“I virtuosi camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano, dice il noto aforisma, ma attenzione, cari Francesco ed Angela, non dimenticate mai di avere il favore, l’aiuto del vento della ragione e del cuore, cioè della conoscenza e del sentimento cristiani”. Sono le parole di augurio e di saluto che il sacerdote Don Salvatore Scuderi rivolge con voce fraterna ed affettuosa a Francesco Ceglia ed Angela Prestifilippo al termine di una cerimonia religiosa insieme antica e moderna, dove i valori, la cultura di vita cristiana, che ancora contraddistingue le terre di Sicilia, hanno permesso ai due giovani sposi di essere concelebranti del sacramento del loro matrimonio. Un matrimonio caratterizzato dal messaggio evangelico quello che, sabato 23 settembre, hanno celebrato questi due giovani “liberamente convenuti” nella bella, storica chiesa Madre di Maria Signora della Pace (come ha certificato Don Salvatore, che ha presieduto e condotto l’emozionante convivio eucaristico della messa nuziale ) per scegliere di costruire e vivere, nella comunità delle loro splendide terre etnee, la famiglia cristiana, la testimonianza della pace,della promozione umana delle persone di buona volontà.
Parole forti e significative quelle di Don Salvatore, pronunciate proprio mentre all’esterno della monumentale chiesa alle pendici dell’Etna le campane suonavano un mezzogiorno di festa speciale in una sinfonia gioiosa quasi simbolicamente volessero diffonderle, amplificarle nel cielo terzo e cristallino della “muntagna” siciliana illuminata da un caldo sole primaverile, che ha sorriso per tutta la giornata “ alla gioia di un matrimonio impostato sull’annuncio dell’amore che si fa famiglia cristiana , che si fa comunità cristiana”. Un matrimonio calibrato insomma, come ha spiegato Don Salvatore nella sua profonda e brillante omelia, sull’amore dono di Dio, sul carisma del dono che si fa donatore. Donatore di accoglienza, dell’incontro dell’altro, degli altri riconosciuti come prossimo, come fratelli, come condivisione di crescita e di felicità insieme.
Sono stati proprio questi valori cristiani del matrimonio vissuto come sacramento che hanno emozionato e reso bella la mattinata della giornata nuziale di Francesco ed Angela. Una mattinata che ha pervaso di emozione non solo i giovani sposi, ma anche i loro genitori, le loro sorelle, i loro parenti ed amici tutti accorsi numerosi a far festa, a far da corona all’evento della loro vita. Un evento che all’uscita di chiesa ha registrato non solo il classico lancio propiziatorio di petali di rosa e di riso, ma anche tanti abbracci, lacrime di gioia, congratulazioni ed auguri sinceri, a partire dai visi radiosi delle mamme Mirella e Rosa.
Un evento che, dopo il rito religioso, si è trasferito nella non lontana contrada Camemi, all’omonimo castello che sorge tra le lussureggianti, fertili colline della Val di Noto, quasi a metà strada tra Vizzini e Mineo, dove Francesco ed Angela hanno regalato a parenti ed amici un pranzo ricco e raffinato. Insomma, uno dei tanti bei fiori all’occhiello della rinomata cucina locale servita in un palcoscenico davvero suggestivo.
In questo castello a pianta quadrata, che nei secoli scorsi ha ospitato tanti illustri viaggiatori, dalle tredici e trenta alle diciannove passate, la bellezza e la gioventù di Francesco ed Angela hanno fatto pendant con i colori pittorici del giallo oro dei campi ancora pieni delle stoppie di grano, del verde intenso del tappeto erboso di un armonico , grande giardino in perfetto connubio tra l’arte inglese e quella italiana , del verde argenteo del secolare carrubo che domina la magnifica corte interna, del colore bianco dei tendaggi, degli addobbi e delle tovaglie, quasi un immenso velo da sposa steso sui tanti, articolati tavoli , ricchi di pietanze prelibate e distribuiti negli immensi spazi dello storico resort/hotel.
Spazi che hanno visto per tutto il pomeriggio e per tutta la serata l’infaticabile andirivieni di Francesco ed Angela veri, premurosi padroni di casa che hanno saputo regalare a parenti ed amici un leggero, prezioso,avvolgente filo d’Arianna di una cerimonia unica ed irripetibile.
Sul far della sera, alla soddisfazione e felicità negli arrivederci, dopo il taglio della torta e la consegna delle bomboniere ricordo, si è unita la commozione di papà Ignazio, che, con la sua barba patriarcale, ha costantemente vigilato,in continua sintonia con Rosa, mamma dello sposo, sull’evento ed in particolare sulla sua Angela, che in mattinata aveva accompagnato all’altare da Francesco per la giornata che ha coronato il loro sogno. Una giornata che all’imbrunire, nel dolce , fresco soffio di Zeffiro, ha visto le zie Barbara e Melania riportare a mamma Angela e papà Francesco i riccioli d’oro e il sorriso angelico della loro piccola Margherita per l’ inizio di una meritata luna di miele nelle camere d’epoca del Castello Camemi, che ,come ha ricordato il maître Massimo al cronista toscano, lì non per caso, tra il 1412 e il 1830 furono residenza estiva dei Viceré di Sicilia.
Il nostro giornale si unisce agli auguri di felicità e di ogni bene, formulati da parenti ed amici di Francesco e di Angela, cortonese per parte di mamma.
Ivo Camerini