Incontro David Banelli, settantotto anni magnificamente portati, alle sette e dieci di sabato mattina al Vallone sul grande piazzale del capannone della sua conosciutissima ed affermata ditta “BI”, cioè “Banelli impianti s.r.l.”.
Da buon capitano d’impresa artigiana, infatti , anche se è in pensione e la ditta è ormai affidata alle forti capacità professionali dei figli Marco e Mauro, che da vent’anni sono il suo orgoglio imprenditoriale e i suoi forti “bracci aziendali”, David è tutte le mattine il primo, attorno alle sei e mezzo, ad aprire i cancelli, ad entrare e ,seguito dai figli verso le sette, a preparare, ad organizzare il lavoro quotidiano.
Come mostra la foto-collage di corredo, è proprio lui che controlla la pulizia dei furgoni e la dotazione del necessario per il lavoro dei suoi operai, che non solo devono essere puntuali e professionali, come da buona tradizione cortonese di una volta, ma anche sempre sorridenti , educati e puntuali nell’assolvimento delle richieste del cliente in quanto , mi dice: “ siamo noi artigiani l’immagine , la vera pubblicità del nostro fare, della nostra serietà e capacità di arte manuale e di produzione e riparazione di beni e servizi”.
David Banelli (che partiti i figli e gli operai per il lavoro, si ferma una mezz’ora in ufficio a raccontarmi la sua storia e il suo straordinario curriculum di artigiano chianino all’antica) nasce a Castiglion Fiorentino il 20 gennaio 1942.
Figlio di Giovanpasquale Banelli ( detto Pasqualino ) e di Gina Giommetti, figlia di Giommetti Leone , noto signore agrario nella Valluberti del Primo Novecento, David è un ragazzino dall’argento vivo addosso e, come tanti coetanei della Castiglioni e della Valdichiana degli anni 1950, finite le elementari , a poco più di undici anni, va a fare il garzone di bottega dal radiotecnico autodidatta Giusepe Roccelli, dove impara l’abbecedario dell’elettricità, della microsaldatura e del lavoro manuale con forbici, cacciavite e chiave dinamometrica.
A diciassette anni, cioè finito l’apprendistato, va ad Arezzo a lavorare come operaio in un “ingrosso” di materiali elettrici e di elettrodomestici che allora, nell’Italia di fine anni 1950 e primi 1960, rappresentava uno dei settori del boom economico nazionale.
David lavora molto come operaio installatore di antenne Tv. Un lavoro , mi dice, che "mi forma come artigiano e come uomo con la testa sulle spalle”. Aggiungendo, con l’ancora vivo orgoglio del ragazzo spericolato che si fida solo delle proprie mani , dei propri piedi e del proprio equilibrio psichico: “ è soprattutto sui tetti del centro storico di Arezzo, in quegli anni da me 'battuti' in lungo e in largo pur senza mai legarmi o assicurarmi come le ferree regole odierne giustamente impongono, perché non c’è più quella società del vivere lento e godibile di allora, che ho imparato ad amare il lavoro e il sacrificio che comporta il farlo bene”.
A ventidue anni, fatto il servizio militare a Palermo, si sposa con Olga Lunghini, sorella dei conosciutissimi camuciesi Armando e Maria. Il primo è il noto e stimatissimo gommista di Camucia e la seconda , è la moglie del grande Emilio Caprai , fondatore del Cam di Ferretto.
Pochi mesi dopo le nozze David decide di mettersi in proprio ed apre un negozio di elettrodemostici e lampadari in Castiglion Fiorentino. Ma il lavoro del commerciante non fa per lui e appena un anno dopo viene ad abitare con Olga in Camucia, dapprima in Salcotto e poi nell’attuale bella casa di via della Fonte, mettendosi a fare l’elettricista in proprio. Cioè quel lavoro artigianale che tanto l’appassionava da bambino e cui abbina, negli anni successivi della grande crescita dell’edilizia camuciese, quello dell’idraulico e del montaggio degli impianti di riscaldamento.
Gli ultimi tre decenni del Secondo Novecento vedono David in continua performance economico-lavorativa e di crescita della sua ditta, che, con l’apporto dei figli Marco e Mauro, diviene l’odierna “Banelli impianti srl”, nota ed apprezzata ben oltre le terre di Cortona e della Valdichiana.
Nei primi anni duemila, infatti, la sua ditta acquista il grande capannone di Vallone, dove i Banelli si ristrutturano da azienda familiare in società srl per impianti elettrici, idraulici, di sistemi di allarme e di sicurezza privata per uffici ed abitazioni, di automazione in generale degli edifici.
David Banelli nel raccontarmi di questa sua nuova avventura imprenditoriale costruita al Vallone di Camucia, assieme a i suoi due figli cinquantenni Marco e Mauro, è leggermente commosso per la tanta strada fatta, ma fiero e pieno di orgoglio per essere ancora in campo e “ la mattina il primo ad entrare in ditta e la sera l’ultimo a chiudere la porta”.
“ Sono davvero orgoglioso -mi dice- del mio lavoro e della mia famiglia che, in una società purtroppo allo sbando morale e civile, sono oggi il mio porto sicuro per affrontare la terribile bufera in cui la globalizzazione ci ha immersi”.
“Non so come usciremo da questa crisi in cui anche la nostra società locale è ormai entrata – mi aggiunge al termine della nostra simpatica e amicale chiacchierata – ma io ho fiducia nei giovani. I giovani sono energia potente se hanno volontà di guardare avanti e di cambiare le cose con serietà, passione e una famiglia alle spalle come ho avuto io per realizzare il mio sogno di artigiano, di persona attaccata al lavoro. Grazie all’apporto dei miei figli la mia ditta artigianale si è trasformata in società srl con dieci dipendenti. Dà lavoro, cioè, a dieci famiglie oltre alla mia e a quelle dei miei figli; ma questi ultimi dieci anni di vita italiana hanno reso sempre più difficile il lavoro e la prospettiva di sviluppo per chi ha voglia di fare, di lavorare con onestà e serietà. Certamente oggi la rivoluzione tecnologico-digitale impone grande cultura e preparazione per chi vuol lavorare, ma se lo Stato non aiuta i giovani a trovare lavoro, ad agevolare il loro ingresso nel mercato del lavoro eliminando lacci, laccioli di una burocrazia sempre più dittatoriale e non abbassa le tasse, non vedo un buon futuro per il nostro paese. E alla sera, quando chiudo il cancello della mia ditta, il buio si fa sempre più fitto se penso all’avvenire dei miei nipoti, dei tuoi e di quelli di nostri tanti amici cortonesi e castiglionesi”.
Sono parole forti e sentite queste dell’artigiano David Banelli. Parole sagge che il giornalista di strada raccoglie, innanzitutto per i lettori de L’Etruria, con l’ attenzione e il rispetto dovuti all’attività ultracinquantennale di un maestro-artigiano, che tanto ha fatto e dato per la nostra piccola-grande Cortona, per la nostra piccola-grande Valdichiana. E, naturalmente, questo omaggio all'opera e alla professione di questo grande maestro artigiano, non può che concludersi con il classico: "Lunga vita al cortonese e castiglionese David Banelli!".
Ivo Camerini