Per la serie delle interviste ai protagonisti del Gruppo Storico, in vista del trentennale del GS del 2024, abbiamo incontrato questa volta Carlo Palagi, ex sbandieratore e consigliere del Rione San Vincenzo.
Tu sei uno dei primi sbandieratori a Cortona con le bandiere lunghe, un unicum nel panorama dei Gruppi Storici di Italia. Puoi raccontarci la tua esperienza di quegli anni?
Al tempo c’erano solo le bandiere lunghe. Ci sentivamo molto orgogliosi di quello che facevamo con le bandiere lunghe: lo spettacolo durava circa 10/15 minuti. Quindi era davvero molto faticoso, ma l’entusiasmo generato nel pubblico era veramente incommensurabile, perché si trattava di una coreografia nuova, mai vista. Molto spesso la piazza era piccola, quindi la difficoltà cresceva. Io sono entrato il secondo anno di vita degli sbandieratori. Poi l’introduzione delle bandiere corte ha rivoluzionato il modo di sbandierata. Adesso la tecnica anche nello spettacolo delle bandiere lunghe è cambiata notevolmente.
Hai mai pensato di tornare a fare lo sbandieratore?
No, in realtà no! Ma semplicemente perché è giusto dare spazio ai giovani, alle nuove generazione, che hanno forza, tempo, voglia di crescere. Gli sbandieratori sono molto cambiati in questo senso. Mi è piaciuto farne parte, ma ad ognuno il suo spazio e il suo tempo. Adesso mi diletto dietro le quinte, come figurante, ma soprattutto come consigliere del mio Rione, quello di San Vincenzo.
Quali sono i motivi che possono spingere un ragazzo ad entrare a far parte del GS come sbandieratore, tamburino, chiarina o figurante?
La base di tutto può davvero essere l’amicizia. Poi sicuramente entra in gioco anche la soddisfazione di rappresentare la propria Città sia a livello locale che a livello nazionale. C’è anche da dire che la realtà del nostro Gruppo Storico di Cortona è molto importante ed in continua crescita anche a livello internazionale, basti pensare alla iscrizione alla European Confederation of Flags, che ha permesso la nascita del primo Festival Interazionale della bandiera, che si è tenuto proprio a Cortona, con la partecipazione del Gruppo Storico di Bretten e di Costanza, oltre che di Bibbiena. Insomma tutto questo rappresenta sicuramente una attrattiva per i giovani cortonesi e non solo.
Da Ex sbandieratore, che emozioni provi quando vedi le esibizioni degli sbandieratori in piazza a Cortona?
Un po’ di nostalgia c’è, in quanto sono passati tanti anni da allora, in particolare più di vent’anni. Mi emoziono soprattutto quando vedo lo spettacolo delle bandiere lunghe. L’altra cosa che percepisco, che è rimasta sempre la stessa, è la meraviglia e il calore del pubblico.
Che altri ruoli hai rivestito all’interno del GS?
Una volta che ho interrotto la carriera da sbandieratore, sono entrato nel Rione del San Vincenzo. Ho rivestito per circa 10 anni il ruolo del Console durante la Giostra dell’Archidado. Attualmente con mia moglie sono figurante come coppia rionale.
Attualmente fai parte anche del Consiglio del Rione San Vincenzo. Come sono cambiati dal tuo punto di vista il GS e i Rioni in questi anni?
Il GS è cresciuto molto negli ultimi anni, c’è interesse, c’è voglia di fare. Nei ragazzi che fanno parte del GS ho visto tanta passione e unità. Anche i Rioni si sono rinnovati, sia nei componenti, che nelle sedi. L’armonia è alla base di tutto.
I rioni una volta avevano le proprie tradizioni, che poi nel tempo per vari motivi si sono un po’ perse. Negli ultimi anni c’è stata una ripresa di queste festività rionali. Puoi parlarci di quelle del Rione San Vincenzo, come la sagra della ranocchia, la pentolaccia, la tombola natalizia, il battesimo e la Margherita d’Oro?
Sono dei sigilli tipici dei Rioni. Sarebbe davvero interessante riportarle in auge. E’ chiaro che i nuovi consiglieri che non le hanno conosciute e non le hanno vissute direttamente, ne percepiscono una minore importanza. Tuttavia le tradizioni fanno parte della nostra Storia. Può essere pertanto doveroso riproporle. Ad esempio io ho ricevuto il battesimo rionale, ed è stato un momento molto intenso.
Le ultime edizioni della Sagra della Ranocchia e della Tombola sono state un successo. Quali sono i segreti per portare avanti questo tipo di tradizioni?
Non ci sono grossi segreti. Bastano poche manifestazioni all’anno, che possono garantire unità al Rione. L’unico segreto è l’impegno di tutti.
Nel tuo caso anche altri tuoi familiari prendono attivamente parte al GS. Puoi raccontarci come percepite all’interno della tua famiglia questo tipo di impegno?
Mia figlia Silvia ha un impegno molto più intenso di me, in quanto, facendo parte dei tamburini, ha le prove tutto l’anno e le uscite soprattutto nei mesi estivi. Il mio impegno si svolge principalmente all’interno del Rione con le sedute rionali e con gli eventi rionali. Infine con mia moglie, in qualità di coppia rionale, siamo impegnati principalmente durante la Giostra dell’Archidado e durante qualche uscita locale.
Il Rione San Vincenzo ha vinto la sua unica Verretta d’Oro nel 2008, puoi descriverci quella giornata?
Fu davvero una bella emozione, perché era la prima volta che vincemmo dal 1994. Purtroppo da allora non siamo più riusciti ad aggiudicarci altre edizioni della Giostra dell’Archidado. Questo ci dispiace molto e ci ha lasciato l’amaro in bocca. L’impegno dei balestrieri del nostro Rione è davvero importante, ma purtroppo le variabili in Piazza sono tante (vento, emozione…) e non sempre si riesce a raggiungere il massimo del risultato. Speriamo nelle prossime edizioni di ritornare a festeggiare in Piazza.
Grazie per questa bella chiacchierata ed auguri per il tuo impegno nel Rione San Vincenzo. La foto del primo piano di Carlo Palagi è di Patrick Mahoney.
Chiara Camerini