E’ dal lontano 2009 che il Comitato Tutela di Cortona si propone come gruppo civico vocato alla soluzione dei problemi territoriali più che alla propaganda, spesso prerogativa dei gruppi politici, che sono assillati dalla ricerca del consenso elettorale.
Siamo volutamente ultimi a intervenire sulla vicenda del Barattino, dopo che tutte le forze politiche si sono espresse, o alla ricerca di una prelazione sui tempi di denuncia o di intervento operativo.
In settembre abbiamo inviato una segnalazione con documentazione fotografica a Comune e Corpo Forestale dello Stato; non avendo ricevuto risposte dirette in ottobre u.s abbiamo inviato ulteriore segnalazione e documentazione fotografica agli stessi enti ed anche al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, a Firenze, e all’ARPAT.
A seguito di questa ultima segnalazione, corredata da una petizione con nome, cognome e documento identità, il Corpo Forestale dello Stato ha richiesto le analisi del liquido, presunto percolato.
Noi crediamo che l’esito delle analisi, divulgato dall’ARPAT, ci induca a non rivendicarlo come un successo del Comitato, o del M5S o di Rifondazione che con noi hanno sottoscritto, a titolo personale, la segnalazione. Non è che aver fatto luce sulla natura tossica del liquido che esce dalla discarica sia una rivincita su chi avrebbe dovuto vigilare di più e meglio, piuttosto l’amara conferma di una situazione di pericolo che grava sul futuro dell’intera comunità.
Pensare che nei pressi di quell’area esistano insediamenti umani, attività ricettive e , solo a poche decine di metri , quelle vigne che producono i grandi vini di cui tutto il territorio va fiero, dovrebbe togliere il sonno a molte persone.
Pensiamo che adesso il Comune debba essere consapevole di un pericolo grave e reale ( forse troppo a lungo ignorato) e che non possa permettersi ulteriori dilazioni, tentennamenti, comunicati tranquillizzanti o autoassolutori.
La nostra indagine conoscitiva è avvenuta senza nessuna violazione di limiti invalicabili, semplicemente percorrendo un sentiero che conduce a terreni arati e area di ripopolamento venatorio, esterno al perimetro recintato della discarica, frequentato abitualmente da cacciatori ( presenza di numerosi bossoli) e camminatori. Sentiero non proprio interdetto al transito se ignoti hanno potuto tranquillamente abbandonare la grande quantità di rifiuti ancora presenti fuori dalla recinzione!
Crediamo che adesso sia il momento di agire e non di recriminare il passato o cercare puerili primogeniture; agire con tempestività e in modo appropriato, senza lasciare nulla di intentato.
A tal proposito, e per l’ennesima volta, vorremmo ricordare che nella stessa area, a poche decine di metri di distanza, vengono continuamente sversati dei fanghi , che si dice essere “scarti alimentari” ma sulla cui vera natura non si è mai fatta chiarezza. Il limite tra scarto alimentare e rifiuto è spesso impercettibile per la legislazione italiana ( pletorica, mai certa e mai al passo con i tempi e risultanze scientifiche) . Sappiamo perfettamente quante e quali sostanze chimiche vengono utilizzate per la produzione e la trasformazione dei prodotti alimentari ; queste sostanze non scompaiono mai, anzi tendono ad accumularsi nel prodotto finito e nei suoi scarti. È pertanto prevedibile che continuando a sversare grosse quantità negli stessi terreni possa provocare un accumulo di inquinanti che finirà col compromettere la salubrità di suolo e acque.
Sono principi così elementari che fa meraviglia l’abituale tendenza a sottovalutarne le conseguenze.
E ci chiediamo anche come sia possibile , vista la loro decantata innocuità, che tanti camion debbano percorrere tanti chilometri per venire a sversare in Toscana, a Cortona, e non nei luoghi di produzione degli scarti!
Ma su questo argomento stiamo ancora raccogliendo, come è nostra consuetudine, la documentazione necessaria per avere un quadro preciso della situazione.
Concludendo , ci auguriamo che in questo momento “del fare” ( come amano ripetere i nostri governanti) si adotti un ritmo celere, come sempre è richiesto ai privati cittadini, e non i tempi biblici dell’agire pubblico, che spesso portano al nulla di fatto; richiediamo alle autorità maggiore trasparenza e non pietose bugie. Crediamo che sia il momento di abbandonare proclami e propaganda e offrire collaborazione perché, aldilà delle responsabilità personali, il territorio è di tutti.
Carola Loretta Lazzeri
Portavoce Comitato Tutela di Cortona
Presidente Associazione Tutela Val di Chiana