Martedì dei poveri al Calcinaio: ne avevo sentito parlare diverse volte , ma nel pomeriggio del cinque febbraio 2019, di passaggio al Santuario del Calcinaio per motivi di visita personale a Don Ottorino Cosimi, l'ho visto di persona. Infatti mi son trovato ad assistere de visu a qualche cosa di straordinario e al tempo stesso di inaspettato per la vita sociale, economica e civile del nostro territorio.
Arrivato alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie verso le quindici ho visto un così grande via vai di gente italiana e straniera che non ho potuto far a meno di interessarmi al motivo che li aveva richiamati ad essere presenti così numerosi e tutti con una borsa o con una sacca vuota in mano.
“E’ il martedì dei poveri che salgono o scendono al Calcinaio per la distribuzione dei viveri alimentari”, mi dice una signora italiana settantenne che conosco di vista e che sosta in fila davanti alla porta della canonica.
“E’ il pomeriggio settimanale della condivisone del pane e del mangiare per tutti noi che non ne abbiamo o ne abbiamo molto poco”, aggiunge subito un'altra giovane signora dell’est europeo, che pure conosco di vista.
“Don Ottorino e Carla ogni martedì ci regalano quello che la Caritas parrocchiale riceve per i poveri del territorio cortonese da supermercati, enti e benefattori vari: pasta, carne o pesce in scatola, pane, biscotti,legumi e altri generi di prima necessità che ci aiutano a sbarcare il lunario familiare”, mi precisa un cortonese pensionato al minimo che ancora deve aiutare figli e nipoti alle prese con la crisi, con la disoccupazione o con lavori saltuari e malpagati.
Silenziose e tutte intabarrate nei loro fazzolettoni e veli scuri stanno in attesa nell’ingresso della canonica anche una quindicina di donne arabe, che, quando entrano nella stanza dove i volontari della parrocchia Luciano, Claudio, Andrea e Angiolino imbustano i viveri, domandano a Carla Rossi anche lavoro e aiuto per pratiche varie di assistenza sociale e sanitaria.
Don Ottorino Cosimi vedendomi un po’ scioccato da tanta presenza di persone bisognose (oltre sessanta , in rappresentanaza di altrettante famiglie del nostro territorio) accetta di farmi scattare due fotografie e accompagnandomi verso il santuario, dove già lo attendono altre persone per il Rosario e la Santa Messa vespertina, mi dice con tono fermo e sorridente, seppur sottovoce: “ (...) la nostra è la Chiesa di Papa Francesco; dividiamo quello che abbiamo e non solo il martedì pomeriggio. Anche tutti i pomeriggi della settimana dopo la celebrazione dell’Eucarestia con Carla e altri volontari ci fermiamo un’ora in canonica per la fractio panis con chi non ne ha. Come dice Francesco, la Chiesa è di tutti, particolarmente dei poveri. Tutti siamo invitati ad essere compagni, cioè a dividere il pane. Tu mi conosci anche come professore di matematica. Ma qui al nostro santuario non insegno più la matematica che ti insegnavo quando avevi dodici anni. Qui oggi con Carla e gli altri volontari insegno la matematica di Dio. Una strana matematica dove si moltiplica solo se si divide!”
“Vedi Ivo, interloquisce Claudio, responsabile dei volontari e che tra pochi giorni partirà per un periodo di soggiorno in Marocco – qui ogni martedì non accogliamo cortonesi, italiani in difficoltà o marocchini o rumeni o albanesi o polacchi. No, accogliamo Gesù che non scarta il povero, il diverso, il bisognoso. Il Gesù che ha sete e chiede da bere. Il Gesù che ha fame e chiede da mangiare. Scrivilo questo nel tuo giornale”.
E io da umile giornalista di strada lo scrivo volentieri, riportando le sue parole, che sono pietre pesanti per ogni cristiano e, penso, anche per ogni benestante delle nostre terre cortonesi, chianine ed aretine.
Ivo Camerini