Con una Santa messa alla Chiesa parrocchiale di Pietraia e un convivio a Borgo Riccio domenica 26 gennaio si è celebrata la tradizionale Festa dei giornalisti de L'Etruria allargata a tutti i colleghi cortonesi.
La Santa Messa è stata celebrata dal S.E. Mons. Italo Castellani, vescovo emerito di Lucca.
Nella sua approfondita omelia l'arcivescovo Castellani ha ricordato che "la parola è importante anche perché i bimbi seguono, si fidano e imparano a vivere in base alla parola dei genitori e i Cristiani su quellla di Dio".
Un invito speciale l'Arcivescovo Castellani lo ha rivolto ai giornalisti presenti, dicendo :” portate speranza e non confusione , perché la confusione offende la dignità della persona e non aiuta a selezionare, a trovare la verità ". Al termine della messa il direttore Enzo Lucente ha ricordato il nostro collaboratore Francesco Cenci prematuramente scomparso il 16 novembre scorso con queste parole che riportiamo integralmente.
"Caro Francesco, siamo qui nella tua Pietraia, nella tua Chiesa giornalisti e collaboratori del giornale L’Etruria per festeggiare S. Francesco di Sales, nostro patrono, e per ricordarti con tanto affetto e nostalgia per il tuo costante impegno disinteressato che hai profuso per questa testata giornalistica.
Sei stato tu, vari anni fa, ad inventare per questa festa, l’incontro a tavola tra tutti i collaboratori, ma non hai avuto solo l’idea, così stando insieme rinsaldiamo i nostri vincoli di amicizia, -mi dicevi-, ma ci hai sempre ospitato nella tua casa con la piacevole complità di tua sorella Gemma e tua moglie Argia. Sono stati momenti belli e sereni con te Francesco che ci intrattenevi raccontandoci i momenti storici più disparati della vita locale.
Ora che non ci sei più vogliamo fortemente che questa tua intuizione continui, anche se non più a casa tua. Non ci sentiremo a nostro agio senza di te. Ringrazio Gemma e Argia che ci hanno comunque offerto ospitalità anche per quest’anno. Non possiamo accettare, sarebbe stato difficile parlare tra noi, con te il grande assente. Come direttore del giornale ti devo ringraziare per i tanti anni nei quali hai corretto le bozze del giornale di notte, facendomi trovare i testi corretti sotto la porta della farmacia.
Con me, ma soprattutto per il grande affetto che avevi verso don Antonio Mencarini, hai voluto e realizzato il libro che lo ricorda meravigliosamente nella sua attività pastorale, scautistica, sociale. Quante ore abbiamo passato insieme a scegliere le foto, ad impaginarle, a scrivere le didascalie.
Volevi anche realizzare un altro libro sulla scuola professionale dell’INAPLI, ma non hai fatto in tempo e ora non c’è chi ti possa sostituire in questa “nuova fatica cortonese”.
Mi manchi la domenica pomeriggio. Mi avevi piacevolmente abituato a vederti arrivare nella mia farmacia verso le sei del pomeriggio e restare con me fino alla chiusura.
Parlavamo di tutto, soprattutto di Etruria, di come aumentare il numero degli abbonati, di come avvicinare le aziende del territorio per chiedere loro la pubblicità, e grazie alle tue amicizie siamo riusciti a realizzare qualche adesione che ancora oggi vive nelle nostre pagine.
Parlavamo di politica locale, dei problemi del territorio. Stavamo felicemente insieme. Ora Francesco mi manchi, non sai quanto."
Dopo la Santa Messa i giornalisti cortonesi , guidati dal direttore Enzo Lucente, dai vicedirettori Bietolini-Camerini e dal presidente del Consiglio di Amministrazione, Ferruccio Fabilli, si sono recati al Ristorante Borgo Riccio per un convivio a base di tipiche pietanze cortonesi. L’ottimo pranzo servito dalla cucina del proprietario Mauro Meucci ha permesso ai presenti di passare due ore in grande allegria e fraternità e di ascoltare le riflessioni del direttore e di alcuni collaboratori sul futuro del nostro giornale. Un giornale radicato da oltre un secolo tra la gente di Valdichiana e che, come ha sottolineato , nel suo saluto al termine del convivio, l’arcivescovo Castellani, “ sa ancor oggi tessere relazioni e comunità tra le persone che vivono in queste nostre splendide terre davvero benedette da Dio”.
Ivo Camerini