nella pratica diventerebbero tra i 30 e i 40 min. E questo è inaccettabile perché si torna indietro di 20 anni a vantaggio del 5% dei viaggiatori dell’Alta Velocità. Per 12 km di galleria San Donato, i treni AV possono benissimo diminuire la velocità a 160 km/h, come quella dei treni pendolari.
Pertanto i pendolari della Valdichiana chiedono al governatore Rossi, all’assessore ai Trasporti Ceccarelli, ai vertici di Trenitalia ed Rfi di garantire la sicurezza imponendo la limitazione della velocità a tutte quelle Frecce e Italo che incrociano treni regionali nella galleria di San Donato finché non saranno ottenute tutte le necessarie certificazione o apportate tutte le opportune modifiche alle porte da chi di competenza.
Non è tollerabile che a pagare le conseguenze dello scarico delle responsabilità siano ancora una volta i pendolari della Valdichiana, città di Arezzo e Valdarno che vedrebbero allungare i tempi di percorrenza dei loro viaggi.
Nell’area fiorentina si spenderanno almeno 1,65 miliardi di euro per accorciare di poco più di 5 minuti la percorrenza delle Frecce e Italo nella tratta Bologna-Firenze-Roma. Non si può accettare che per migliaia di pendolari Toscani invece l’unica soluzione per garantirne la sicurezza sia l’allungamento dei tempi di viaggio.