In queste lunghe giornate di inizio estate , in attesa di riaprire il suo noto albergo-ristorante Portole, fermato come tanti altri dalla pandemia del Covid-19, Franco Lunghi si è dedicato al restauro e alla pulizia del monumento a don Francesco Chiericoni, parroco di Tornia nell’Ottocento e noto poeta dialettale con il nome di Maranguelone Cerro da Tuorgna.
Il monumento, eretto da Franco negli anni della sua gioventù assemblando due grandi massi della nostra pietra serena posti sul muro di confluenza del bivio per Casale e Tornia, fu benedetto in una domenica mattina dei primi anni 1990 dall’indimenticabile don Antonio Anderini ed inaugurato dall’allora sindaco di Cortona Ilio Pasqui.
Una folta vegetazione in questi ultimi anni aveva nascosto questo spartano monumento alla vista dei passanti e Franco ha provveduto a liberarlo e a rinfrescare con vernice nuova la scritta “ I torniesi riconoscenti posero”.
E’ un atto di amore alla nostra montagna cortonese che, in questi giorni di un’estate diversa e sotto scacco per la pandemia sanitaria del coronavirus, segnaliamo volentieri per invitare tutti i cortonesi a salire al fresco di Portole, dove Franco, la sua figlia Elisa e il suo genero Daniele li aspettano con i panini e le bevande del loro rinomato bar e alimentari, ma anche con le letture delle poesie di Maranguelone, che tanto fece per la nostra montagna nella sua attività di sacerdote montagnino ottocentesco.
Don Chiericoni , prete di carattere schietto e libertario, di idee patriottiche, dalle autorità religiose fu relegato nella parrocchia montana di Tornia, ma da buon rivoluzionario risorgimentale non rinnegò le sue idee per un’Italia libera ed indipendente e non solo si prodigò nell'elevazione culturale dei suoi fedeli , ma si dedicò con successo alla scrittura di poesia in vernacolo, identificandosi con il personaggio da lui creato, Maranguelone ,Cerro da Tuorgna. I dissidi con le autorità civili cortonesi di allora lo allontanarono anche da Tornia e lo fecero morire esiliato a Vernazzano di Tuoro , altro borgo montano sperduto sul Lago Trasimeno nella vicina Umbria.
I versi patriottici riportati nella targa, che sono leggibili anche nella foto di corredo, si traducono così : "Fate festa, suonate, accendete falò: Leopoldo II (Tentennone) che dominava a Firenze se ne è andato e non tornerà".
Insomma, la nostra montagna cortonese non è solo Sant’Egidio, dove lodevolmente oggi l’Amministrazione comunale sta investendo risorse e progetti, ma anche tanto altro a partire proprio dalla stupenda, storica terrazza di Portole.
Un grazie di cuore a Franco Lunghi per questo suo atto di amore alla nostra storia montagnina e di concreta, fattiva collaborazione tra pubblico e privato. Questa è la sussidiarietà vera in cui credere e da diffondere a piene mani.
Ivo Camerini