I militanti del Blocco Studentesco hanno appeso nella notte davanti all'ingresso dell'istituto A. Vegni (Capezzine) uno striscione contro il contribuito volontario. "Non farti truffare, il contributo volontario non pagare", questo il testo dello striscione affisso nella notte dal movimento studentesco, che ha voluto ancora una volta esprimere tutto il proprio dissenso contro questo vero e proprio sopruso nei confronti degli studenti.
"Quello che è accaduto negli ultimi giorni all'interno dell'istituto agrario ed alberghiero A.Vegni non è accettabile - dichiara la sezione aretina del Blocco Studentesco in una nota - si tratta dell'ennesimo sopruso nei confronti degli studenti, che ci sembra doveroso portare alla conoscenza di tutti con questo atto di denuncia.” "All’istituto “Vegni” di Cortona - prosegue la nota del Blocco Studentesco - sono stati infatti distribuiti, come ogni anno, i bollettini postali per effettuare l’iscrizione all’anno scolastico successivo e per il pagamento del contributo volontario scolastico. Quest'anno però questa operazione di routine è stata effettuata dall'amministrazione scolastica con una piccola quanto ingegnosa modifica: i bollettini sono stati prestampati con il nome e cognome di ogni singolo studente modificando però la causale del versamento, non più “contributo volontario scolastico”, ma “iscrizione anno scolastico 2016/2017”. Così facendo molte famiglie, leggendo i bollettini prestampati in modo troppo sbrigativo, sono state tratte in inganno dalla causale modificata e hanno quindi deciso di pagare, pur non sapendo realmente cosa stessero facendo".
“Una vera e propria truffa - conclude la nota del Blocco Studentesco - che non può più essere tollerata e a cui noi ci opponiamo con fermezza. Siamo ancora una volta pronti a combattere in prima linea i raggiri operati dalle amministrazioni scolastiche che, con questi metodi subdoli, riescono a ingannare molti genitori ed alunni. Siamo stanchi di questo modus operandi basato sulla convinzione che lo studente non sia altro che un cliente, un mero utente di un servizio a cui spillare soldi coi più loschi metodi. La scuola non è questo, la scuola deve essere un luogo di cultura, dove lo studente deve formarsi a tutto tondo. Non possiamo più pagare noi studenti per sopperire agli scarsi fondi che arrivano dal ministero, mettetevelo bene in testa”.