Non c’è pace per la storica parrocchia del Duomo a Cortona . In vent’anni tre cambi di parroco. L’otto di agosto infatti il vescovo Fontana ha nominato un nuovo parroco, don Giovanni Ferrari e trasferito a Sansepolcro don Simone Costagli.
La partenza di don Simone , molto stimato e amato a Cortona, è stata il classico fulmine a ciel sereno. Ma come dicevano una volta i silenti cortonesi: “ Fiat voluntas Dei”. Che poi, a sentire i commenti di Rugapiana ieri pomeriggio, non è che tutti i cortonesi siano proprio contenti di rimettersi alla volontà del Signore. Più di un mugugno ha risuonato infatti tra le mura del centro storico e su e giù per gli antichi vicoli e non solo nell’unica passeggiata ombreggiata e piana di via Nazionale. C’è rimpianto per il trasferimento del mite e buon pastore don Simone Costagli, che ora andrà in Valtiberina alla guida delle parrocchie di San Paolo e San Giuseppe Operaio.
Il nuovo parroco di Cortona viene da Arezzo, dalla parrocchia di piazza Giotto e secondo i giornali, che ieri ne hanno dato contezza pubblica, “ diventa l’uomo forte di Cortona. Sarà proposto della grande città etrusca e vicario foraneo chiamato a trasmettere entusiasmo in altro angolo della diocesi”.
Senz’altro sono parole laiche e sfuggite di un giornalista che vuol rinvangare i rapporti non certo idilliaci di secoli fa tra Arezzo e Cortona.
Caro don Giovanni Ferrari , non ascolti questi giornalisti aretinocentrici. Venga come son venuti prima di lei Don Giancarlo e don Simone a servire il Vangelo in una concattedrale di diocesi storica piena di vita cristiana e secolare esempio di amore alla civitas cristiana. Venga senza quelle intenzioni giornalistiche di “essere uomo forte”,di cui Cortona non ha nessunissimo bisogno.
Il nostro giornale laico, ma molto attaccato alla matrice cristiana cortonese, sarà ben lieto di darle il benvenuto se verrà a farsi cortonese tra i cortonesi e non a metterci in riga, come qualcuno vorrebbe. Che poi non è mica facile mettere in riga i cortonesi, sa! Da secoli a Cortona ci si mette in riga solo per amore e condivisione, non certo per volere di sceriffi, duci, commissari o similia che dir si voglia.
Ai cari don Giancarlo e don Simone, suoi amati predecessori, gli auguri più fervidi per il loro apostolato in Valtiberina, nell’altra storica diocesi che sul finire degli anni 1970 la Santa Sede volle unificare con Cortona ed Arezzo. A lei , in attesa di conoscerlo direttamente e magari di poterlo intervistare , ma che ieri qualcuno diceva di aver già conosciuto positivamente in Cortona quando era seminarista, comunque, sia ben chiaro,ogni più sincero augurio di benvenuto da L’Etruria tutta.
Ivo Camerini