“Questione centrale e di massima importanza è e sarà l'edilizia scolastica”.
Così si diceva un tempo, per la precisione nel programma del PD delle scorse elezioni amministrative, riguardo alla scuola. E si continuava:
“La scuola deve essere prima di tutto un luogo sicuro e moderno in grado di preparare gli studenti ad affrontare le sfide della contemporaneità e del futuro”
Concetti condivisibili da chiunque. Si facevano anche altre affermazioni importanti, e per non essere approssimativi è bene citarle per esteso, visto che in modo preciso si riferivano allo scottante tema dell’edilizia scolastica. Si prometteva dunque quanto segue.
“Realizzazione del polo scolastico di Fratta che comprenderà la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado (anche facendo seguito al progetto già inviato al Presidente del Consiglio)”.
Forse qualcuno ricorda che, poco dopo le ultime elezioni, l’amministrazione aveva già cambiato idea rispetto quanto affermato in campagna elettorale e riteneva inevitabile la chiusura della scuola di Fratta con conseguente spostamento delle sezioni nel “plesso unico di Camucia”. Anche il nostro Portavoce aveva chiesto chiarimenti in merito, con un’interrogazione, e la popolazione di Fratta era insorta alla notizia della imminente chiusura. La Giunta decise quindi, con una manovra a breve termine, di recuperare credibilità: così, invece di costruire il nuovo edificio promesso, acquistò quello già ospitante la scuola, con la prospettiva di ulteriori e gravosi sforzi economici per metterlo a norma.
“Realizzazione di un nuovo polo scolastico a Camucia, comprendente Asilo Nido e Scuola dell'Infanzia, una struttura moderna e funzionale che risponderà a principi di architettura ecocompatibile e autonoma da un punto di vista energetico”.
Alcune scuole di Cortona sono state parzialmente messe in sicurezza; dei provvedimenti provvisori sono stati adottati per la secondaria di primo grado di via di Murata e per la scuola dell'infanzia in via XXV Aprile di Camucia , ma il progetto che, sulla carta, doveva essere realizzato nel corso del mandato, è stato a mala pena allocato. Non ci resta, quindi, che aspettare e vedere quanti anni serviranno ancora a realizzarlo.
Scorrendo ancora il programma troviamo uno dei punti forse più dolorosi per i Cortonesi:
“Ci impegneremo presso le amministrazioni competenti al fine della ristrutturazione dell'Ex Ospedale sito nel centro storico di Cortona, proprietà della Provincia di Arezzo, creando una sede funzionale per l'Istituto d'istruzione superiore L. Signorelli, recuperando allo stesso tempo uno dei palazzi storici e monumentali tra i più importanti”.
L’ospedale è stato venduto. L’Istituto di Istruzione Superiore Signorelli continua le sue attività sempre negli stessi spazi, all’interno di strutture di interesse storico, sì, ma assolutamente non congrue ad ospitare una scuola. Palazzi, oltre tutto, per cui viene corrisposto un cospicuo affitto(120.000 euro annui) alla Curia aretina. Chiunque è in grado di fare delle semplici moltiplicazioni e trarre altrettanto semplici conclusioni in termini economici.
Infine si proclama:
“Continueremo l'opera di messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici esistenti”.
Allo stato attuale delle cose (ma è vero che nei mesi che ci separano da maggio 2019, magari, si porrà rimedio a quanto tralasciato finora), questo è forse il punto più disatteso. Già nel lontano 2003 si parlava di censire gli edifici per vulnerabilità sismica, cosa che è effettivamente avvenuta nel nostro Comune solo nel 2014. La Giunta in carica non ha quindi “continuato” l’opera di messa in sicurezza: l’ha a malapena iniziata.
Evidentemente c’erano questioni più stringenti della sicurezza nelle scuole, visto che nessuno, prima del Consigliere e Portavoce del M5S Matteo Scorcucchi, aveva pensato a sollevare il problema.
Dai risultati di vulnerabilità sismica e statica degli edifici effettuati nel 2016 in vari plessi del Comune (due plessi di Terontola, due di Cortona, due di Camucia e uno di Montecchio) infatti, nessuna delle strutture risultava in regola, e tutte necessitavano di interventi più o meno importanti per raggiungere gli standard minimi di sicurezza.
Prima dell’inizio della scuola, il 12 settembre 2018, il consigliere e portavoce del M5S Matteo Scorcucchi chiedeva chiarezza all’amministrazione in merito alla delicata questione delle condizioni di sicurezza dell’edificio scolastico in Via di Murata a Camucia, ospitante la scuola Secondaria di Primo Grado. La risposta dell’amministrazione è arrivata ben due mesi dopo.
L’interrogazione constava di tre punti.
Al primo, “se si ritenesse che gli esiti delle verifiche condotte sull'edificio in Via di Murata a Camucia, componessero un quadro soddisfacente per la sicurezza dello svolgimento delle attività al suo interno”, si rispondeva che “il 21/09/2018 era stata disposta l’ordinanza dirigenziale in merito alla necessità di adottare precisi provvedimenti restrittivi”.
Al punto due, relativo a eventuali interventi per la risoluzione delle criticità emerse dalle indagini strutturali condotte sull’edificio, si rispondeva che era stato dato “incarico al professionista che aveva condotto le verifiche di vulnerabilità per la redazione del progetto di adeguamento, quindi depositato presso l’ufficio del Genio Civile di Arezzo, e dallo stesso autorizzato (relativamente al progetto era in corso il deposito della variante ai sensi delle NTC 2018)”.
Il terzo punto, che chiedeva “se fosse possibile prevedere interventi per la risoluzione delle criticità emerse dalle indagini condotte”, si ribadiva che erano stati previsti interventi di adeguamento statico e miglioramento sismico e non interventi di realizzazione di nuove porzioni. Il nuovo plesso scolastico da realizzarsi a Camucia era quindi destinato alla scuola Primaria (Elementari).
Tenendo conto del fatto che la relazione tecnica relativa all’edificio risale al luglio 2018, non è trascurabile che l’ordinanza relativa alla messa in sicurezza dello stesso sia stata emessa soltanto il 21 settembre. Nonostante, quindi, l’amministrazione fosse ben informata sui rischi relativi all’utilizzo dello stabile in assenza di provvedimenti, ha lasciato che trascorressero più di due mesi prima di provvedere all’adozione di misure indispensabili per garantire la sicurezza del personale ATA che anche nel corso dell’estate si trovava nell’edificio, dei docenti che dal primo di settembre erano quotidianamente impegnati nelle attività e, cosa ancora più grave, degli alunni che hanno iniziato l’anno scolastico il 17 settembre.
In sostanza, nonostante le condizioni di sicurezza dell’edificio risultassero per più motivi critiche fin da luglio, prima che il MoVimento 5 Stelle sollevasse l’attenzione sulla questione con la sua interrogazione del 12 settembre l’amministrazione non si è occupata della questione. L’ordinanza che disponeva le misure immediate è stata infatti emessa il 21 settembre.
Nonostante due mesi di tempo per organizzare un piano per garantire nell’immediato la sicurezza necessaria, la scuola è iniziata e le persone hanno ripreso le proprie attività al suo interno completamente ignare dei rischi che correvano.
E questo perché, è bene ricordarlo ancora con le parole programmatiche del PD:
“Questione centrale e di massima importanza è e sarà l'edilizia scolastica”.