All’incontro hanno preso parte il presidente dell’Associazione dell’Aglione della Valdichiana Ivano Capacci, il Sindaco di Foiano Francesco Sonnati, il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, l’onorevole Filippo Gallinella (commissione agricoltura) e il senatore Maurizio D’Ettore (commissione bilancio), il direttore generale del Consorzio 2 Alto Valdarno Francesco Lisi, Lidia Castellucci della Coldiretti di Arezzo, Luca Ginestrini della Confagricoltura, Luca Marcucci della Cia di Siena, Massimo Carlotti della Lega Coop/Terre Etruria, Andrea Timpano dell’Unicoop Firenze e il dottor Stefano Biagiotti dell’Università Telematica Pegaso sede di Montepulciano.
La pregiata coltivazione, nel giro di pochi anni, ha saputo imporsi e conquistare il gradimento dei consumatori. La produzione dell’aglione della Valdichiana, dagli iniziali 100 q/anno, sufficienti a mala pena a soddisfare l’autoconsumo, si sta espandendo verso nuovi terreni tra le provincie di Siena e Arezzo e potrebbe allargarsi ancora, considerando la crescete domanda da parte dei consumatori e l’opportunità offerta nell’ambito della promozione del territorio.
Proprio per potenziare le coltivazioni e permettere la crescita di questo prodotto tipico, l’Associazione dell’Aglione della Valdichiana chiede un efficace sistema di irrigazione, capace di distribuire alle aziende agricole l’acqua del Montedoglio. Un ruolo strategico per lo sviluppo della rete lo assume il Consorzio 2 Alto Valdarno, che ha già pronto il progetto per lo sviluppo della rete. Il direttore generale Francesco Lisi, tra i relatori del convegno, ha spiegato che è stata trovata una soluzione per soddisfarele esigenze di una sessantina di imprese, distribuite su una superficie di circa 2.000 ettari: un progetto ambizioso che richiede un investimento importante da oltre 20 milioni e mezzo di euro e, proprio per questo, punta ad ottenere il sostegno sia della Regione che dello Stato, anche attraverso il piano irriguo nazionale o quello straordinario per la costruzione di invasi multi-obiettivo varato dal Governo. In attesa di mettere mano a infrastrutture risolutive, il Consorzio, intanto, realizzerà, con le risorse messe a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale della regione Toscana, il progetto per la distribuzione della risorsa idrica sul Distretto 8 di Cardeta, nel comune di Castiglion Fiorentino.
Tra gli intervenuti al convegno si è mostrata molto forte l’opportunità di effettuare il percorso per il riconoscimento del marchio DOP all’Aglione della Valdichiana, attraverso la creazione di uno specifico consorzio, un certificato di qualità a garanzia del consumatore e che permetterebbe una ulteriore crescita della produzione e delle sue capacità commerciali. Una denominazione registrata presso la Comunità Europea per indicare un prodotto tipico italiano di alta qualità, la cui zona di origine e le tradizioni utilizzate tutt’ora per crearlo lo rendono così peculiare da doverlo salvaguardare. Per questo motivo il marchio DOP garantirebbe la tracciabilità del prodotto e il suo legame indissolubile con il territorio, portato avanti solo ed esclusivamente nei Comuni che ne fanno parte. L’aglione della Valdichiana, assieme al paniere dei prodotti tipici da promuovere in sinergia, avrebbe ancora maggiori opportunità di promuovere il territorio a livello internazionale.
L’Associazione dell’Aglione della Valdichiana nel corso di circa tre anni di attività ha già fatto registrare dei risultati importanti, come ha spiegato il dott. Stefano Biagiotti. L’Aglione può essere considerato come un modello di sviluppo locale, infatti nasce dopo l’analisi dei bisogni di un’area; è stato inserito nei prodotti agricoli tradizionali (PAT) nel 2016 con l’intervento della Regione Toscana e del ministero competente, perché è stata dimostrata la presenza da oltre 25 anni nel territorio. Per creare l’associazione sono state coinvolte le istituzioni, i produttori locali e le associazioni di categoria, superando le barriere amministrative tra le due province di Siena e di Arezzo. È in corso la caratterizzazione genetica e morfologica, un lavoro che verrà completato nel marzo 2020. Inoltre si è costituito un gruppo operativo per la caratterizzazione geografica dell’aglione, un sistema per dire se il prodotto proviene effettivamente dall’area di appartenenza, in collaborazione con l’Università di Siena. Nel frattempo l’Università di Pisa sta lavorando sull’analisi nutrizionale e nutraceutica, per stabilire scientificamente che l’aglione possiede delle proteine che lo rendono più tollerabile rispetto all’aglio: fa bene alla salute ma lo possono mangiare tutti, perché supera intolleranze.