In questi giorni si parla molto a Terontola e dintorni di Giusy Moretti la terontolese portavoce del Comitato sfollati di Genova a causa del crollo del Ponte Morandi.
Nelle strade e nei bar, tra i suoi parenti ed amici, ma anche tra i terontolesi che l’hanno conosciuta solo in questi giorni sui media, è tutto un parlare positivo , un invio di messaggi di solidarietà alla sua lotta e a quella di tutti gli sfollati rimasti senza casa a seguito della tragedia del Polcevra.
Sui Tg e sui grandi quotidiani dove l’hanno intervistata Giusy ha mostrato tutta la grinta e la passione di lotta sociale, civile e politica che viene fuori dalla rabbia e dalla disperazione di chi è stato precipitato in una tragedia non dal destino, ma dalla speculazione economica e dalla mancanza di responsabilità di coloro che hanno preferito il tornaconto aziendale alla manutenzione di una grande infrastruttura come il Ponte Morandi.
Il popolo terontolese è fiero della battaglia che sta portando avanti Giusy Moretti, che ancora nei giorni prima di Ferragosto, cioè prima del tragico crollo, era stata a Terontola a trovare parenti ed amici e chiede alla politica locale di ogni colore di schierarsi a fianco di questa donna coraggio cortonese che si sta battendo da vera leonessa contro l’ingiustizia e la lentezza della burocrazia e di lor signori nel ridarle la sua casa.
Quella casa che ora sta difendendo , assieme agli altri, con le unghie e i denti della disperazione di chi in un attimo ha perso tutto, come dice lei stessa in un’intervista di questi giorni alla Stampa di Torino. Un’ampia intervista in cui Giusy, disegnatrice di gioielli, figlia del ferroviere terontolese Edgardo Moretti immigrato a Genova nei primi anni 1960, mamma di due gemelle di 36 anni, Manuela e Martina,racconta la sua rabbia di sfollata,la sua azione di solidarietà con gli altri, le sue origini terontolesi e il suo attaccamento alla nostra terra e ai valori cristiani trasmessi a lei dal religiosissimo babbo, morto dieci anni or sono.
Nell’occhiello di questa intervista si scrive “ parla Giusy,la donna simbolo della protesta genovese”, ma Giusy, a quanto ci dicono parenti ed amici di Terontola, non vuole essere una star come va di moda oggi in questa società da rotocalco illustrato. Come gli altri sollati, rivuole solo la sua casa costata tanti sacrifici al suo babbo migrante terontolese, alla sua famiglia vissuta nel quotidiano della vita laboriosa ed onesta.
Nella foto ripresa dal giornale la Stampa, tutta la rabbia e la voglia di lotta di questa donna cortonese che come tanti altri è figlia orgogliosa dell’emigrazione cortonese di metà novecento, quando in oltre cinquemila lasciarono le nostre terre e in tanti cercarono lavoro e progresso in Genova.
A Giusy e a tutti gli sfollati del Ponte Morandi la solidarietà e la vicinanza del nostro giornale e di quella dei tanti amici e parenti con cui ieri abbiamo parlato per le strade e i bar di Terontola.
Ivo Camerini