I Sindaci PD della Provincia di Arezzo vogliono ribadire con forza la loro posizione riguardo la nomina del Direttore Generale della Asl Toscana Sud Est già espressa con un documento consegnato all'assessore Saccardi in occasione della Conferenza dei Sindaci del 25 Gennaio. Se mai ce ne fosse bisogno vogliamo ancora una volta chiarire che non siamo interessati ai nomi ma i servizi al cittadino che devono essere sempre di qualità e all'altezza delle necessità. I nomi non sono una nostra prerogativa, le risposte ai bisogni di un territorio invece lo sono. La continuità che abbiamo richiesto è sui progetti in essere che devono essere conclusi e sulle promesse che devono essere mantenute. Questo ci interessa e questo abbiamo chiesto. Il nuovo direttore deve ascoltare per prima cosa il territorio per questo chiediamo che, subito dopo la nomina, venga ad ascoltare i Sindaci, le loro richieste e le loro priorità per costruire fin da subito un legame stretto, schietto e duraturo. Questo è quello che chiediamo di rappresentare ai nostri riferimenti istituzionali.
La riforma del sistema sanitario regionale operata nel 2015 ha ridisegnato l’organizzazione della sanità in Toscana e rimane una priorita’ che la sanità viva nel confronto e nel rapporto con gli amministratori locali, prioritariamente attraverso i luoghi individuati quali sedi della loro rappresentanza attiva.
Il sistema vigente, che dal 1992 vede quale strumento di governo della sanità nei territori le aziende, definisce con chiarezza procedure e competenze per la scelta delle figure cui la legge affida l’onere della gestione delle aziende medesime, i direttori generali, in un processo innovato al’insegna di una crescita delle competenze dal decreto legislativo 171/2016 (attuazione della delega di cui al’articolo 11, comma 1 lettera p della legge 7 agosto 2015 n. 124 in materia di dirigenza sanitaria).
Nel riconoscimento delle responsabilità poste in capo alla Regione dalla legge nell’individuazione delle direzioni generali, apprezzando l’interlocuzione volontariamente aperta dall’Assessore competente in ordine all’individuazione del nuovo direttore generale dell’azienda sanitaria locale Toscana Sud-Est con i territori per tramite dei sindaci dei territori da essa interessati, quali rappresentanti delle comunità comprese nell’ambito territoriale della provincia di Arezzo, sentiamo l’esigenza ed il dovere di rappresentare in questa occasione le aspettative che i territori che siamo chiamati per mandato elettivo ad amministrare ripongono nei confronti del soggetto che andrà a sostituire il dottor Enrico Desideri, cui va il nostro ringraziamento per la costante e proficua interlocuzione che nell’esercizio delle sue funzioni ha inteso realizzare con le amministrazioni locali del territorio. Soggetto la cui scelta compete alla Regione, secondo il quadro normativo vigente e nel rispetto di quanto da esso previsto.
Al nuovo direttore generale che pertanto la Regione incaricherà, abbiamo la necessità ed il dovere di rappresentare l’esigenza di un territorio che vuole veder potenziato il processo di investimento nel miglioramento delle sue infrastrutturazioni sanitarie, principalmente in ordine ai presidi ospedalieri individuati dalla vigente programmazione, e in relazione alle strutture necessarie per realizzare in pieno il necessario percorso di continuità ospedale-territorio, particolarmente sentito in un contesto territoriale come quello della provincia di Arezzo, dove le caratteristiche morfologiche del territorio costituiscono vincoli importanti da non sottovalutare nell’organizzazione di un’adeguata offerta di assistenza sanitaria.
Al nuovo direttore affidiamo l’impegno, assunto con mozione regionale, di operare per la piena riclassificazione di quei presidi ospedalieri la cui collocazione ne fa presidi con bacini multi aziendali, richiedendo conseguentemente potenziamenti strutturali ed organizzativi che necessitano di classificazioni specificamente pensate (anche in relazione ai vincoli normativi nazionali).
Al nuovo direttore generale chiediamo di confermare l’impegno alla copertura delle direzioni di struttura vacanti nei tempi rapidi condivisi dalla Regione (risposta interrogazione De Robertis del 15 gennaio 2019), in ragione della necessità di garantire quella normalità organizzativa necessaria per i professionisti che operano nella sanità aretina affinché possano continuare ad esplicare al meglio il loro prezioso lavoro a favore della comunità.
Al nuovo direttore generale chiediamo inoltre di seguire proattivamente il processo di trasformazione della zona sociosanitaria aretina verso l’organizzazione ad articolazioni territoriali prevista dalla legge regionale 65 del 2018, affinché essa esplichi pienamente le sue funzioni perseguendo gli obiettivi dati di una effettiva adeguata organizzazione dei servizi sanitari e socioassistenziali nei territori interessati.
Al nuovo direttore generale chiediamo di farsi attore nel processo di realizzazione di una nuova governance aziendale che consenta ai professionisti del sistema di non percepire la nuova organizzazione aziendale di area vasta come un aumento delle distanze fra operatori e direzione generale, favorendo le necessarie occasioni di confronto e di scambio che arricchiscono il sistema, migliorano le prestazioni, motivano il lavoro intra aziendale, con benefici effetti anche in termini di riduzione delle liste di attesa.
Al nuovo direttore generale chiediamo di proseguire in continuità nel processo di riorganizzazione delle strutture in corso nell'opportuno confronto con gli operatori ed il territorio, all'insegna dello spirito fondativo della riforma, che chiama al costante dialogo fra gli attori del sistema.
Sentiamo l'esigenza di un reale cambio di passo verso la piena attuazione del principio di semplificazione procedurale ed amministrativa, per liberare il processo di prevenzione e cura da evitabili aggravi burocratici.
Al nuovo direttore generale chiediamo, infine, di garantire la piena applicazione della riforma regionale del SSR, salvaguardando e valorizzando le esperienze che nel territorio si sono costruite nel tempo, anche in relazione all’obbligo normativo della tutela delle aree marginali e di montagna.
Al nuovo direttore generale garantiremo la costante, attenta e collaborativa presenza di amministratori locali che hanno a cuore il benessere delle comunità amministrate, e che sono consapevoli del ruolo che ciascun attore istituzionale è chiamato ad esercitare nel sistema sanitario regionale e delle sedi dalla legge individuate come deputate all’interlocuzione e al confronto. Lontani dalla logica del Campanile, ma certi - perché ad essi i più vicini - dei bisogni delle proprie comunità.