Non è difficile individuare quell’area all’incrocio di Via Capitini con Via Gramsci ancora non edificata e ora cantierata; è l’ ultimo, ma non il primo, tra i pochi brandelli inesplorati, che potrebbe contenere altre vestigia del glorioso passato di Camucia.
In passato si è assistito a devastazioni senza precedenti ; come più volte ricordato, in quell’area sono state prelevati e letteralmente macinati 5.500 mc di materiale archeologico ;” Un insieme di strutture interessate da varie fasi diacroniche, che le hanno viste, per un lungo arco di tempo che va almeno dal VI secolo a. C. al IV d. C., sorgere, svilupparsi regredire, obliterarsi.
Nel complesso, si tratta di ritrovamenti eccezionali, che gettano nuova luce sulle forme di culto etrusche e aprono squarci inediti sulla storia del territorio cortonese in epoca etrusca, precedentemente in massima parte limitata a ritrovamenti funerari o occasionali. “ ( S. Gallorini)
Successivamente, nell’area difronte alla Usl, pur intervenendo con maggiore cautela, per motivi puramente economici che qui non è il caso di raccontare, si è stati costretti a sotterrare un’area sacra di eccezionale valore archeologico: non c’è stata la devastazione precedente ma cemento e asfalto hanno sottratto a Camucia insieme al godimento l’orgoglio delle sue origini e un importante volano economico/ culturale.
Rimangono due brandelli di territorio, uno pubblico, la Maialina, e uno privato, che rientrano in quell’area di rilevanza archeologica individuata a monte e a valle della SS71 .
A monte della statale in questi ultimi giorni sono stati eseguiti, come previsto dal piano regolatore, dei saggi esplorativi sotto la supervisione della Sovrintentenza ( non siamo a conoscenza dell’eventuale sopralluogo della P.M. e/o dell’Assessorato alla cultura del ns Comune).
Sappiamo con certezza che ci sono stati dei primi ritrovamenti, subito prelevati e trasferiti altrove per il loro studio e datazione.
E qui l’argomento si fa scottante proprio in virtù del fatto che trattasi di proprietà privata.
Il sistema legislativo italiano prevede con l’art 840 del codice civile “La proprietà del suolo si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene , e il proprietario può fare qualsiasi escavazione od opera che non rechi danno al vicino. Questa disposizione non si applica a quanto forma oggetto delle leggi sulle miniere, cave e torbiere . Sono del pari salve le limitazioni derivanti dalle leggi sulle antichità e belle arti [839], sulle acque [909], sulle opere idrauliche e da altre leggi speciali [Cost. 42].
Il proprietario del suolo non può opporsi ad attività di terzi che si svolgano a tale profondità nel sottosuolo o a tale altezza nello spazio sovrastante , che egli non abbia interesse ad escluderle .”
Come si vede le leggi esistono e sono chiare ma, come da noi più volte sostenuto e per ribadire che non siamo sempre contrari a tutto, esiste anche il buonsenso, che talvolta s’ impone per trovare soluzioni che non escludano per il soggetto privato la possibilità di esercitare il diritto d’impresa.
Quell’area riteniamo NON debba essere sottratta alla comunità camuciese, che troppo ha pagato in termini di vivibilità e dignità. Quest’area deve essere esplorata e recuperata al godimento pubblico e alla storia.
Il problema dei costi , se pur importante , è secondario e risolvibile con ingegno, impegno e anche con un pizzico di follia visionaria: cosa diventerebbe Camucia con un parco archeologico fruibile a tutti? Quali vantaggi culturali, economici, di prestigio e dignità?
Per questo pensiamo a collaborazioni con Università ( vedi esperienza villa dell’Ossaia) o allargamento del Parco archeologico del Sodo, o altro. Basta volerlo, basta che il Comune si faccia portatore dell’interesse al recupero nei luoghi deputati alla tutela e valorizzazione per patrimonio storico e artistico. ( Non doveva essere individuata una figura deputata al reperimento di finanziamenti? Che fine ha fatto il bando?).
Noi crediamo che anziché nuovo cemento serva dare inizio ad una nuova era, che anteponga l’ottimizzazione urbanistica dell’esistente alle nuove costruzioni.