Il pomeriggio del 10 luglio, nella chiesa di Ottavo (Arezzo) la Parrocchia di San Martino di Vitiano ricorderà il 170° anniversario della morte di Baldassarre Audiberti, il “Santo delle croci”, che morì l’8 luglio 1852 nell’annessa canonica e là fu sepolto.
Dopo le ultime inimmaginabili scoperte adesso sappiamo che Baldassarre non era di Vercelli, ma si chiamava Balthazar Audibert ed era nato ad Annot (Alpi dell’Alta Provenza) il 6 gennaio 1761. Diventato sacerdote fu parroco della piccola chiesa di San Sebastiano a Rouainette. Con l’avvento della Rivoluzione nel marzo 1791 il prete Balthazar giurò fedeltà alla Costituzione Civile del Clero, ma il Breve di Pio VI del successivo aprile lo obbligò all’abiura esponendolo a gravi pericoli per la sua incolumità. Come accadde a tantissimi altri sacerdoti e a molti vescovi francesi, anche Balthazar abbandonò la Francia e verosimilmente si rifugiò nel vicino Piemonte italianizzando nome e cognome e dicendosi di Annotone prossimo a Vercelli, un paese inesistente che nella pronuncia ha assonanze con gli abitanti di Annot: Annotains.
Ormai diventato Baldassarre Audiberti e mutatosi in pellegrino penitente, l’antico prete provenzale iniziò a girovagare per la Toscana, l’Umbria e l’Alto Lazio, collocando centinaia e centinaia di croci con i simboli della Passione. Croci di Baldassarre si trovano in tutte e dieci le province toscane, nella provincia di Perugia e in quelle di Roma e Viterbo.
Mentre era in vita Baldassarre fu amato e stimato dagli arcivescovi di Firenze, Lucca e Siena, dai vescovi di San Miniato, Fiesole, Arezzo e Sansepolcro, da tantissimi sacerdoti, da innumerevoli fedeli e anche dal granduca Leopoldo II, che nelle sue memorie lo definì “uomo santo noto per grazie miracolose”. Ovunque andasse era subito attorniato da “immense folli di popolo”.
In effetti a Baldassarre venivano attribuiti vari miracoli e tra i più clamorosi conosciamo quello della cosiddetta Fonte di Baldassarre presso Fabbrica di Peccioli (PI), dove il Pellegrino avrebbe fatto scaturire una sorgente in un campo.
Baldassarre passò gli ultimi cinque anni della sua vita ad Ottavo presso Arezzo e morì con la fama di Santo. Un plico sigillato con i suoi capelli si trovava assieme alle reliquie della Cattedrale di Arezzo. Frammenti della sua veste sono conservati nell’Archivio diocesano aretino. Le Monache Clarisse Cappuccine di Siena conservano una sua camicia mentre nella parrocchia di Cozzano si conservavano le sue scarpe e i suoi pantaloni.
Ha scritto per l’occasione il Cardinale Angelo Comastri, Vicario emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano:
“Baldassarre Audiberti, dopo 170 anni è ancora ricordato. Perché? Perché dovunque passava lasciava il profumo di Gesù. E Gesù è l’unica luce che illumina il veloce viaggio della vita.
Baldassarre ha lasciato dietro di sé tantissime Croci: la Croce è un urlo di Dio, che arriva al nostro orecchio distratto e dice:
"TI HO AMATO FINO A DARE LA VITA PER TE SULLA CROCE! PERCHÉ NON TI DECIDI A RISPONDERE AL MIO AMORE?"
Santino Gallorini