L’Etruria

Redazione

La Cortona cristiana riparte con Bregantini: “no alla paura, sì  all’amore, alla conoscenza, alla verità e alla libertà”.

All’Anfiteatro del Parterre una serata d’altri tempi in onore di don Ottorino Capannini che celebra le sue nozze di Diamante con la Chiesa

La Cortona cristiana riparte con Bregantini: “no alla paura, sì  all’amore, alla conoscenza, alla verità e alla libertà”.

La Cortona cristiana esce dalle catacombe e, in una fresca serata di fine estate, si ritrova sotto gli alberi e sopra le pietre serene dell’Anfiteatro del Parterre per gridare il suo: “ no alla paura e il sì all’amore, alla conoscenza, alla verità e alla libertà”.

E’ questo infatti il grido sommesso ed educato , ma forte e chiaro, lanciato dal piccolo palco dell’antico cinema all’aperto cortonese da S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini con un discorso evangelico di testimonianza del  gusto della bellezza di Dio, dei valori della tradizione cristiana, della natura e delle nostre terre francescane che l’arcivescovo di Campobasso-Boiano (e già di Locri-Gerace) ha tenuto ad un popolo accorso in massa ad ascoltarlo nella sua venuta a Cortona per omaggiare le nozze di diamante con la Chiesa del parroco ottantenne don Ottorino Capannini quelle d’argento del cinquantenne don Simone Costagli.

Un popolo che si sintonizza con convinzione, con commozione, con ascolto e tanti applausi dietro la bandiera innalzata in questi ultimi trent’anni nel Sud d’Italia dall'arcivescovo trentino ( è nato infatti a Denno in Val di Non ) e ‘parroco-vescovo contadino’ [ come i nostri cortonesi Ippoliti ( 1700) e Franciolini ( 1900) ]  contro la ‘ndrangheta , contro lo sfruttamento del neoliberismo e contro il neopaganesimo, ritornato ad illudere gli uomini e le donne, i giovani e gli anziani del nostro non facile presente.

Una bandiera fatta di Vangelo vissuto che (davanti al  giovanotto ottantenne don Ottorino Capannini , storico, amato testimone del cristianesimo cortonese, seduto in prima fila accanto ai confratelli sacerdoti delle nostra piccola patria, al sindaco Luciano Meoni e all’arcivescovo emerito di Lucca Mons. Italo Castellani)  il vescovo Bregantini chiede di sventolare  con coraggio davanti al pericolo odierno della pandemia covid, del ritorno della “morale-immorale machiavelliana” in politica ed in economia, dell’assuefazione all’indifferenza verso il prossimo, che non solo è il nostro fratello, ma come ha insegnato Gesù, è Dio stesso sceso in terra per insegnarci a “vivere, a guardare oltre le cose”, a “guadagnarci la vita con il lavoro”, a “ favorire della Chiesa, cioè della condivisione del viaggio terreno, del Pane eterno”.

Una bandiera fatta dei valori antichi della “sussidiarietà, cioè dell’essere contenti, felici di noi stessi, di ciò che siamo; della solidarietà che ci fa stare insieme per costruire (o ricostruire) il bene comune; della reciprocità dell’aiuto paritario, del ‘favorite’ contadino, operaio e popolare; del sapere che Dio c’è, ma è al di là delle cose”. Una bandiera che “prima di tutto chiede l’amore, che propone senza mai imporre, che dialoga e  analizza senza mai giudicare il prossimo, che vuol convincere più che vincere, che vuol unire, incontrare e rifiuta la divisione e lo scontro”.

In questo senso anche il  saluto  conclusivo del discorso del vescovo Bregantini  (“ grazie del vostro invito; evviva Cortona; siate sempre fieri della vostra città”) è stato un abbraccio corale a tutti , non solo ai presenti, ma anche ai tanti giovani che nella vicina Rugapiana per una sera  hanno abbassato il rumore e il frastuono delle loro movide e che, poco prima di mezzanotte, hanno aperto i loro pacifici assembramenti al passaggio di don Giancarlo, di don Italo, di don Ottorino e di don Simone, che, dai giardini del Parterre, ritornavano ai loro alloggi dopo la pubblica serata di testimonianza di Cristo e della sua Chiesa.

Una serata che ha visto come presentatore e portavoce fuori campo (o guardialinee) il mite e colto Fabio Comanducci e come cornice di atmosfera scenica la nostra Corale Zefferini, che, dall’alto delle gradinate dell’anfiteatro, con le melodie medioevali del Laudario cortonese, ha arricchito e impreziosito un evento che ha aperto la settimana di festeggiamenti in onore di don Ottorino Capannini e don Simone Costagli. Due sacerdoti davvero amati e stimati da tutto il popolo cortonese. Un popolo nel cui nome ieri sera l’Amministrazione comunale "tutta" attraverso le parole del sindaco Meoni ha voluto ringraziare e premiare con una targa-ricordo, riproducente, in miniatura, il famoso Lampadario etrusco conservato nel Museo cittadino di Palazzo Casali.

Una Amministrazione comunale che era presente non solo con il sindaco Meoni, ma anche con tanti consiglieri di maggioranza e di minoranza, seduti, uno accanto all'altro, nelle novecentesche pietre dell' Anfiteatro del Parterre, recentemente riportato a nuova vita.

Insomma, una serata anche nel segno del " camminare insieme" , come dicono i nostri Scout cortonesi , che, assieme ai Consigli pastorali delle parrocchie, sono stati gli organizzatori riservati ed efficienti dell'evento e della settimana cristiana costruita attorno a don Ottorino e don Simone ,  "con la finalità di offrire un piccolo contributo a servizio della Civitas e per orientare la cultura in senso cristiano", come si commentava, al momento della "buona notte", davanti alla monumentale Chiesa di San Domenico. Una settimana che è proseguita con la Veglia di Preghiera in Santa Maria Nuova sabato 5 settembre, con il Santo Rosario di lunedì 7 in Cattedrale e con la Santa Messa Solenne serale di martedì 8 , ore 18,00, presieduta dal nostro vescovo Riccardo Fonatana in Santa Maria Nuova. Una festa che i fedeli di Santa Maria Nuova  concluderanno, alle 19,00, con la loro tradizionale pièce teatrale “Pensiero e Parole” realizzata dalla Compagnia teatrale Gente de Santamarianova Nella foto di corredo, alcuni momenti della serata cortonese di giovedì 3 settembre 2020.

Ivo Camerini