Non solo bistecche e fettine di vitello. Dal 1° aprile anche petto di pollo, braciole di maiale e carrè di agnello esposti sul banco delle macellerie devono avere la loro “carta d’identità”.
È scattato infatti l’obbligo, valido in tutta l’Unione Europea, di indicare nell’apposita etichetta la provenienza dei capi macellati, siano carni suine, ovine, caprine o di volatili. Di ognuno si potrà dunque sapere dove è stato allevato e dove macellato.
“Una norma che introduce un ulteriore elemento di sicurezza per i consumatori, che così potranno sapere con certezza, per esempio, se la carne che acquistano per la loro tavola è di provenienza italiana oppure no”, sottolinea il presidente dell’Associazione Macellai di Confcommercio Toscana Alberto Rossi. “Un’informazione importante per un acquisto consapevole, che tuttavia nelle nostre piccole macellerie hanno sempre potuto ottenere: noi conosciamo bene i nostri fornitori e spesso anche gli allevamenti di provenienza degli animali”.
A livello pratico, non cambia molto per alcune carni: “il pollame nostrano è già etichettato con la provenienza dai tempi dell'influenza aviaria”, spiega il presidente Rossi. Cambiano invece le procedure per gli altri tipi di carni, anche macinate, che dovranno riportare più informazioni: il luogo dell'allevamento e della macellazione, oppure l’origine, se la carne è ottenuta da animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese. Restano escluse dall’obbligo la carne di coniglio e di cavallo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi.
“È da oltre dieci anni, dai tempi di “mucca pazza”, che l’Europa sta pensando ad un regolamento del genere per scongiurare qualsiasi problema di salute”, ricorda Rossi, “ma al di là degli obblighi di legge, che purtroppo trovano sempre chi li aggira, la migliore prevenzione è fare acquisti in botteghe di fiducia, dove ancora il rapporto tra clienti e macellai è garanzia dell’ottima qualità della carne”, dice Alberto Rossi.