Il 29 dicembre 2021 sono tornati i protagonisti di quella che fu, nella primavera scorsa, la riapertura teatrale del Teatro Signorelli a Cortona: Alessio Boni e Marcello Prayer.
Li rincontriamo con piacere come autori e attori della ballata per Cesare Pavese “L’estate perduta”.
Sono stati accompagnati dai bravi musicisti e cantanti, Roberto Aldorasi e Francesco Forni.
Nell’opera gli attori Boni & Prayer recitano i sentimenti amorosi della vita di Cesare Pavese, i suoi pensieri, le delusioni, i trasporti e le speranze della vita del famoso scrittore in un racconto sensibile a due voci.
Una formula già adottata anche per lo spettacolo di primavera “Anima Smarrita” su Dante Alighieri, quello che definii allora “Un Sommo Spettacolo” sicuramente per la superba qualità di recitazione di entrambe gli attori, soprattutto penalizzati al tempo dalle ristrettezze sulla gestualità scenica dovute ai sistemi di sicurezza sanitaria.
Apprezzai quello che allora pensai fosse un eccellente escamotage: “Un Palcoscenico, due Attori vestiti di nero, due Voci che intonano i versi danteschi sovrapponendosi fino a divenire una sola nota. Soli pochi gesti delle mani, intonati al sentimento e al trasporto appassionato della lettura sono stati sufficienti a coinvolgere gli spettatori…”
Questa formula è stata ripresentata e il pubblico pur rimanendo ammirato dalla bravura dei protagonisti non è però tornato a casa portandosi dietro quella particolare emozione che dopo una serata in teatro ti arricchisce l’anima.
Oramai nelle più belle e storiche biblioteche d’Italia per non parlare nelle librerie commerciali si allestiscono egregie recitazioni anche accompagnate da solisti musicali.
Allora perché non formulare in teatro per il teatro uno spettacolo più articolato?
Perché non donare di più?
Anche il pubblico più vergine è disposto a vivere una bella esperienza. Gli spettatori si rianimano solo per l’aspettativa di una rappresentazione, figuriamoci quando si mangia con gli occhi il sipario aperto!
La mia vuole essere una critica costruttiva, per questo desidero offrire una soluzione: perché non introdurre in scena una ballerina che volteggiando a passo di danza, vestita di tulle colorati, riempia la scena e che incanti incarnando le diverse personalità femminili che Cesare Pavese ha amato e desiderato?
Gli attori recitano Pavese che ricorda l’amore per le donne che ha incontrato, allora perché non inserire in scena una coreografia femminile?
Completerebbe lo spettacolo per coerenza ma soprattutto regalerebbe, leggerezza, animazione, fantasia e ammirazione per la forma d’arte che è anche la danza.
Peccato perché la soluzione sarebbe stata veramente semplice per i due attori con la loro grande esperienza.
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®