1 agosto 2019. Ieri ho finito di leggere un libro, ed oggi non riesco a dire esattamente che sensazioni mi abbia lasciato addosso perché, avvicinandomi alle ultime pagine, le emozioni che ho provato sono state tante.
Quando posso mi concedo il lusso di andare in libreria a vagabondare tra corsie e isole di libri. Per entrare devo sapere di avere a disposizione tanto tempo, perché è come dare ad un bambino l’occasione di entrare in un parco giochi. Normalmente passo attraverso i corridoi più di una volta e ad ogni giro qualcosa attira la mia attenzione. Capita spesso che non sia io a scegliere i libri: in qualche modo loro scelgono me.
Conosco e ricordo bene gli eventi che mi hanno permesso di arrivare proprio a questo libro, a questa storia: è accaduto che, non pienamente consapevole di cosa stessi cercando, “è capitato”, e io non ho dovuto fare altro che accoglierlo.
Fine maggio 1996: il suggerimento di qualcuno, l’approccio con alcuni testi e autori di cui non avevo ancora sentito parlare, e da lì un susseguirsi di scoperte…
Senza dubbio sono incappata in un libro molto speciale, uno di quelli che non solo ti cattura, ti rapisce e ti fa affezionare, ma di quelli che, pagina dopo pagina, ti plasma e ti lascia qualcosa di grande.
Con la sorpresa di quando, fresca di diploma, spostai la sovraccoperta de “La Storia Infinita”, accorgendomi dell’Auryn stampato sulla copertina rigida (e con l’emozione di Bastiano che, seguendo le avventure di Atreiu nelle terre di Fantàsia, scopre che egli stesso è un personaggio della Storia), negli anni ho avuto il privilegio di scoprire che il libro che avevo tra le mani parlava anche un po’ di me, del mio percorso a “Cortona, Città Possibile”.
Questo uno dei titoli della storia cui faccio riferimento. Altri la conoscono come “Città Amica”. Molti, anche inconsapevolmente, hanno partecipato alla scrittura a più mani dei capitoli di “Itaca”, “Reti in Rete”, dei “Patti di Collaborazione”, dei “Percorsi di Co-Progettazione” e “Cittadinanza Attiva”. Diversi hanno contribuito a tradurre in prassi i passaggi relativi a “Prosocialità e Promozione del Benessere”, “Felicità Possibile”, “Percorsi Intergenerazionali” e “Accoglienza”.
A guidare la squadra, in continua crescita, che per oltre vent’anni si è dedicata alla scrittura condivisa del SOCIALE del Comune di Cortona, la dottoressa Giuseppina Stellitano, da oggi in pensione.
A lei l’intuizione del lavoro di squadra quale “sistema di scrittura” più efficace, il merito e la voglia di condividere un progetto comune e di mettere equità e rispetto davanti a tutto e a tutti. “Pina” ha osservato e ascoltato, ha studiato e fornito spunti, ha saputo condividere incarichi e ruoli, ha promosso l’integrazione delle competenze e la valorizzazione delle risorse, aggiustando il tiro e consentendo continuità e flessibilità allo sviluppo del racconto.
Nel susseguirsi delle Amministrazioni, persone lungimiranti hanno sostenuto la costruzione di una storia bellissima, testimonianze della quale sono state chieste in vari consessi istituzionali e da UNICEF, Labsus, ANCI, molte Università ed altri che non serve elencare.
Numerosi i riconoscimenti e i premi assegnati alla “scrittura collettiva” guidata dalla dottoressa Stellitano: Cortona è “Città Slow”, è parte della “Rete delle Città Sane OMS”, “Città Amica UNICEF”. Molte le prassi che sono divenute “buone pratiche” per altre Amministrazioni.
Alla fine di un racconto tanto coinvolgente quanto avvincente, non è facile dare un nome alle sensazioni che provo e che, ne sono certa, mi accomunano a tanti, tantissimi cittadini di Cortona e a quanti hanno avuto la fortuna di incrociare i percorsi di Giuseppina: Gratitudine, per avermi arricchito ad ogni pagina, per l’opportunità di partecipare con entusiasmo alla costruzione di una parte del Sociale di Cortona, contribuendo – nel mio piccolo- a “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato” e per avermi permesso di entrare in mondi e in storie raccontati da altri punti di vista.
Disorientamento, nel senso di “E adesso cosa faccio?”. Temo che chiudendo il libro possa svanire il racconto. Tentenno sull’ultima pagina, leggo i commenti sull’autrice… E mi sento persa.
Curiosità, sento l’esigenza di sapere se l’esperienza della “scrittura collettiva” del Sociale di Cortona avrà un seguito e cosa faranno tutte le persone che ho incrociato negli anni attorno ai tavoli di lavoro: le pagine avviate saranno portate a compimento?
Il libro che ho finito di leggere ieri si conclude con il pensionamento di Giuseppina e con la sensazione di un amico che parte.
Lascio un posto vuoto accanto al volume. Sarà più semplice individuarlo tra tanti, quando ne avrò bisogno; confido che molti saranno incuriositi dalle recensioni di questi giorni e che, una volta letto il libro, vorranno dar seguito alla storia.
Chiara Tribbioli
«Quando il sogno di uno diventa il sogno di tanti
nascono le rivoluzioni, crollano i muri
e al loro posto s’intrecciano legami e una serie infinite di Reti».