L’Etruria

Redazione

2019: Liste politiche di società civile o resurrezione dei partiti a Cortona e in Italia?

2019: Liste politiche di società civile o resurrezione dei partiti a Cortona e in Italia?

Nel giorno della vigilia di Natale mi son fermato un po’ più a lungo al mio solito bar-circolo culturale di Camucia per ascoltare ed interloquire con vari avventori sulla politica locale e nazionale. Ecco, tra le tante ascoltate, alcune considerazioni fatte nei pour-parler del caffè mattutino.

Primo avventore: “Di male in peggio, signori. Questa legge di bilancio statale è un ignorantellum mai visto che rischierà di toglierci anche le mutande”.

Secondo avventore: “ Ma no sei tu l’ignorantellum che rosichi e che avendo scommesso che si andava all’esercizio provvisorio, ora non trovi di meglio che schierarti con il marchese di Rignano per un’alleanza con il conte di Arcore, gridando all’attentato alla democrazia repubblicana e al ritorno del fascismo. Ma quale attentato e pericolo fascista! Qui siamo solo in presenza di un atto politico voluto e portato avanti da due giovanotti fuori dagli schemi borghesi che, da antineoliberisti da strapaese, sono andati a sbattere contro i poteri forti di Bruxelles e contro i muri innalzati da coloro che in Italia fanno i lacchè di Junker, di Macron e della Merkel. Ma statte accorto che, se sti due giovanotti arrivano a vincere le elezioni europee , dopo la musica cambierà e al marchese di Rignano e al conte di Arcore rimarrà solo un luminoso viale di tramonto in un’ Italia finalmente libera e indipendente. Un’ Italia nuovamente nazione sovrana di decidere il proprio destino , il proprio futuro in un mondo ormai affamato dai signori della globalizzazione, dove, con la scusa del terrorismo e con la pratica terribile dell’emigrazione dal super popolato continente africano, stanno mercanteggiando la vita umana, i diritti umani della civiltà cristiana d’Occidente.”

Terzo avventore: “Ma di cosa state a discutere! La politica è finita. I partiti politici sono morti. Son tutti come i ladri di Pisa: di giorno litigano e di notte rubano insieme. Il dramma di chi sta male non importa più a nessuno sia a livello locale sia a livello nazionale o europeo. Abbiamo ormai una classe politica dedita solo alle lobbies e al proprio particolare, al proprio tornaconto. Qui ci vuole una rivolta , una rivoluzione di popolo, ma anche là dove cercano di farla, come in Francia, le cose non vanno bene perché l’esercito, che è sempre stato  l’elemento del successo di ogni rivoluzione novecentesca, sta schierato con lor signori, con chi lo foraggia e la fanteria che era l’elemento chiave degli eserciti a leva popolare è ormai di fatto estinta. Insomma, la vedo brutta per l’anno nuovo in arrivo e spero soltanto che i partiti tradizionali, se non ritornano ad essere lo strumento democratico sancito dalla Costituzione italiana, vengano soppiantati da movimenti nuovi e dirompenti che portino il popolo italiano ad essere protagonista del proprio oggi e domani. Anche i sindacati dovrebbero tornare ad essere soggetti politici come nel 1968-1969 e a capire e guidare il cambiamento, altrimenti sarà bene che cambino nomi e si chiamino soltanto corporazioni di arti e mestieri.”

Quarto avventore: “ Suvvia non la mettiamo sul difficile. Oggi ai valori e alla cultura non crede più nessuno. La crisi morale ed etica ha investito tutto e tutti. Anche la piccola patria è morta e nel 2019 le bandiere rosse e bianche , cioè degli ex-Pci ed ex-Dc, ormai sbiadite e impolverate, verranno mandate in soffitta anche a Cortona. A proposito delle elezioni comunali, nessuno sa dirmi se  ci saranno due soli candidati o una decina come dice il vento dei nostri poggi?”

Quinto avventore: “ Lo sapevo che a te interessava chiacchierare delle elezioni comunali! Dicci , ma è vero invece che si sta preparando una nuova Lista civica di società civile, di movimento popolare che partendo dai valori della nostra Costituzione e della Piccola Patria riporti il Comune in mano a chi fa politica solo per etica e non per cratos; cioè per ideali, valori , servizio alla comunità e non per interessi di bottega?”

Quarto avventore: “ Stando così le cose,è probabile , ma non posso dirti nulla di preciso perché ancora se ne discute nei gruppi carbonari dei quartieri di Camucia, Terontola e dei vari borghi di campagna. Ti dico solo che se son rose fioriranno e che siamo nel campo dei movimenti ideali, culturali e morali. Non certo nel campo degli interessi mercantili. L’indignazione è tanta anche nelle nostre terre cortonesi e senz’altro sfocerà in nuovi rii o ruscelli chianini che potrebbero sommergere il famoso Canale maestro. Ma , ripeto, se son rose, fioriranno.”

A questo punto il giornalista di strada, avrebbe sul proprio taccuino altre interessanti riflessioni ascoltate, ma preferisce chiudere questo piccolo resoconto di dibattito politico al suo bar-circolo culturale camuciese con alcune proprie riflessioni, che, in tutta umiltà, offre al lettore e a coloro che si apprestano a chiedere il consenso elettorale per la loro azione politica locale, nazionale ed europea.

La società dei due terzi che stanno bene e un terzo che sta male (o sopravvive) è finita . Da più di un decennio siamo oramai alle due società: quella del popolo che sta bene e quella del popolo che sta male o che se la cava a stento e a cinghia sempre più stretta. Il Neoliberismo sta riportando le nostre società europee alla prima industrializzazione quando un terzo aveva tutto e comandava e la maggioranza dei due terzi era esclusa e doveva solo lavorare ed ubbidire, pur rivendicando la democrazia parlamentare che poi sul finir dell’Ottocento s’impose a furor di lotte operaie e contadine.

Chi si appresta a fare politica nel 2019 dovrebbe partire proprio da qui, sapendo che oltre alla crisi economica e finanziaria oggi c’è una crisi morale, etica , valoriale di civitas che fa paura per la dirompenza, per la tracimazione delle violenze , delle arroganze, dei nuovi autoritarismi che ogni giorno vessano il nostro vivere. Dovrebbe partire proprio da programmi che si impegnino a far terminare la cosiddetta società liquida alla mercè della telecrazia e della digitalcrazia per dar vita ad una nuova stagione di diritti coniugati con i doveri del cittadino. I nostri politici locali e nazionali non dovrebbero offrire agli elettori, alla comunità tappeti d’oro o di seta pregiata, ma raccogliere i sogni della povera gente, dei ceti intermedi e farne programmi di governo. Soprattutto ridare anima e corpo ai grandi sogni dei fondatori dell’Italia repubblicana: libertà, giustizia, solidarietà, pluralismo, uguaglianza. 

Naturalmente questi politici dovrebbero possedere “parole abitate, parole piegate o umili”, come c’insegnò, poco più di un  secolo fa, Charles Péguy. E soprattutto avere fatto la scelta di stare dalla parte di coloro che non hanno voce, di coloro che faticano da mane a sera e che sbarcano a mala pena il loro lunario. Politici che siano consapevoli che “nessuno è un’ isola”, ma che “ siamo parte di un tutto, di una comunità, del mondo” , come mi ripeteva spesso Pierre Carniti, citandomi il grande poeta inglese seicentesco John Donne.

Politici che siano consapevoli che nel nuovo mondo della comunicazione social si annida il virus della distruzione della democrazia, il seme dell’autoritarismo dell’uomo solo al comando, che oggi presentandosi come il signore benevolo che a tutto provvede, forse, ha già preso possesso della cloche di navigazione ed è già pronto a pensare per noi tutti, in un tempo in cui troppi rinunciano al pensiero forte del classicismo, dell’umanesimo cristiano, perché esercizio faticoso e impegnativo.

Politici che sappiano denunciare che i social sono il sistema più antisociale che il neomercantilismo liberale abbia inventato e chiederne quindi una positiva bonifica tramite leggi ad hoc . Politici che sappiano dire basta ad una terra di nessuno dove l’imperialismo tecnologico è riuscito a mettere l’uno contro l’altro, a scatenare odio e violenza, a far passare per verità enormi, grandi falsità. Servono politici, come ha detto Papa Francesco nell’omelia di Natale, che sappiano combattere e sconfiggere la voracità dei pochi che banchettano mentre i molti vivono di briciole.

Senza politici fautori di una rinascita morale, etica, valoriale della comunità locale , nazionale, europea, la coscienza civica sarà destinata a morte sicura e con essa tutto il patrimonio storico della “civitas cristiana d’occidente”. E allora dietro l’angolo del disimpegno, della diffusione dell’ignoranza civica, del ritorno all’homo homini lupus e quindi della morte della coscienza di appartenenza ad una comunità, ad uno stato, ci sarà nient’altro che un ritorno vittorioso della ditattura e delle teorie imposte con il nazismo da Goebbels: “ una bugia ripetuta mille volte  diventa verità”. E il grande vecchio di cui tanto si discusse nel Novecento si potrebbe davvero impossessare del mondo.

Di questo pericolo una comunità locale o nazionale o continentale deve prendere coscienza prima che si trovi precipitata nel dramma , nella tragedia dell’uomo solo al comando. Il politico democratico deve nuovamente assumere il compito di opporsi a questo pericolo,ripartendo dalla strada dove la gente vive, va al lavoro,dove soffre e dove si incontra ogni giorno dall’alba al tramonto anche per dire no alla voracità del consumismo e per chiedere carità e condivisione.

Se si vuole, ci vogliono anche politici che non disdegnano di entrare e di passare qualche quarto d’ora nei bar  come questo nostro camuciese, che, da anni,  ha scelto di essere centro culturale di vita politica, visto che i partiti hanno chiuso i loro luoghi di aggregazione, le loro sedi, i loro circoli.

Comunque il politico democratico non dovrebbe disdegnare nemmeno un impegno d’ispirazione cristiana che oggi torna ad essere attuale e cogente. Infatti, come mi disse una volta, quand’ero delegato dei giovani democristiani cortonesi, negli ormai lontani primi anni 1970, il mio amico Brunetto Bucciarelli Ducci, ex-presidente di Montecitorio: “ tocca ai cristiani, impegnati nella politica, porre le premesse per la creazione di un mondo, di una società autentica dove libertà, giustizia e fraternità divengano dimensioni sempre più concrete ed operanti del vivere civile nella città terrena” .

Proprio per questo mio credo, indegnamente  praticato, spesso anche in "insofferente ribellione" alle direttive ufficiali ed istituzionali del partito o della gerarchia religiosa, vorrei concludere queste riflessioni con un invito al Partito democratico che oggi si dibatte in un evanescente percorso congressuale dove anche l’opposizione al governo giallo verde, democraticamente costituitosi a seguito delle ultime elezioni politiche, rischia sempre più di essere avvitato in un forattiniano “non sappiamo cosa vogliamo, ma lo vogliamo subito”, come diceva appunto il noto umorista  in una sua mitica vignetta dei primi mesi del 1984. Amici del Pd, non incartatevi in un tifo politico per il neoliberismo che ormai non interessa quasi più nessuno. Oggi non è questione nemmeno di aggiornare le proprie carte di identità, passando da uno schema ideologico  ad un altro. Non serve modificare il linguaggio se non si investe in valori e in principi di vita comunitaria che ridiano il primato alla persona , al cittadino rispetto al businnes. Inventare formule o linguaggi più di sinistra , più combattive sul piano della comunicazione non serve, se dietro c’è ancora l’affarismo. I cittadini, i lavoratori, gli artigiani e i piccoli imprenditori, che sgobbano da buio a buio, si aspettano scelte chiare e molto vicine ai loro problemi, non vogliono fumo,trasformismo, compromesso,accordi di vertice. Vogliono dibattito forte,trasparente e chiaro sul domani dei figli e dei nipoti. Vogliono un dibattito su come costruire oggi questo futuro attraverso un confronto congressuale vero , centrato su linee politiche che salgano dalla base ai vertici e che delineino azioni politiche costruite sui comuni valori di fondo del patto costitutivo del 2008 del Pd. Gli uomini e le donne cittadini di Cortona e dell’Italia non vogliono più scelte,indottrinamenti e programmi calati dall’alto.  

Hic Rhodus, hic salta, caro Pd, ultimo partito che ancora affonda le sue radici nella Costituzione più bella del mondo e che , sciaguratamente, nel 2016, un suo segretario voleva cambiare seguendo la formula, tanto cara ai neoliberisti, della “democrazia oligarchica”. O il partito ritrova la cultura cattolica, socialista e labour che scrisse la Carta costituzionale della nostra Repubblica o morirà, lasciando il passo a nuovi,oscuri movimenti che nulla hanno di quei partiti cui i padri costituenti affidarono la vita civile ed istituzionale della nostra Italia. A meno che non sorgano Liste Civiche di salvezza costituzionale.

Il 2019 ci dirà come andranno le cose; cioè se i partiti tradizionali, non ritrovando le loro nature originarie,  scompariranno e quali nuovi partiti o Liste civiche si affermeranno sulle terre d’Italia. Insomma, nel 2019 certamente sapremo se per i partiti che fondarono la nostra Repubblica è vicina una nuova primavera oppure continuerà il duro,gelido inverno arrivato con l’intensa,imprevista nevicata del 4 marzo 2018.

 Ivo Camerini