Documenti e dati ufficiali alla mano, come abbiamo fatto per i precedenti articoli su scavi della Maialina e ex ospedale di Cortona, oggi vi dimostriamo l’imbroglio speculativo che sta dietro al progetto di ampliamento dell’inceneritore di San Zeno, i rischi per la salute dei cittadini e le responsabilità della politica locale. Con ciò rinnovando l’appello alle altre forze politiche cortonesi di rispondere a questa semplice domanda: “Siete favorevoli o contrari?”. E possibilmente di farlo prima del 26 maggio, giorno delle elezioni. Per rispetto verso gli elettori. Noi l’abbiamo fatto: non è così difficile.
Le posizioni politiche a Cortona
Nelle ultime settimane infatti, ci siamo rivolti più volte alle altre forze politiche cortonesi, chiedendo quale fosse la loro posizione in merito al progetto di ampliamento dell’inceneritore di San Zeno. Purtroppo ad oggi nessuna risposta è pervenuta, da nessun fronte. Allora vi diciamo noi come stanno le cose.
1. Luciano Meoni, la Lega e la destra
In attesa di smentite ufficiali da parte dei diretti interessati, la destra capitanata da Meoni rimane fedele al progetto portato avanti dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, presidente di ATO Toscana Sud. Giustificando in più di un’occasione il progetto di ampliamento infatti, a domanda precisa il candidato sindaco Luciano Meoni preferisce rimandare il discorso al fatidico “momento giusto”, se non scansare di netto il problema tagliando via con laconici: “occupiamoci dei problemi locali”. Scusi Meoni, inceneritore e salute pubblica per lei non sono “problemi locali”? Anche Lega per Cortona e gli altri vostri altri alleati la pensano così?
2. Il PD, “i” PD e Andrea Bernardini
Dal fronte PD invece silenzio assoluto. E non potrebbe essere altrimenti, data la schizofrenica situazione in cui gravemente versano. Per cui da una parte, laddove sono all’opposizione (Arezzo), lanciano a parole comunicati di fuoco e interviste indignate (video); dall’altra invece, laddove governano (per esempio a Cortona), quando si arriva al dunque, o si astengono dal voto o addirittura non si presentano affatto per non votare contro, come ha fatto il nostro Andrea Bernardini. Bravini eh?
E quando finalmente si riesce ad intercettarli, sperando di ottenere una risposta netta e chiara, si esibiscono invece inimbarazzanti scappatoie come quella di Vanessa Bigliazzi, consigliera PD:
Strano, perché per fare “qualche commento” politico quando gli pare e sugli argomenti che gli pare, Facebook e i “social” sono sempre il luogo adatto anche per il PD. Chissà poi quale sarà mai questa mitologica sede opportuna per discuterne, visto che non ne hanno voluto parlare nemmeno in Consiglio Comunale: forse che ne vorranno costruire una apposita sopra qualche reperto archeologico? Magari alla Maialina?
3. Il MoVimento 5 Stelle
E noi del MoVimento 5 Stelle? Lo abbiamo detto e affermato sempre ed ovunque, e qui ve lo ripetiamo con estrema trasparenza:
siamo fermamente e convintamente contrari all’inceneritore e dunque anche al suo ampliamento.
Ora, dato che gente sicuramente più informata ed esperta di noi ci addita come sprovveduti o addirittura “terrapiattisti” quando andiamo a sostenere questa nostra posizione (e magari poi, come il leader del loro partito, sono lì a celebrare Greta Thunberg), abbiamo deciso anche questa volta di prenderci tutti i documenti e mostrarvi, scienza alla mano, quali sono i termini esatti della questione.
Perché al di là di tutte le chiacchiere da bar e le tifoserie da stadio, crediamo che essere ben informati su temi così importanti per la nostra salute sia di fondamentale importanza. E lo è per tutti, indipendentemente dalla posizione che poi ciascuno vorrà tenere.
L’impatto dell’inceneritore di San Zeno sulla salute umana: i risultati scientifici.
Nel febbraio scorso, AISA Impianti ha presentato un progetto di ampliamento dell’impianto di incenerimento dalle attuali 45.000 t/a fino a 75.000 t/a e un contestuale efficientamento del selezionatore TMB (Trattamento Meccanico Biologico).Qui trovate la sintesi del progetto di AISA (documento pubblicato nel sito della Regione Toscana).
Gli inceneritori, come si sa, emettono diossina e molti atri tipi di sostanze pericolose per la nostra salute: questo è un dato di fatto, appurato e indiscutibile.
Nel 2014, il progetto LIFE HIA21, cofinanziato dall’Unione Europea, ha condotto uno studio di coorte dell’impatto dell’inceneritore di San Zeno sulla salute umana. Ebbene, nelle aree prese in esame all’interno di un raggio di 12 km2dall’impianto, lo studio ha riscontrato un aumento di casi di mortalità dovuti a malattie cardiovascolari, respiratorie, leucemie e un aumento di ricoveri per malattie dell’apparato urinario.
Per quel che ci riguarda, quanto sopra riportato sarebbe già di per sé sufficiente per decidere di bocciare il progetto di ampliamento di San Zeno. Ma c’è di più.
I numeri “fantasiosi” del piano di AISA
Ci siamo dunque andati a studiare il piano proposto da AISA Impianti a corredo della richiesta di intervento, per vedere un po’ se di questo ampliamento ce ne sia proprio la necessità.
Come si può leggere nel documento, AISA ipotizza due scenari:
Scenario 1 – Fabbisogno di trattamento in caso di pieno raggiungimento degli obiettivi di RD (70% RD entro il 2024);
Scenario 2 – Fabbisogno di trattamento in caso di raggiungimento più graduale degli obiettivi di RD (70% entro il 2033).
Il secondo prevede il raggiungimento di un tasso di raccolta differenziata del 70% solamente nel 2033, con ben 21 anni di ritardo (!) secondo quanto stabilito dalla legge (D.Lgs n. 152/2006, art. 5, comma 1): questo scenario è dunque da scartare, visto che dovremmo aver raggiunto il 70% di RD fin dal 2012.
Concentriamoci dunque sul secondo, in cui si prevede il raggiungimento di una raccolta differenziata al 70% nel 2024.
Per il 2024 AISA prevede una quantità di rifiuti prodotti in provincia pari a 167.000 t/a, in diminuzione di circa 20.000 t/a rispetto ad oggi, di cui:
118.000 t (il 70% appunto) di rifiuti differenziati, quindi inviati a riciclo,
49.000 t di rifiuti indifferenziati.
AISA afferma che di queste 49.000 t/a di indifferenziato, dopo il Trattamento Meccanico Biologico (selezionatore) neverranno bruciate 47.000 t. E qui sta il primo inghippo.
Dove sta la fregatura?
Secondo quanto riportato nel Rapporto Rifiuti Urbani 2018 di ISPRA infatti, solamente il 60/65% dell’indifferenziato processato con TMB può essere inviato ad incenerimento; la restante parte risulta essere FOS (Frazione Organica Stabilizzata, utile tra l’altro per tombare discariche o consolidare argini di corsi d’acqua), organico non compostato e umido che vengono recuperati e reinviati a riciclo.
Inoltre, risulta anche poco logico investire nell’efficientamento del TMB, come proposto dalla stessa AISA. Infatti, se poi la quasi totalità dei rifiuti trattati finisce comunque ad incenerimento, allora tanto vale incenerire subito! Ma questo AISA sa molto bene che è cosa impossibile da realizzare, perché molti dei materiali presenti nell’indifferenziato non possono essere bruciati da un inceneritore con recupero di energia, dal momento che non hanno il giusto potere calorico e/o non potrebbero essere bruciati affatto (come l’umido).
Il secondo inghippo invece sta nel fatto che, sempre in base allo scenario proposto da AISA, la raccolta differenziata al 70%renderebbe circa un 17% di scarto. Percentuale che cozza con i dati storici di altre zone in cui è già stato raggiunto il 70% di raccolta differenziata, come a Capannori o nella provincia di Treviso, dove lo scarto prodotto non arriva al 7%.
Facendo due rapidi calcoli, si arriva ad avere nel 2024 una quantità di rifiuti da incenerire pari a circa 39.000 t/a, la stessa quantità che viene incenerita oggi a San Zeno: quindi le attuali 45.000 t/a autorizzate bastano e avanzano.
AISA specula sulla nostra salute e chi appoggia questo progetto è altrettanto colpevole
Dunque, documenti e dati AISA alla mano, possiamo serenamente trarre la seguente conclusione:
l’ampliamento dell’inceneritore di San Zeno, oltre che PERICOLOSO per la salute, è addirittura INUTILE.
Come se non bastasse, in ATO Toscana Sud manca ancora il Piano d’Ambito (che è sostanzialmente il piano della gestione dei rifiuti), atteso addirittura dal 2013: quindi, se anche si dovesse ipotizzare un aumento dell’impianto di San Zeno, lo si potrebbe fare solamente dopo aver redatto tale Piano d’Ambito.
Risulta quindi abbastanza chiaro che, in mancanza di una necessità reale,
AISA propone il piano solamente per un mero interesse finanziario a scapito della nostra salute, finalizzato a bruciare i rifiuti provenienti da tutta Italia dietro lauto pagamento, come già successo in passato.
E se ve lo dice anche Donato Caporali, consigliere PD di Arezzo…
Ricordatevelo domenica.
Considerazioni finali
Nutrivamo ben pochi dubbi sul fatto che le destre aretine fossero pronte a mangiarsi la fetta più grossa del business dei rifiuti con la partecipata ESTRA. Avevamo invece sperato che Andrea Bernardini, che al di là della politica è pure ingegnere ambientale, facesse sentire la sua voce e prendesse una posizione chiara e netta in proposito, come hanno fatto altri esponenti del suo partito in tutti i comuni in cui il PD è all’opposizione: vedi Arezzo, come detto prima. Pura schizofrenia politica da TSO urgente su cui ci sarebbe da ridere per giorni, se solo non ci fosse di mezzo la salute dei cittadini.
L’ingegnere ambientale/assessore all’ambiente/candidato sindaco Andrea Bernardini, invece, ha preferito fare lo gnorrinon solo evitando le domande poste da noi del M5S, ma cosa ben più grave per tutti i cittadini, addirittura disertando l’assemblea di ATO Toscana Sud del 19 aprile scorso, in cui doveva votare sul parere espresso dalla stessa autorità in merito al progetto di potenziamento di San Zeno.
Pensiamo che questa politica dell’ignavia e del non prendere posizione per non scontentare nessuno, specialmente in tempo di elezioni, praticata ugualmente sia dal centrodestra che dal centrosinistra cortonesi, debba finire una volta per tutte.
Ripetiamo: qui è in ballo la salute dei nostri cittadini, prima che l’opportunità politica di essere eletti.
Noi vogliamo un’amministrazione trasparente che tuteli la salute e i diritti dei cittadini, e non che persegua il mero interesse economico delle partecipate o di qualche altro soggetto privato.
E vogliamo un Comune che punti all’obiettivo “Rifiuti Zero“ nel rispetto dell’ambiente, del territorio e dei suoi cittadini.
Noi vogliamo questo. Perché noi siamo diversi. Noi siamo il MoVimento 5 Stelle.
Il 26 maggio CAMBIAMO VOLTO AL COMUNE. Insieme, davvero.