In un Palazzo dei Congressi affollato di delegati e di ospiti,tra i quali spiccava in prima fila l’ottantenne Pierre Carniti, membro a vita del Consiglio generale della Cisl e mito sindacale dell’Italia contemporanea, Annamaria Furlan alle ore undici di ieri ha concluso i lavori del XVIII Congresso con un accorato e appassionato discorso che ha chiesto all’Italia che cambia di osare più sindacato per uscire dalla crisi in cui da troppi anni si è avvitata.
Approvate poi le mozioni politico-sindacali conclusive dell’assise nazionale del sindacato, si sono svolte le votazioni per l’elezione del nuovo parlamentino cislino, che, convocato nel primo pomeriggio, ha rieletto Annamaria Furlan alla guida del sindacato con la bandiera a strisce verdi, bianche e rosse, cioè del tricolore nazionale. L’ex-lavoratrice postelegrafonica genovese, oggi cinquantanovenne, che è arrivata alla Cisl nazionale nel novembre 2002 con l’elezione in segreteria nazionale, ha avuto 194 voti su 198 votanti.
Il Consiglio generale, su indicazione della Furlan, ha quindi eletto la nuova segreteria nazionale che, con lei, guiderà la Cisl nei prossimi quattro anni e che ora risulta così composta: Maurizio Petriccioli, Gigi Petteni, Piero Ragazzini, Giovanna Ventura, Angelo Colombini ed Andrea Cuccello.
Nella sua replica conclusiva, che, in sintesi, ha chiesto all’Italia di oggi di seguire di più il sindacato e le sue ricette per uscire dalla crisi epocale in cui si è impantanata, Annamaria Furlan, tra l’altro, ha detto: "Questi anni sono stati caratterizzati da un disordine sociale, politico-economico, ambientale che noi siamo chiamati a rimettere in ordine, riallacciando legami, recuperando quello che è stato scartato e trovando nuove strade che rispondano ai nuovi bisogni che sono l'unico modo per creare un modello sociale in antitesi con il modello nazionalista e populista che abbiamo davanti". (…) "Dobbiamo ripartire dalle solitudini che hanno caratterizzato la trasformazione del modello sociale oppure non riusciremo a fare ordine. Ripartire dunque dagli ultimi, come ci ha chiesto Papa Francesco. Le periferie esistenziali non sono luoghi lontani, basta guardarsi intorno: donne, pensionati, disoccupati, chi ha perso il lavoro ma anche chi ha paura di perderlo. Occuparsi degli ultimi significa essere tra di loro".(…) " Noi proponiamo un modello di comunità che si basa sul lavoro e sulla persona. Un modello di comunità di persone libere".
La Furlan ha poi spiegato che "la solitudine si manifesta in tanti modi. Non necessariamente perché si è soli. La solitudine della politica, la non capacità di avvertire i bisogni veri, porta anche la politica a ragionare con noi". E ha chiesto di guardare “ai bisogni degli ultimi che troviamo ogni giorno in questa società: ne sono un esempio le testimonianze rilasciate ieri dalle tre magnifiche donne. Nascere donna è una grande e inestimabile fortuna per tanti motivi ma soprattutto per uno: ti insegna a esternare i sentimenti e ieri Stefania, Gloria e Lucia ci hanno fatto l'onore di trasmettere la loro esperienza portandoci ad impegnarci a togliere le donne da questo inferno. Un messaggio culturale forte, dunque, di cambiare questa società."
Ha poi aggiunto: “La società si cambia anche iniziando a cambiare il modello contrattuale e le tutele, ne parlavamo ieri con i ministri Poletti e Calenda. Speriamo che anche Confindustria, il 4 luglio prossimo, dia segnali di risveglio. A cambiare deve essere anche il nostro modello di riferimento. (….) Il lavoro si sposta e ha bisogno di nuovi modelli ma anche di nuove tutele… occorre rivedere anche le nostre tradizioni su flessibilità di orario e professionalità". (…) "Il lavoro in squadra, quello orizzontale non pone solo domande all'impresa ma anche a noi che dobbiamo essere all'altezza di rispondere a questa sfida con una idea di sindacato che sa andare oltre a quello che sa fare oggi e deve essere pronto a imparare cosa fare da domani. Solo così possiamo governare positivamente il cambiamento". (…) "Abbiamo avuto tanti ospiti, associazioni datoriali, governo, leader politici. Come mai? Certamente perché al Cisl è un'associazione importante, ma anche perché il bisogno di fare ordine non è solo nostro e c'è la necessità di avere punti di riferimento. La solitudine si manifesta in tanti modi e non necessariamente se si è fisicamente soli. Non avere più la capacità di capire i bisogni veri inevitabilmente porta anche la politica a soffermarsi su quale modello offrire alla nostra società. L'attenzione che ci è stata riservata, soprattutto in questi quattro giorni, ci porta a pensare che anche il mondo politico ci riconosca la capacità di sintesi e innovazione sociale che ci è propria. Tant’è che il Governo ce lo ha riconosciuto prendendo impegni con noi".
Annamaria Furlan, concludendo il suo discorso, ha chiesto rinnovamento coniugato con unità nei sindacati e nel Paese: "Alcune scommesse vinte negli anni della crisi dilaniante sono dovute soprattutto alla nostra capacità di pazienza e di tenere saldo il filo dell'unità attraverso la capacità di proporre, di ascoltare, di mettere insieme e di trovare ciò che ci accomuna sulle battaglie più importanti, … come quella di cambiare la legge Fornero. (…) "Nella logica della centralità della persona e del lavoro abbiamo chiesto alle altre organizzazioni sindacali di fare una bella, grande e importante piattaforma sul fisco e il fatto che dicano sì e riconoscano, a partire dalla Cgil, che la nostra proposta di legge di iniziativa popolare ha tanta ricchezza di proposta interna, oltre che un buon modo di iniziare il confronto, è il riconoscimento del nostro lavoro".
La Cisl – ha poi terminato Annamaria tra gli applausi dei delegati e degli ospiti – “è una grande organizzazione, unita al suo interno, che punta a innovare la società, soprattutto includendo i giovani, gli immigrati, le donne e i tanti anziani soli. Partire dalla persona e dal lavoro, significa ricreare grandi legami sociali".
I due nuovi segretari confederali provengono uno ( Colombini ) dall’industria e dal nord e l’altro (Cuccello) dall’edilizia e dal centro Italia. I segretari confermati sono di provenienza dalla Lombardia e dal Piemonte( Petteni e Ventura) e dall’Emilia Romagna e dalla Toscana (Ragazzini e Petriccioli).
Nella foto, Annamaria Furlan con Pierre Carniti nel momento del suo ingresso a Palazzo dei Congressi.
Ivo Camerini