Non è stato facile, ma alla fine il ritrovo c’è stato e anche il tempo ha concesso una bella giornata autunnale per un riabbraccio che è stato sia familiare sia istituzionale.
L’ex allievo, avvocato Roberto Saccarello, conservatore di memorie scritte e fotografiche sulla vita del seminario diocesano cortonese, ha più volte evocato l’attinenza tra ciò che avvenne tra le mura del seminario e il clima montante di contestazione antiautoria che di lì ad un anno avrebbe incendiato l’emisfero nord del mondo studentesco, nel fatidico ’68. Furono motivi non certo ininfluenti, sulla chiusura del seminario nel ‘67 dopo secoli di attività, infatti certi estremismi autoritari praticati dagli allora vertici del Vagnotti. Modi di fare e di vivere insopportabili anche per giovani che dovevano avere nella loro prospettiva adulta l’impegno di sottoscrivere voti di obbedienza e castità. Si anche voto di castità, cioè quel voto religioso di cui tanto da decenni si dibatte nella Chiesa romana. Un voto innaturale quello di castità sul quale la Chiesa ancor oggi non trova il bandolo della matassa, rinviando sine die decisioni che, in parte, potrebbero risollevarla dal declino inarrestabile di vocazioni sacerdotali e monastiche. Ma prescindendo dai quei voti di derivazione controriformistica, declinati giustamente dai religiosi a modo loro oltre le norme canoniche, la chiusura del seminario cortonese, più che altro, fu il frutto della epocale trasformazione del vivere civile, sociale, culturale, economico dell’Italia, della Cortona degli anni 1960.
Venerdì 15 settembre, sotto il beneplacito di tre Vescovi - il cortonese Castellani arcivescovo di Lucca, l’arcivescovo Fontana di Arezzo e il vescovo Giovannetti a riposo - si sono incontrati di nuovo alcune decine di ex allievi a 50 anni dalla chiusura del seminario, salutati anche dalla sindaca Francesca Basanieri in Municipio.
Un reincontro reso possibile dalla paziente regia dell’infaticabile organizzatore Ivo Camerini, che ci ha permesso di rispolverare all’istante vecchi legami, via via che le persone arrivavano in piazza Signorelli dalle più svariate località del Centro Italia.
Al caffè nei locali dell’antico bar della Posta e in Municipio, ma poi anche a pranzo e nella basilica di Santa Margherita, la maggioranza è stata sempre e indiscussa a favore dei laici. Di quell’ultima generazione di seminaristi, infatti sacerdoti divennero in pochi. Solo Italo Castellani, Giovanni Tanganelli, Antonio Garzi, Franco Giusti, Alvaro Bardelli e Vannuccio Fabbri, che per decenni è stato l’ultimo prete cortonese.
Alla brigata d’un giorno si sono aggiunti il più anziano don Ferruccio Lucarini e i bien âgé ,ma ancora dinamici, don Ottorino Capannini e don Ottorino Cosimi. Tra gli assenti sono stati ricordati i preti e i laici che, per varie motivazioni, non hanno potuto essere presenti, ma hanno inviato saluti e i non pochi scomparsi, che da allievi o da insegnanti fecero parte di quella particolare esperienza educativa rappresentata dal seminario.
Come è stato ben sottolineato dal prof. Ivo Ulisse Camerini nel doveroso saluto al Sindaco Basanieri, molti degli ex-alunni oggi sono grati al Seminario Vagnotti in quanto fu un'esperienza forte e viva di vita studentesca. Tutti quanti infatti ebbero la ventura di vivere quella rigida e complessa formazione, nella quale, oltre a consentire studi elevati anche a figli di gente meno abbiente, furono offerti, dati valori non effimeri e universali di solidarietà ed etici soprattutto nelle relazioni sociali e nelle responsabilità pubbliche. Inoltre a non mancarono mai agli ex-alunni da parte di quasi tutti i migliori insegnanti gli insegnamenti di base su come cavarsela in ogni contesto, talché vige il detto che alla scuola dei preti non crescono bischeri.
L’impeccabile organizzazione di Ivo Camerini, amico di tante battaglie culturali,ma anche sociali e politiche, e di cui in quest’occasione sono stato un felice assistente, ci ha regalato anche un ottimo convivio della rinomata cucina monastica dei Minori francescani di Santa Margherita. La giornata, di cui certamente si conserverà un proficuo e buon ricordo, è stata conclusa da una celebrazione religiosa,non retorica, ma resa carica di sentimenti affettuosi dal celebrante don Italo Castellani.
www. Ferruccio Fabilli.it