Durante la scorsa estate ho incontrato per le strade di Cortona il mio caro amico romano Giovanni Guerisoli in visita alla nostra città, dove, da giovane, fu protagonista di molte perfomances sportive nella Camucia-Cortona, famosa gara in salita di auto sportive. Avendolo avuto come amico vero nella Cisl (dapprima quando ero nella segreteria regionale della Cisl Umbria e lui era in quella della Cisl del Lazio e poi come referente amministrativo nella segreteria nazionale della Confederazione quando ero direttore dell’ASN-Cisl) non mi sono lasciato sfuggire l’occasione per una essenziale intervista a questo cislino di livello nazionale ed ex-presidente del Civ-Inail, anche se ora vive da felice pensionato sui colli romani.
In attesa di alcune fotografie di corredo per questa intervista, che mi ha inviato solo in questi giorni, avevo già trascritto in ottobre la nostra chiacchierata per Libertasindacale ed ora mi fa veramente piacere pubblicarla per i lettori dell’Etruria .
Ecco qui di seguito le mie domande e le sue risposte.
D. Puoi riassumerci il tuo curriculum vitae civile e sindacale, naturalmente in maniera molto essenziale?
R. Sono nato a Roma il 20 luglio 1944 . Mi sono diplomato nel 1962 ed ho avuto la fortuna di vincere subito una borsa di studio alla ACEA (Azienda Municipalizzata di energia , gas ed acqua ) di Roma ed al termine sono stato assunto in pianta stabile il 9 marzo 1964 . Ho continuato gli studi universitari e mi sono laureato alla Sapienza di Roma in economia e commercio con una tesi sulla nazionalizzazione del servizio elettrico , relatore il professor Federico Caffe'.
La mia grande passione di quegli anni giovanili e' stata lo sport automobilistico, in particolare le corse in salita come la vostra Camucia-Cortona cui ho partecipato più volte. In Toscana ho partecipato anche alla Saline Volterra - Volterra ed al piccolo Mugello. Nel 1970 vinsi anche un campionato italiano all' autodromo di Pergusa, nella categoria granturismo di serie. Negli anni successivi ho dovuto smettere essendo diventata la partecipazione troppo onerosa dal punto di vista finanziario.
Tornato a tempo pieno in azienda mi sono iscritto al sindacato Flaei Cisl, diventandone il segretario Regionale nel 1977 per passare in segreteria regionale della Cisl del Lazio nel 1981 . Eletto Segretario Generale del Lazio nel 1991 ad ottobre del 1994 sono entrato in segreteria confederale , con la delega di Segretario Amministrativo e di Responsabile dei Servizi agli iscritti ed in questa veste ho organizzato la prima Conferenza Nazionale sui servizi nel 1995 a Napoli . Dopo il congresso del 1997 mi e' stata affidata la delega della contrattazione e successivamente ,con la elezione di Savino Pezzotta , quella dell'ambiente e della sicurezza sul lavoro .
Uscito nel 2002 dalla segreteria ,per la scadenza del doppio mandato , ho ricoperto successivamente l'incarico di Presidente del Civ dell'Inail dal 2004 al 2009 e successivamente quello dell'Ipsema fino al suo scioglimento nel 2011 a seguito della riforma degli Enti Previdenziali realizzata dal Ministro Tremonti. Durante il mandato Confederale ho ricoperto diversi incarichi legati alle deleghe svolte , in particolare nei c.d.a. di Assimoco , Edizioni Lavoro , Unitas, Unionvita, Finlavoro, Sindnova, Eustema .
Nel 2002 ho partecipato alla costituzione del primo Fondo italiano interprofessionale FONDIMPRESA, assumendo la carica di Vice Presidente e definendone , in accordo con il Presidente indicato da Confindustria ,Benito Benedini , la struttura di direzione tutt'ora funzionante.
Terminata l'esperienza degli Enti previdenziali dal 2008 al 2013 ho ricoperto la carica di consigliere di amministrazione della Università San Pio V di Roma e quella di Assessore alle Attività Produttive del Comune di Grottaferrata dal 2011 al 2013 .
Dopo una breve esperienza come A.D. dello Ial Lazio srl , mi sono interessato essenzialmente di formazione professionale come responsabile delle Attività relazionali della Società Sintesi spa, fino al 2015. Negli anni 2017 e 2018 sono stato amministratore unico del Consorzio LTF e Presidente del CdA del Consorzio Intese, sino al dicembre del 2018 . Attività che mi vede ancora impegnato , se pur in misura ridotta ,fino ai nostri giorni. Attualmente ricopro la presidenza di una societa' sportiva dilettantistica, la Basket Company.
D. Grazie, ma ci racconti in maniera dettagliata il tuo incontro con il sindacato e in particolare con la Cisl, illustrando le motivazioni ideali e culturali che ti hanno portato alla tua scelta di fare il sindacalista cislino?
R. Dopo la parentesi sportiva mi sono dedicato con maggiore impegno all'attivita' lavorativa in ACEA. In quel tempo l’Acea era un’azienda pubblica ed un ambiente particolarmente politicizzato nel quale fare sindacato senza influenze dai partiti poteva rivelarsi complicato e questo determinò la mia scelta originaria di iscrivermi e fare attivita' con il sindacato autonomo Faile-Cisal . Contattato dai dirigenti della Flaei-Cisl di allora , dopo aver avuto assicurazioni sulla loro volontà di operare autonomamente dal partito che allora dominava la politica romana ( la Dc aveva quattro rappresentanti su sette nel Cda di Acea, compreso il Presidente ) nel 1971 ho aderito alla Flaei, avviando così la mia militanza nella Cisl.
Quelli sono stati anni di grandi interesse perché fare sindacato in ACEA, conservando la propria autonomia, non era facile. Soprattutto in un sindacato largamente maggioritario ( in azienda i nostri iscritti superavano quelli della Cgil e della Uil messi insieme) e con i partiti che non rinunciavano ai loro tentativi di condizionare l'azione delle rappresentanze aziendali. Anche i nostri congressi risentivano della presenza nel Cda delle diverse anime della DC ( ben quattro, uno per corrente) e non è stato facile conservare un ruolo autonomo e rivendicativo. A quei tempi la composizione degli organismi era determinata da un meccanismo per cui la lista vincente prendeva i 4/5 dei componenti, mentre alla seconda lista spettava 1/5 . Anche il rapporto con la segreteria nazionale non era idilliaco visto che la Flaei era guidata da Luigi Sironi , uno dei principali leaders (con Sartori) della componente che faceva riferimento a Scalia e che si opponeva alla ipotesi di unita' sindacale mentre la Flaei dell 'Acea e' sempre stata con la componente unitaria, che faceva riferimento a Pierre Carniti .
Comunque assieme ai miei amici siamo riusciti a sopravvivere alla divisione in Tesi uno e Tesi due. A sopravvivere ai condizionamenti partitici e nel 1977, in un mitico congresso regionale a San Martino al Cimino (VT), addirittura fui eletto segreterio regionale in opposizione agli amici dell'Enel , allineati sulle posizioni della Flaei Nazionale che non gradì certamente l'esito congressuale, creandomi non pochi problemi con l'Enel , che tuttavia superammo poi positivamente.
D. Ricordi qualche battaglia sindacale che ti motivò particolarmnte? Quelle motivazioni di impegno sindacale sono ancor oggi attuali nella tua vita di pensionato che si è ritirato sulle colline laziali?
R. Ricordo con cuore vivo le battaglie portate avanti in Acea per ridurre la piaga degli appalti sia nel settore idrico, quando assorbimmo in ACEA il servizio svolto dalla Società Acqua Pia Antica Marcia , a quel tempo proprieta' del Vaticano, sia per togliere al Monte dei Paschi di Siena il servizio di tesoreria dell’azienda. La trattativa per il passaggio dei lavoratori della Tesoreria fu particolarmente complicata, perché, per la prima volta, venni in contatto con una rappresentanza sindacale articolata in sette componenti . Il successo finale di quelle lotte è una pagina di grande storia cislina e unitaria.
Le motivazioni per fare sindacato anche da pensionato sarebbero assolutamente le stesse di allora , solo se mi fosse permesso di dare un contributo. Purtroppo la Federazione dei pensionati non e' come quella che ho conosciuto ai tempi di Chiappella e di Melino Pillitteri. Ho dato piu' volte la mia disponibilità, ma non sono mai stato coinvolto in alcuna iniziativa. Nel mio territorio c’è un sindacato inesistente che si accontenta di fare proseliti esclusivamente attraverso l'attivita' del Caf e del Patronato Inas, senza alcun ruolo nelle politiche sociali del territorio .
D. Tu sei stato un esponente importante della Segreteria nazionale della Cisl negli anni di Sergio D'Antoni . Ci puoi raccontare quegli anni e , in particolare, qualche cosa di decisivo che caratterizzò la Cisl di fine Novecento ed inizio Duemila?
R. Negli anni a cavallo della fine del secolo il sindacato italiano e la Cisl in particolare e' stato protagonista a tutti i livelli dell'affermarsi delle politiche concertative . E' cresciuta conseguentemente una generazione di sindacalisti attenta alle problematiche presenti sui diversi territori nella consapevolezza che , accanto agli obiettivi delle piattaforme di categoria, realizzate essenzialmente con il rinnovo dei contratti di lavoro , si dovesse concentrare l' attenzione al confronto con le istituzioni per migliorare la qualita della vita dei nostri iscritti .
Questo determinò un fiorire di piattaforme su temi come la sanita' e le politiche sociali , l'ambiente i trasporti le politiche occupazionali ed un conseguente rafforzamento del ruolo delle USR (Unioni Sindacali Regionali ) in un sindacato come la Cisl che è nata come Confederazione di categorie. Questo fu possibile e favorito dai nuovi ruoli delle Regioni che faticosamente cercavano una loro legittimazione e quindi erano , in genere , molto favorevoli alla apertura di tavoli specifici sulle materie di loro competenza. Con D’Antoni , a livello nazionale, la politica di concertazione divenne realtà istituzionale ed il sindacato si affermò come soggetto politico .
Questo processo ebbe conseguenze anche nelle dinamiche interne influendo sui delicati equilibri sui quali si basa il governo di strutture complesse come il sindacato a cui sono iscritti milioni di lavoratori e , talvolta , mi chiedo se questo però non abbia contribuito ad indebolire il rapporto con i lavoratori .
Negli anni della segreteria generale di Sergio d'Antoni l'affermarsi delle politiche concertative, tuttavia, pose il sindacato di fronte ad un forte rischio nei rapporti con la base; quello cioè di essere considerato responsabile dell'affievolirsi dei successi delle politiche rivendicative sacrificate sull'altare della “ responsabilità” concordata ai tavoli con il Governo nei quali venivano decisi i parametri della politica economica nazionale.
Dal dibattito partecipato ed appassionato che interessò l'organizzazione a tutti i livelli emerse l'idea lanciata dal Segretario Generale , ma caldeggiata da tutta la segreteria, di favorire la nascita di una struttura pre-politica esterna alla Cisl per salvaguardarne l'autonomia della Confederazione , come sede per realizzare l'incontro con altre organizzazioni , almeno quelle idealmente piu' vicine ai nostri principi ( esempio: Acli , Coldiretti , Confartigianato . Confcooperative ) con le quali definire strategie comuni.
Sergio, tuttavia , condizionava la realizzazione della Fondazione ( questa sarebbe stata giuridicamente ) al consenso unanime di tutta l'organizzazione ma , verificato in un esecutivo convocato ad hoc, che non tutti erano d'accordo la Fondazione uscì dal dibattito politico-sindacale della Confederazione e prese un’ altra strada.
In tema di concertazione fece scalpore la grande manifestazione della Cisl del 20 Ottobre 1999 contro la Finanziaria predisposta dal governo D'Alema ,che sancì la fine di una lunga stagione di unità sindacale in quanto Cofferati e Larizza ritennero il Governo D’Alema un Governo amico.
Venticinquemila militanti della Cisl sfilarono per le strade di Roma e riempirono il PalaEur per ascoltare le parole del suo Segretario Generale. Parole che sancirono la fine della stagione unitaria con Cgil e Uil e l'apertura di un cammino di forte competizione tra i sindacati con la Cisl che si candidava ad essere il motore della riorganizzazione delle forze sindacali del paese. Ma nel duemila D’Antoni lasciò la Cisl per fondare Democrazia Europea. Si candidò al Parlamento e fu eletto, anche se in certo momento del 1999 era stato proposto come Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Industria proprio nel Governo del dopo D’Alema.
D. Un' ultima domanda : invia un breve messaggio ad un giovane che oggi voglia avvincinarsi ed entrare nel sindacato e nella Cisl.
R. A questo ipotetico giovane consiglierei di guardarsi allo specchio per chiedersi se veramente voglia impegnarsi nella difesa delle libertà e dei diritti sindacali e se per fare ciò sia disposto a sacrificare famiglia e carriera, soldi e tempo libero. Se la sua risposta è un sì, allora gli consiglio vivamente di associarsi alla Cisl.
Nella foto di corredo ,Giovanni Guerisoli in una gara di auto sportive in salita e ,nella Gallery , in vari momenti della sua attività sindacale.
Ivo Camerini