“ Mi ritrovo in piedi ad applaudire, insieme a tanta gente nel teatro Signorelli. C’è chi piange dentro e chi non riesce a contenere le lacrime e piange fuori. Sono vive e palpitanti le immagini del pubblico entusiasta che a fine recita sale sul palco per complimentarsi con i protagonisti.
Un carosello di baci, di saluti e di sorrisi.
Tra la folla scorgo gli attori, i cantanti e i musicisti scambiarsi sguardi stupiti. Sono esausti ma orgogliosi e fieri del consenso appena ricevuto. Sono stati compresi. Ammiro contenta quella gioia collettiva, la comunità si sta riconoscendo e si riscopre più arricchita. Ciò è bene per tutti!
Negli abbracci scorre intensità ..”
Questo è il vero Valore che ha lanciato lo spettacolo ideato, scritto e diretto da Lina Bartelli “Donne che corrono coi lupi”. E’ un lavoro che rappresenta la condizione della donna, ancora in sofferenza nella nostra “società evoluta” anno A.D. 2019. Lina ha impresso la sua idea e ha condotto l’articolato e complesso componimento con una regia degna di un premio. E’ stata ispirata purtroppo da un omicidio accaduto nel Vicentino, della sorella di un’amica, di un’amica della vicina Castiglion Fiorentino: Monica De Rossi uccisa dal suo ex fidanzato che non poteva accettare che non fosse più solo sua. Lui sconta ora una pena di reclusione in carcere della durata di 30 anni.
L’omicidio di una donna è una sofferenza indicibile per la sua famiglia, un dolore per gli amici e una responsabilità per la comunità da non poter e dover dimenticare.
L’incasso verrà interamente devoluto in beneficienza alla neonata associazione Libra di Castiglion Fiorentino APS Arezzo che opera nei confronti del più debole e bisognoso di protezione e cure.
Lo spettacolo di Lina è dedicato alle dolci donne guerriere, un lavoro di pensieri, di riflessioni e di speranza e lo ha realizzato con l’aiuto delle attrici e degli attori della Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona e del complesso M&M Medici e Musica, eccezionali artisti che nella vita salvano e fanno nascere vite umane.
Lo spettacolo inizia con le note della colonna sonora della “Vita è Bella” di Nicola Piovani e Lina comincia la narrazione invitando sul palco il susseguirsi delle diverse performance che rimangono impresse nella platea. La scenografia di Daniele Boscherini, oltre di affascinante effetto si è rivelata semplice e organica per le varie apparizioni in scena ed è proprio Susanna Bocci a scendere dalle impalcature innocenti in costume medioevale e a recitare una delle Beatrici di Stefano Benni. La Bocci è un’abilissima attrice che con ironia e leggerezza narra come dal medioevo a oggi la situazione della donna non sia molto cambiata. Susanna, romana di nascita, recita con un perfetto accento toscano da suscitare l’invidia di un aretino, che dire: preparata e versatile.
Penetrante la scelta di rappresentare la commedia formato tascabile “Mi chiamo Valentina e credo nell’amore”. Si è rivelata un successo grazie a Max Alivernini e alla bravissima Stefania Salvietti. Non voglio svelare troppo ma il crescendo moderato ha consentito al pubblico di assimilare la profondità dei messaggi.
La regia aveva previsto con efficacia anche momenti di leggerezza. Divertente la performance di Lenny Graziani con tanto di parrucca bionda, ballerine e perle interprete del monologo sull’educazione sessuale della compianta Marchesini; intensa la recitazione di Giuliana Bianchi che ha interpretato magistralmente “Lo Stupro” scritto da Franca Rame; Francesca Barciulli è stata una brillante interprete dello scritto di Bartezzaghi “Sono solo Parole” è stata efficace al pari della Cortellesi; la lettura delle riflessioni scritte dal “giovane uomo” Tommaso Banchelli è risultata piena di speranza per il futuro.
Un recital che irrompe nello spettatore sketch dopo sketch dove la presenza maschia degli uomini belli del complesso M&M rafforza lo scopo del messaggio donne in bianco, uomini in nero con il cravattino bianco complementari, diversi e mai in contrapposizione.
Aggiungo anche la partecipazione tra gli interpreti di Livia Angori, Rossana Morelli, l’indispensabile Teresa D’Ippoliti nel backstage, la precisa grafica e video mix di Carlo Lancia ed il suo indiscutibile impegno, la ditta Magini e il Pagani Service e l’artista Sara Lovari. Segnalo per ultimi e non certo per ordine d’importanza, l’Accademia degli Arditi e il Comune di Cortona per l’ospitalità nel Teatro Signorelli.
La Compagnia del Piccolo teatro di Cortona è cresciuta, ha da poco riscosso un altro grande successo nella capitale con la replica di Harvey e, con codesto ultimo lavoro, firmato dalla Bartelli, ha superato tutte le nostre aspettative. Lina ha impegnato anni per scrivere il brogliaccio dell’opera e quando ha presentato il progetto il Presidente del Piccolo Ferdinando Fanfani non ha esitato a darle “carta bianca” per realizzarlo e a supportarla.
Anch’io sento l’impegno di dover scrivere un articolo che sappia descrivere con la giusta onestà intellettuale la profondità dell’azione dell’autrice che ha assunto nei confronti della sua comunità.
Persino nella semplicità dei costumi la scelta dei colori ha rispettato la simbologia e nulla nello spettacolo era scontato e costruito per la forma.
Infine una mia piccola nota che vuole rendere giustizia: incorro sempre in un Grande mio Errore nei confronti della Compagnia del Piccolo e del complesso M&M Medici e Musica criticando teatralmente i loro lavori confrontandoli quelli delle compagnie professioniste, mentre non devo mai dimenticare che le Signore e i Signori Artisti svolgono sulle scene la loro attività amatoriale mentre tutti i giorni, sono degli eccellenti professionisti nei loro rispettivi campi.
di Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®