Nei giorni scorsi, l’ingegnere in pensione Guido Corsi, che abita a Genova, ma che, da tanti anni , è un fedele lettore del nostro giornale, mi ha inviato una bella lettera (indirizzata a me , ma diretta a tutta la redazione) che molto volentieri pubblico integralmente, invitando chi ha notizie o conoscenze varie sulle famiglie “ Corsi” di Cortona a farcele avere per trasmetterle al nostro caro amico genovese. Un amico di Cortona e lettore de L’Etruria che con questa sua lettera ci fa capire l’importanza storica e attuale del nostro foglio che nel 2022 compie ben 130 anni di vita. Un giornale delle piccole-grandi notizie della nostra piccola-grande patria che, nonostante tutto e tutti, nonostante le nuove stagioni che vive l’Italia e il mondo, rimane il vero,unico diario di bordo della nave Cortona, che, dal 1892 ad oggi, continua a solcare con fiducia e speranza di futuro i mari procellosi della storia e della cronaca mensile di una città e di un territorio che tengono alti i valori dell’umanesimo cristiano e della sua civitas e dei diritti alla libera informazione. Grazie, caro ingegnere, di questa bella lettera, che son sicuro i nostri lettori apprezzeranno molto. In attesa di sentirci telefonicamente oppure di vederci quando tornerà in Cortona, le do le seguenti informazioni : da settembre è stato riaperto al pubblico l’Archivio storico diocesano di Cortona, che ha sede in Palazzo Vagnotti; per quanto attiene all’Anagrafe, credo che sia sufficiente una richiesta al dirigente di questo pubblico ufficio, che potrà raggiungere anche telefonicamente, attraverso il centralino comunale per un appuntamento, oppure per via mail consultando il sito https://www.comunedicortona.it/
(IC)
“Buongiorno, finalmente Vi scrivo (a Voi dell'Etruria). Da anni mi ero ripromesso di farlo. Accade ora. Racconto in breve la mia storia ed il legame che la mia famiglia ha con Cortona.
Mi chiamo Guido Corsi sono nato ed ho studiato a Genova. Sono ingegnere. Ho lavorato in varie parti d'Italia e del mondo come Dirigente di Azienda. Ora sono in pensione.
Il destino della Famiglia e le Sue radici.
Mio bisnonno nacque a Cortona negli anni '60 del 1800. Lo chiamarono Ascanio (tanto per cominciare a rendergli facile la vita, ma in Toscana spesso si fa così ed io apprezzo). Aveva altri 3, tra fratelli e sorelle. Probabilmente era il più piccolo. Dai racconti di mio padre ed ancor più della zia paterna venne a Genova, inviato dai fratelli maggiori per studiare e presumo per trovare lavoro, che trovò all'Ufficio del Catasto e con quello presto trovò anche l'amore. La bisnonna aveva i capelli rossi, si diceva fosse molto bella ed era nata, lei italianissima, ad Alessandria d'Egitto. Nel 1888 nacque mio nonno che purtroppo non conobbi, ma di cui posseggo varie fotografie, documenti di identità e libretti di imbarco su navi. Il nonno fu un grande elegantone. Nelle foto ha sempre la giacca ed il panciotto, camicie inamidate e cravatta, pantaloni stirati alla perfezione, qualche volta calzava anche le ghette. Aveva piccoli e curati baffi, spesso portava il cappello. Era alto, un bell'uomo e molto fotogenico. So che amava frequentare i “cafè-chantant” di cui, in quei tempi, Genova era particolarmente ricca ed il Teatro dell'Opera Carlo Felice. Il nonno in famiglia veniva chiamato Gigi, anche se sui documenti ufficiali compariva il nome Aristide e molto più spesso l'ancor più impegnativo Aristotile.
Primo dilemma quale dei due era il suo vero nome? Ebbe anche un fratello, celibe, bravissimo ebanista ma pare piuttosto irrequieto.
In famiglia raccontavano che ogni volta che a Genova veniva Mussolini, o qualche gerarca di prima grandezza lo venissero a prelevare a casa e per qualche giorno lo tenessero in “collegio”. Ma questa è un'altra storia. Il nonno lavorò nei cantieri navali e si imbarcò come capo fuochista. Allora le navi venivano chiamate “vapori” e chi le faceva muovere erano proprio i fuochisti. Nei vari libretti di imbarco a volte è registrato con un nome a volte con l'altro. La nonna, che invece conobbi, nel frattempo allevò 4 figli (nati nel1909, 1911 mio padre, 1914 ed infine l'ultimo nel 1921). Mio nonno navigò per molti anni, ogni tanto ritornava a casa e faceva un figlio. Allora le comunicazioni nelle famiglie dei naviganti erano molto precarie. Tutte le famiglie si scrivevano spesso. Il mittente era certo. Il destinatario sulla nave nel frattempo chissà da quanti porti aveva salpato. Le lettere inseguivano le navi fino a raggiungerle o spesso a perdersi in qualche ufficio postale prima di arrivare a “destino” come chiamano l'arrivo i portoghesi. So che trovò un imbarco continuativo sulla rotta New York e la Lousiana fino a Baton Rouge e che per 3 anni non tornò a casa.
Al suo rientro disse alla moglie che gli avevano proposto di aprire un drugstore sul Mississippi. E che era una proposta imperdibile. Mia nonna che oltre a farli nascere i figli li crebbe e li educò e per carattere o forse per necessità diventò autoritaria (come peraltro tutte le mogli dei naviganti), rispose al nonno che se gli piaceva l'America ci andasse e ci restasse pure. Lei ed i figli sarebbero rimasti in Italia. In Italia ci rimase anche il nonno, ormai diventato l'Americano. Non navigò più ma gli rimase l'aspetto vissuto dell'uomo di mondo o meglio dell'uomo “navigato”. Tra le carte ho trovato alcune lettere tenerissime di lui rivolte alla famiglia.
Torniamo alla famiglia.
I 4 figli ebbero tutti nomi che incominciavano con la A, prima Amalia, poi Ascanio (mio padre, a cui fu dato il nome del bisnonno cortonese) poi Ada ed infine Aldo (cantante e navigante giramondo amico di Joe Sentieri, ma anche questa è un'altra storia). Anche questa delle A credo fosse una scelta del bisnonno. Da genovese ma con echi cortonesi, toscani e forse anche etruschi (perchè è da lì che tutti noi veniamo) anche a mia figlia ho dato un nome mitologico: Clizia (nome di cui mi innamorai a 18 anni studiando Macchiavelli e che mi dissi allora: questo è il nome che darò a mia figlia).
Il destino ha voluto che da ingegnere meccanico abbia lavorato in aziende aeronautiche e poi navali. A 31 anni una allora prestigiosa azienda umbra (da molti anni purtroppo chiusa) ubicata sul lago Trasimeno mi propose l'assunzione. Mi trasferii pertanto e per alcuni anni vissi in Umbria a meno di 20 chilometri da Cortona. Feci contento mio padre Ascanio che con la mamma vennero spesso a trovarmi e si riallacciò il legame fisico con Cortona. Quello affettivo non si era interrotto mai. In famiglia mio padre Ascanio e la zia nubile Amalia parlavano di Cortona come forse Anchise, Enea e il figlioletto Ascanio parlavano della città di Troia. Ricordo ancora la prima volta che andai con la famiglia ad Assisi nel 1963 con sosta a Cortona.
Del viaggio, in famiglia, se ne parlò a lungo come se Cortona fosse la vera meta del pellegrinaggio. La vecchia zia, rigorosamente zitella nonostante fosse stata bellissima da giovane, negli anni '50 venne qualche volta a Cortona. Alla ricerca di tracce famigliari. La zia nubile, quasi tutte le numerose famiglie di un tempo ne avevano una, non si sposò mai perchè il fidanzato partito per la guerra non fece ritorno, ma anche questa è un'altra storia.
Negli anni ho cambiato varie aziende in Italia e nel mondo, non mi sono mai sottratto alle sfide e spesso nelle aziende mi sono offerto come volontario per intraprendere qualcosa di nuovo e stimolante. Ho sempre viaggiato. Ogni volta che potevo ritornavo a Genova dalla famiglia e tuttora vengo sovente a Cortona, favorito dall'avere da allora casa sul Lago Trasimeno.
Di Cortona conosco molto, le sue strade, i suoi palazzi, le Celle, le mostre, il Monumento ai Suoi Marinai Caduti, le sagre, i ristoranti, i mercati (anche quello del giovedì a Camucia con sosta obbligata da Vannelli). Ho letto molti libri su Cortona ed il suo territorio. Quando lavoravo in Umbria compravo l'Etruria ed in casa si stupivano che leggessi le notizie locali della Val di Chiana. Notizie locali per loro, non per me. Anche Tolstoj diceva: “se vuoi essere universale parla del tuo villaggio” . Oggi favorito dalla versione digitale (la mia parte genovese ne apprezza la gratuità) ne scarico, a volte, una copia, continuando a tenere viva la memoria del “mio villaggio”. A Cortona sono stato anche al cimitero, quello sotto il Duomo. Ho trovato finalmente la tomba di una Amalia Corsi, omonima di mia zia, nata mi pare nel 1867, chissà, forse sorella o parente di mio bisnonno Ascanio.
Da anni vorrei andare all'anagrafe di Cortona e/o presso qualche Chiesa per consultare vecchi registri di battesimi e/o matrimoni nella speranza di trovare qualche riferimento alla mia Famiglia di origine.
Sembra che il destino sia anche nel mio cognome. Corsi è il facile anagramma di Coris uno dei possibili nomi di Cortona per gli Etruschi. Non ho mai iniziato le ricerche. Da giovane mi ripromettevo di farlo una volta raggiunta l'età della pensione. Finora, ho sempre ritardato questo momento. Forse per timidezza o pudore o timoroso di infrangere un mistero. Adesso, finchè me ne è concesso il tempo, sento il dovere di farlo. Mi piacerebbe raccogliere qualche informazione, anche solo anagrafica della mia Famiglia. Dove abitava? Quale era il nome del babbo di mio bisnonno Ascanio?”
PS
Grazie dott. Camerini per l'attenzione e grazie al dottor Lucente che mi ha fornito ad ottobre 2020 anche il suo numero di cellulare. Spero di non averla annoiata troppo e che Lei sia riuscito a leggere fino a qui. La pandemia ha fatto saltare i miei programmi, ma adesso munito di passaporto verde ho ripreso le mie visite in Umbria. Mi farebbe piacere conoscerLa. Un caro saluto.
Guido Corsi