Sull'incendio avvenuto il 19/7/2016 all'impianto di gestione rifiuti della Raetech srl di Via Arezzo, Foiano della Chiana sono intervenuti fin dai primi momenti i tecnici ARPAT del Dipartimento di Arezzo.
La ditta svolge la propria attività in 2 capannoni di circa 1700 m2 ciascuno; recupera e smaltisce rifiuti speciali pericolosi e non, prevalentemente RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
I RAEE non pericolosi vengono selezionati e quindi frantumati per separare le frazioni plastiche e metalliche (ferrose e non ferrose) inviate ai centri di recupero.
I RAEE pericolosi (monitor, televisori a tubo catodico ecc) vengono smontati manualmente e triturate separatamente le componenti plastiche. Gli altri componenti (schede, circuiti stampati, RAM, hard disk) vengono raccolti in contenitori separati per essere inviati ai centri di recupero.I frigoriferi, condizionatori, deumidificatori ecc., vengono smistati tal quale ad altri centri di recupero.
Il capannone interessato dall'incendio non conteneva rifiuti pericolosi. In esso si svolgevano le principali attività di gestione/recupero, quali deposito preliminare, triturazione, selezione densitometrica e magnetica, separazione delle parti plastiche/gommose e dei metalli ferrosi e non.
L’incendio sembra sia divampato da un corto circuito che ha interessato il motore del nastro trasportatore dal quale le fiamme si sono propagate provocando il crollo parziale della copertura che non conteneva amianto. Le fiamme sono state spente intorno alle ore 14,30 del 19 luglio ed i Vigili del Fuoco hanno dichiarato inagibile l'immobile chiedendo l'effettuazione di approfondite verifiche strutturali e strumentali per ripristinare le originarie condizioni di sicurezza.
Il Settore Modellistica previsionale di ARPAT ha redatto uno studio diffusionale per individuare le aree maggiormente interessate dalle potenziali ricadute dalle sostanze rilasciate in atmosfera dai fumi dell'incendio, anche al fine di valutare l’opportunità di campionare i vegetali a foglia larga. La seguente figura schematizza la zona di possibile ricaduta:
La relazione tecnica che l'accompagna illustra i dati ed i criteri utilizzati per la sua definizione.
Considerata la modesta durata dell'evento, la quota del punto di emissione e le condizioni meteorologiche, l'area individuata è stata ritenuta rappresentativa delle zone più interessate dalla deposizione delle potenziali sostanze rilasciate nel corso dell’evento. Utile pertanto ad orientare eventuali prelievi in situ di matrici vegetali (tipicamente: ortaggi o piante a foglia larga idonee alla valutazione delle possibili ricadute) onde verificarne l’eventuale livello di contaminazione potenziale attribuibile all’incendio (tipicamente: diossine e furani, PCB DL, Idrocarburi Policlici Aromatici (IPA)).
Al di fuori di tali zone, sulla base delle conoscenze ed esperienze pregresse, ARPAT ritiene di escludere la possibilità che le deposizioni dei fumi dell'incendio possano aver prodotto un deposito di microinquinanti organici sui vegetali a foglia larga, tali da far superare il livello precauzionale previsto dalla normativa europea per alcuni prodotti alimentari.
A scopo cautelativo il Sindaco ha adottato l'ordinanza (n. 116 del 20/7/2016) che vieta la raccolta e consumo di frutta, verdura, ortaggi ed altri prodotti agricoli di qualsiasi genere, coltivati nel raggio di 700 m dal luogo in cui si è verificato l’incendio.
Per lo stesso motivo, all’interno delle zone di ricaduta individuate dalla mappatura, l'Azienda USL Toscana Sud Est (ex USL 8) ha prelevato campioni di vegetali a foglia larga sui quali sono in corso le analisi del laboratorio di ARPAT i cui risultati saranno resi disponibili nei tempi tecnici necessari per le valutazioni da parte della Azienda sanitaria.
E' stata esclusa la presenza di amianto sia fra i rifiuti che nella struttura.
Le acque utilizzate per lo spegnimento dell'incendio sono state raccolte e inviate a smaltimento tramite ditta autorizzata.