L’Etruria

Redazione

Cinghiali e volpi a due gambe crescono.

Anche in tempo di Covid, con la stagione dei funghi e dei prodotti di bosco, ladri e vandali invadono la montagna cortonese

Cinghiali e volpi a due gambe crescono.

In primavera, durante la prima ondata della pandemia, dicevano che la società umana sarebbe divenuta più buona e migliore. A guardare quello che è successo negli ultimi dieci giorni nella nostra amata montagna non sembra proprio. Con l’arrivo dei funghi (a dire il vero quest’autunno davvero solo per assaggio), ma soprattutto con la caduta delle castagne e con la maturazione di altri frutti del bosco o dei pochi campi ancora coltivati, nella nostra montagna si è registrata ancora una volta l’invasione dell’orda caotica di cinghiali e volpi a due gambe, che quest’anno è addirittura cresciuta a dismisura e si è fatta vandalica e distruttiva in maniera peggiore dei branchi di ungulati e animali selvatici che da anni mettono a ferro e fuoco i boschi che ancora ottanta/settanta anni fa erano la ricchezza di Cortona e d’Italia.

Già nel passato, come giornale, abbiamo dato spazio alla protesta dei pochi residenti rimasti nella nostra montagna, ma quello che è avvenuto negli ultimi dieci giorni  ci costringe a ritornarci sopra e raccogliere il nuovo grido di protesta che ci giunge dagli ultimi coraggiosi montagnini rimasti a vivere su di un territorio o a coltivarlo e curarlo  con l’amore e la passione della vecchia, cara economia di sussistenza.

Un' economia di sussistenza che oggi è messa a repentaglio non solo dalle politiche neoliberiste della globalizzazione selvaggia e della sciagurata moda o mania del  "solo il grande e grosso è bello”, ma anche da una nuova razza umana che, con il Covid, è cresciuta a dismisura: quella dei cinghiali e delle volpi a due gambe.

Nel fine settimana del 18 ottobre  abbiamo fatto una essenziale “girata” tra Portole, Teverina, Falzano, Poggioni e Novelle ed ecco le testimonianze raccolte presso alcuni amici montanini, di cui per riservatezza non indichiamo il nome perché ormai nella nostra montagna i pochi rimasti sono ben conosciuti e giustamente non vogliono rogne, anche perché non è infrequente il caso di bande di ladri che di notte entrano nelle case.

Giovane montagnina: “ E’ dura vivere di piccola agricoltura in montagna. Lavori tanto e poi quando arrivano a maturazione i prodotti del bosco tutti si sentono autorizzati a prenderli perché dicono che il bosco è di tutti. Non ci si deve difendere solo dagli animali selvatici , ma anche da questi cittadini incivili che con la scusa di una passeggiata o del diritto predatorio a cercare funghi vengono fin dentro casa a rubarti frutti e in questo periodo le castagne e soprattutto i pregiati marroni che ancora in pochi coltiviamo. Sono persone prepotenti che lasciano le loro macchine lungo la provinciale ed entrano nei campi e nei boschi velocemente per  una decina di minuti e arraffano quello che trovano. Spesso poca roba perché vengono subito scoperti e quindi scappano. Di solito compiono questi furti alla mattina , nella parte centrale del giorno o alla sera ”.

Montagnino storico e di terza gioventù: “ A me son venuti a prendere castagne e marroni anche di notte con la lampadina perché durante l’estate ho ben  scurpato ( ndr: ripulito il terreno sotto le piante) i miei castagni ed è un gioco da bambini entrare nel mio castagneto che non posso recintare perché costa troppo”.

Montagnino di mezza età: “ Ho alcuni marroni che tengo come un giardino, ma non potendoli recintare ormai a me ne toccano davvero pochi. Cinghiali e volpi a due gambe  invadono il mio terreno peggio degli animali selvatici e , con la scusa dei funghi fanno la spesa gratis. Questo mi fa star male e ormai , visto che anche a far la legna è diventato sempre più complicato e difficile grazie ad una burocrazia che da dietro una scrivania esercita poteri dittatoriali e vessatori, penso che farò come hanno fatto tanti nel passato e appena possibile me ne andrò. Quassù non c’è futuro per i miei figli”.

Montagnina straniera che è venuta a vivere trent’anni orsono nella montagna cortonese: “ Ho dovuto recintare tutto e nonostante questo salvo poco, perché, quando in autunno arriva la folla dei Suv  o dei Fuori Strada, che sfrecciano nei boschi come le auto nella Mille Miglia, rompono le recinzioni e fanno razzia dei miei prodotti. Non è più la montagna che amavo e di cui mi ero innamorata trent’anni fa”.

La protesta contro questi incivili e briganti che spendono un mucchio di soldi in benzina e gasolio invece di dare una mano alla piccola economia di sussistenza che da sempre ha caratterizzato la vita umana della montagna cortonese è ormai esplosa anche nei social e volentieri riportiamo quanto scritto da una giovane proprietaria di agriturismo e bosco: “Anche quest’anno è una sfida all’ultimo marrone. Tutti si sentono autorizzati ad entrare  nei castagneti.. Oggi l’omino con la panda ( solito giacchino da caccia con le tascone per zepparci più roba possibile e con la cacciatora dietro che gli faceva la gobba da quante castagne aveva dentro) è riuscito a dirmi che il castagneto non è il mio... e che siccome i cartelli di divieto di raccolta non sono attaccati su tutti i castagni lui le castagne le può raccattare sotto quelli senza... queste, si che sono le vere soddisfazioni della vita, farsi prendere per le chiappe a casa propria!”.

I commenti a queste proteste sono scontati e, come giornale, ci auguriamo che le associazioni agricole di categoria e le autorità diano una mano concreta agli ultimi montagnini  rimasti e alle persone che hanno investito in proprietà agrituristiche o boschive nella nostra montagna. Tutelare e difendere la nostra montagna da questi ladri ed incivili è ormai una vera priorità sociale .

A questo proposito aggiungiamo volentieri, come corredo a questo articolo, un piccolo collage di foto dei delitti ambientali che questi ladri e briganti compiono costantemente nelle loro scorribande che ormai vedono la presenza anche di tanti, troppi stranieri che abitano da noi , come le tre signore commercianti straniere ( una dentro la macchina ad attendere) che un montagnino ci ha detto avere visto  più volte a prendere castagne sotto i suoi alberi lungo la provinciale.

Segnaliamo quindi volentieri le immagini  fotografiche del collage,  che questo montagnino ci ha dato, relative ad un ponte della provinciale ridotto ad una vera e propria discarica.

Non solo vanno a rubare frutti di bosco , ma portano immondizia anche nei boschi e questo è davvero inaccettabile.

Ivo Camerini