Da qualche anno si parla tanto ( spesso solo con chiacchiere al vento ) di custodi della montagna sia a livello locale che nazionale.
Molti soldi pubblici sono stati via via destinati a progetti che poi non hanno avuto, come spesso avviene in Italia, vere ricadute di promozione e sviluppo dei nostri territori montani, che sono da secoli il vero cuore dell’habitat italiano, ma che, con l’industrializzazione e l’urbanizzazione novecentesca, hanno subito la grande tragedia dello spopolamento, dell’abbandono e della solo riconversione agrituristica per stranieri ed italiani facoltosi, che ne hanno fatto il loro buon ritiro estivo e festivo , scacciando gli autoctoni che, come avvenuto nella montagna cortonese, dal tempo degli etruschi ne avevano antropicizzato boschi, declivi, pianori e piagge scoscese.
Nei giorni scorsi, di ritorno da Città di Castello, ho avuto il piacere e la fortuna di sostare per due brevi momenti di ristoro nella Bottega di Coldimorro-Teverina e in quella di Portole.
Queste due ultime botteghe sono davvero due “ veri custodi della nostra montagna cortonese” e punti di incontro e servizio civico agli ultimi montagnini rimasti a presidiare un territorio aspro ed ancora incontaminato, che nei secoli passati fu una fondamentale, grande risorsa economica, sociale,civile e religiosa della Civitas cortonensis, sopratutto con i suoi allevamenti di suini, di ovini, di caprini, di asini, di muli e, come scrisse il mitico Maranguelone da Tornia, “ con il suo pan de legno e vin de nuvoglie” (castagne ed acqua sorgiva).
Oggi , a parte gli stranieri estivi e i forestieri che d’estate vengono a godersi l’ombra e l’aria salubre di una delle ultime oasi terapeutiche d’Italia, nella nostra montagna cortonese le famiglie autoctone sono rimaste davvero una manciata e senza queste due botteghe, che rappresentano la loro ancora di salvezza sociale, scomparirebbero del tutto.
Un grazie davvero sincero da parte dell’Etruria agli amici Amerigo Coppini e Margherita Giannotti ( al figlio Fabrizio e alla nuora Marina), all’amico Franco Lunghi ( alla moglie Mirella, alla figlia Elisa e al genero Daniele) per tenere aperte le loro botteghe , nonostante tutto e nonostante l’assenza di politiche di sostegno alle loro attività, che andrebbero sgravate d’ogni balzello di tasse in quanto operanti in un territorio svantaggiato e , purtroppo, mal connesso con le reti di comunicazione digitale e informatiche.
Come giustamente mi diceva un amico giornalista romano presente con me nella sosta alla Bottega Coppini di Coldimorro : la montagna cortonese avrà un futuro, solo se verrà dichiarata “ zona franca o tax free”.
Speriamo davvero che qualche politico locale e nazionale si faccia carico di creare questa zona, cosi come a suo tempo è avvenuto in alcune aree montane del Trentino e del Sud Italia. Chi vivrà, vedrà?
Nella foto collage di corredo , la bottega di Coldimorro-Teveria e quella di Portole.
Ivo Camerini