In attesa del Trentennale del Gruppo Storico, che sarà nel 2024, conosciamo più da vicino i principali protagonisti, che ne fanno parte.
Oggi ho incontrato Giacomo Petrucci, storico sbandieratore e responsabile del GS.
Tu sei una bandiera del GS, non solo perché sbandieratore da una vita, ma perché sei cresciuto nel GS. A che età sei entrato a far parte del Gruppo Storico?
E’ giusto dire che sono cresciuto dentro il GS, perché ne sono entrato a far parte esattamente 20 anni fa, ovvero nel Settembre 2002 all’età di 12 anni! Sin da subito sono stato attirato dall’arte del far volteggiare le bandiere in aria e sono diventato subito sbandieratore. Al tempo erano state introdotte da circa 2 anni le bandiere corte ed era stata aperta la possibilità di partecipare a chi aveva almeno 11 anni e anche alle ragazze. La decisione di entrare nel GS è stata presa insieme al mio inseparabile amico, Antonio Rinaldi, e alle mie parenti ed amiche, Martina Franceschini e Elisabetta Giusti. All’epoca avevamo a disposizione per gli allenamenti un maestro di bandiere, Omero Vezzani, uno dei primi sbandieratori del Gruppo Sbandieratori di Arezzo.
Come ne eri venuto a conoscenza?
In parte proprio dalle mie parenti che erano entrate l’anno precedente come sbandieratrici e me ne parlavano in continuo. C’è da dire che anche ora come allora vedo entrare a far parte del GS persone che vengono con amici, che conoscono bene, per non trovarsi spaesati. All’inizio confrontarsi con persone che non conosci e di età diverse (al nostro interno si va dagli 11 anni di età fino ai 50) può far paura soprattutto ai ragazzi più piccoli. Poi con il tempo ti accorgi come invece possa diventare più stimolante e sia questo il punto di forza del GS: il confronto generazionale ci aiuta ad essere sempre al passo con i tempi.
Negli ultimi anni sei diventato responsabile del gruppo sbandieratori prima e poi del gruppo del GS. E’ stata una crescita naturale. Che tipo di impegno ti richiede?
E’ stato un percorso naturale. All’inizio ho aiutato nel suo ruolo Antonio Rinaldi, che era responsabile del Gruppo Sbandieratori, poi dal 2016 l’ho sostituito. Da lì è cambiato tutto, nel senso che ho dovuto cambiare il mio modo di pensare. Quando fai parte di un gruppo pensi a fare del tuo meglio per migliorare, per crescere, ma quando diventi responsabile di quello stesso gruppo non solo devi pensare a te stesso, ma a tutti, osservare e guidare. Hai il compito di insegnare alle nuove leve e di mettere tutti nella condizione di star bene, così da poter crescere. Inoltre cambia lo sguardo con cui ti approcci alle esibizioni: devi fare un bello spettacolo e permettere a tutti quelli che fanno parte del gruppo di farlo. Nel 2019 poi sono diventato responsabile del GS dopo Lorenzo Casucci. E da allora (nonostante la pandemia) il lavoro è stato ancora più duro: infatti mi sono dovuto confrontare con i Musici (che per uno sbandieratore puro come me è un mondo a sé stante). In quella situazione mi aiutato il fatto di avere un compito da portare avanti con Loris Ercolani, ovvero la necessità di mettere le fondamenta per il gruppo delle chiarine, che nel 2019 erano rimaste in 2 e ora sono addirittura 10. Ho notato tanto entusiasmo nel crescere, nel migliorarsi. Il bello è che le proposte che faccio vengono condivise, eventualmente modificate e poi perseguite da tutti.
Il salto di qualità nel GS è evidente. Si tratta di una crescita lenta, ma esponenziale. Il tuo ruolo è stato fondamentale. Sicuramente puntare su giovani leve, che crescano nel gruppo e richiamino anche i loro coetanei, è una buona spinta a questa crescita. Ci sono altri segreti oltre a questo?
In realtà non esiste un segreto specifico: semplicemente il coinvolgimento e l’impegno di ognuno che fa parte del GS ha un ruolo fondamentale. Il miglioramento deriva dal sentirsi parte di una associazione. Ogni persona dentro al GS conta: ognuno con il suo contributo è fondamentale per la crescita del gruppo. Abbiamo per questo motivo creato dei gruppi di lavoro con cui ci si dividono i compiti, così che tutti possano partecipare e fare la loro parte. Prima ogni cosa era in mano ad una sola persona, il responsabile, che chiaramente riusciva con fatica a fare tutto. Adesso che i compiti sono divisi, chiaramente con una supervisione, ognuno può dare un tocco proprio al gruppo. Per fare un esempio, le bandiere vengono riparate da noi, senza l’aiuto di altri enti esterni. Quando si crea entusiasmo per una situazione, si innesca una catena di eventi positivi che portano i loro frutti.
La preparazione invernale non si ferma nemmeno d’estate. La costanza negli allenamenti è fondamentale per migliorare la qualità. Sicuramente l’Archidado rappresenta l’impegno annuale più importante, perché è l’esibizione clou della nostra Città, ma anche le uscite estive in varie Città di Italia e anche all’estero non mancano. Ci puoi raccontare sia della preparazione all’Archidado che degli impegni della (ormai) scorsa estate?
Sicuramente la Giostra dell’Archidado di quest’anno è stata l’evento clou, perché ritornare dopo 2 anni di sospensione dell’evento, causa pandemia da COVID, aveva aggiunto grande aspettativa nel pubblico e alta tensione per noi che volevamo tanto ritornare nella nostra piazza. Le esibizioni durante la Giostra sono state cariche di emozione e alla fine molti di noi si sono messi a piangere per la gioia e per scaricare la tensione. Il risultato di tanto lavoro si è visto anche questa estate con le uscite che si sono succedute quasi ogni fine settimana. Per citarne alcune: Lucca, Volterra, Poggio a Caiano. C’è stata anche l’uscita all’estero con il gemellaggio a Chateau-Chinon, che è durato una settimana (quella per la festa nazionale francese della Presa della Bastiglia del 14 Luglio). Per problematiche di organizzazione non siamo potuti andare a Costanza in Germania, ma già abbiamo preso accordi per il prossimo anno. Questo ci indica che il Gruppo è in crescita, che i nostri spettacoli sono attrattivi grazie alle bandiere corte, ma anche alle bandiere lunghe che sono un unicum in tutto il territorio e anche alle suggestive coreografie con “armi” infuocate e musiche epiche.
Dal tuo punto di vista quali sono i motivi per cui un ragazzo/a dovrebbe entrare a far parte del GS?
Ogni ragazzo/a che entra nel GS ha una sua motivazione per farne parte: a qualcuno può piacere suonare la chiarina o il tamburo, ad altri può piacere portare lo stemma di Cortona in giro per l’Italia, oppure perché ci sono altri amici che ne fanno parte oppure perché si fanno le uscite fuori. Dalla motivazione poi nasce la passione, che è complementare e ti permette di proseguire nel tempo l’attività. Quando entri nel meccanismo del GS, non ne puoi più fare a meno (anche se magari l’Università o il lavoro ti portano lontano da Cortona), e continui a sentirtene parte integrante.
Tu sei impegnato anche dal punto di vista della ricostruzione storica nel GS, grazie ai tuoi studi universitari, al tuo lavoro attuale e all’aiuto di Simone Allegria, ricercatore presso l’Università di Siena. Quali notizie sono emerse andando a vedere nel dettaglio la storia del periodo medioevale che interessa il GS della Città di Cortona?
La storia è affascinante. Oggi la rievocazione storica cerca e si basa ancora di più sulle ricerche. Ad esempio nel nostro caso uno di questi studi ha permesso di riportare in auge la donazione delle bandiere in onore di Santa Margherita, come scritto nello Statuto del 1325. La bandiera è dedicata ogni anno ad un evento diverso (è una tradizione che si è tenuta anche durante la pandemia) e queste bandiere vengono raccolte nella chiesa di Santa Margherita, con la finalità poi di creare anche un museo della bandiera. Mi emoziono sempre quando si va in processione con la bandiera, perché è una vera rievocazione che veniva effettuata 700 anni fa. Inoltre poco prima del COVID avevamo modificato il disegno sul drappo delle bandiere degli sbandieratori secondo le norme storiche, che sono state soltanto recentemente presentate al pubblico: abbiamo usato i colori giallo-blu, simbolo dei Signori medievali di Cortona, ovvero dei Casali, il leone di San Marco è stato ricalcato dalla figura storica recuperata dagli archivi storici, la scritta in latino è ripresa dal Sigillo del Comune del 1300, conservato presso il museo dell’Accademia Etrusca di Cortona (MAEC), il rosso e il bianco sono i colori di Cortona, la fiamma disegnata nel drappo invece dà un effetto di dinamicità.
Da quest’anno avete istituito anche un Gruppo Sportivo sempre sotto il nome del GS, con cui partecipate a gare podistiche e trail. Cosa vi ha spinto a creare questa iniziativa?
E’ nato per gioco in realtà. Da inizio 2022 abbiamo iniziato a partecipare a gare di trail e visto che siamo stati un po’ in giro per varie regioni, abbiamo pensato che creare una identità anche sportiva con il logo del Gruppo Storico (n.d.r. il leone di San Marco) poteva essere interessante. Da Febbraioa Luglio 2022 abbiamo partecipato a varie attività, tra cui la gara di trail organizzata dalla Cortona Sports Events fino ad una gara nel Gran Sasso. In queste occasioni ci piaceva far conoscere il GS di Cortona. Sicuramente continueremo su questa strada.
Il social network sta diventando un ottimo mezzo pubblicitario, anche il GS possiede dei canali sociali. Ce ne puoi parlare?
Il GS ha un gruppo di persone che si adoperano per aggiornare le pagine social di Facebook, di Instagram e di YouTube, così da poter creare contenuti di ogni tipo per raggiungere più persone possibili. Grazie a questo gruppo di lavoro, enti esterni ci contattano proprio nei profili social per esibizioni in giro per l’Italia. E’ un investimento senza spese, ma che dà i suoi frutti. Essendo tutto gestito da persone che fanno parte del gruppo, ci sono sempre idee nuove. E questa visibilità e pubblicità rappresenta uno stimolo a fare meglio anche per gli altri del GS.
Quali sono i progetti futuri e le novità che riguardano il GS per i prossimi mesi, soprattutto in vista dei 30 anni dalla nascita del Gruppo Storico che sarà nel 2024?
Già l’anno che verrà sarà impegnativo perché stiamo organizzando un evento molto importante con la confederazione delle bandiere che si terrà a Cortona a Maggio 2023. Si tratta della prima edizione del festival internazionale delle bandiere "Bigordi banderie" insieme con l’associazione European Confederation Flags: il nome Bigordi è stato ripreso direttamente dallo Statuto di Cortona risalente al 1325, che significa asta lunga. Sarà una manifestazione che permetterà di far incontrare e quindi far conoscere le varie scuole di bandiere, non solo in Italia, ma anche nel mondo, con diversi riferimenti storici. Un evento unico nel suo genere! Nel frattempo ci sono già delle idee su quello che sarà il 2024, quando festeggeremo i 30 anni di Gruppo Storico. Sarebbe bello poter coinvolgere tutti i vecchi membri del passato, fare una mostra fotografica e tanto altro ancora che però sarà una sorpresa.
Quando parlo con Giacomo (che per me è stato un fedele compagno di sbandierate negli anni passati), ho sempre l’impressione che ci sia dietro l’angolo una novità importante per il GS. Il suo è un lavoro incessante per garantire continuità e crescita a tutto il Gruppo.
Le foto utilizzate per questo articolo sono di Andrea Migliorati.
Chiara Camerini