Presentato nei giorni scorsi a Terni il libro “Io, bigamo” di Ennio Camilli,amico di Cortona e sindacalista cislino da oltre cinquant’anni.
Impossibilitato a partecipare a questo bell’evento, che ha giustamente celebrato i cinquant’anni di attività sindacale di un cislino all’antica, che ha vissuto la sua vita sindacale in uno dei bacini industriali più significativi dell’Italia del Novecento, presento volentieri questa appassionata ed appassionante testimonianza sul lavoro di un caro amico della nostra città.Un amico che ci racconta in una narrazione godibile e snella la sua storia. Una storia che è un cammino di vita motivato ed impegnato in maniera integrale al servizio del prossimo, del fratello lavoratore, tanto che, provocatoriamente, nel titolo osa definirsi “bigamo”, chiarendo però già nel sottotitolo : “Ho sposato mia moglie e il sindacato”.
E a pagina diciassette Ennio Camilli, dopo il dettagliato, bel racconto del suo divenire operaio alla Polymer, ci spiega subito il perché di questa forte espressione metaforica: “In tanti anni di fabbrica non ho mai accettato la qualifica impiegatizia. La mia massima è stata quella di stare vicino ai più deboli…ho dedicato tutto il mio impegno e tutto il mio tempo ( ne sa qualcosa la mia famiglia) agli altri”.
Ecco l’operaio Ennio Camilli, che rimane operaio tra gli operai, che si fa sindacalista e guida dei suoi compagni vivendo i problemi concreti del quotidiano della condizione in fabbrica è al centro di questo racconto verista e quasi romantico. Un racconto di memorialistica sindacale scritto da un dirigente cislino che non va incontro ai lavoratori come oggi fanno molti suoi colleghi, ma vive in mezzo agli operai, condividendone sudore, fatica e pane, cioè facendosi compagno nel senso francescano del termine. Un compagno "bigamo" che divide cristianamente il pane con il suo prossimo. Con questo suo piccolo, ma significativo libro Camilli lascia una testimonianza davvero preziosa per i giovani di oggi che volessero avvicinarsi al sindacato, alla Cisl.
Una testimonianza che si fa esempio concreto , bandiera da sventolare e seguire, perché Ennio nella sua Terni novecentesca è stato un protagonista di quell’azione sindacale italiana che ha liberato il lavoro dallo sfruttamento e dalla subalternità dandogli dignità, cittadinanza e funzione primaria di promozione umana.
Ennio, con il suo racconto di sé e del suo essere sindacalista dentro la condizione operaia italiana degli ultimi cinquant’anni, ci regala insomma una speranza di nuovo impegno per un domani migliore, nonostante quel sonno della ragione e quel pessimismo della volontà di cambiamento che oggi s'innalzano come ostacoli, muri insormontabili attraverso la globalizzazione selvaggia e l'affermarsi di un neoliberismo che innalza il neocapitalismo a moloc, a idolo onnicomprensivo e totalizzante.
Come scrive il comune amico Pierre Carniti nella sua pregnante e significativa prefazione al libro: “L’esperienza di vita che ci offre Ennio Camilli con la sua autobiografia è una lezione su cui meditare. L’auspicio è che questa sollecitazione venga raccolta soprattutto dai giovani.”
Sono sicuro che l’invito del grande, mitico sindacalista Carniti verrà raccolto non solo dai giovani lavoratori o studenti di Terni e dintorni, ma anche dai tantissimi giovani italiani che oggi si tormentano per il lavoro precario o per il lavoro che non c’è.
Nella foto, la copertina del libro di Ennio Camilli e, nella Gallery, alcune immagini della presentazione oragnizzata dalla Cisl di Terni.
Ivo Camerini