Come mostra la foto di corredo, la Redazione de L’Etruria è al lavoro anche nel caldo, afoso mese di agosto e sabato 24 è stato chiuso il numero 15 che sarà in edicola il 30 c.m.
I tempi sono quelli che sono, ma L’Etruria, nonostante i suoi quasi centotrent’anni di vita, è un bel fiore, sempre giovane e rigoglioso, della piccola libera stampa dei mille fogli territoriali, che stimolano la vita della piccola e della grande Patria.
Siamo lieti di anticipare come “promo” del numero in edicola il trenta agosto, la parte iniziale e finale di un articolo di rilievo internazionale, scritto per noi da Maria Romana Severini , figlia del grande artista novecentesco cortonese che è stato anche uno dei fondatori del Futurismo. L’articolo ci illustra l’incontro e il dialogo di Gino Severini con il mondo religioso cattolico europeo ed è di elevata importanza culturale. Buona Lettura! ( Ivo Camerini)
Gino e il mondo religioso della Svizzera francese
I primi contatti di mio padre con il mondo profondamente religioso della Svizzera francese risalgono agli anni ’20, quando soggiornò a Semsales e poi a La Roche per realizzare i suoi affreschi in quelle chiese.
Le due località sono vicine a Friburgo, dalla quale dipendono come Vescovado, e per mio padre fu l’occasione di frequentare e fare amicizia con Monsignor Marius Besson, vescovo della Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, la Svizzera francese cattolica che era riemersa dopo i cambiamenti della Riforma, con le cattedrali svizzere convertite in chiese protestanti.
Monsignor Besson - che ha sempre sostenuto il lavoro di mio padre, anche se qualche volta criticato dai parrocchiani più conservatori - lo introduce e lo fa partecipare a qualche ritiro spirituale, sia nella sede del grande Seminario di Friburgo sia in un altro luogo, di profondo misticismo, dove si svolgevano questi ritiri. Era un convento situato in un luogo chiamato Les Allinges, nella Vallée Sainte, dove fino agli anni ’30 circa le donne non potevano penetrare (parlo della vallata). Il filosofo Jacques Maritain era un abituale frequentatore di questi ritiri.
Con l’architetto di queste nuove chiese cattoliche, Fernand Dumas, nacquero collaborazione e grande amicizia, che durarono tutta la loro vita. Uno dei figli di Dumas, François, volle mio padre come padrino per la sua Prima Messa. La cerimonia si svolse nell’estate del 1956 a Romont, cittadina medievale vicino a Friburgo.
So che mio padre fece da padrino, sempre in Svizzera, anche a un altro giovane sacerdote, che aveva chiesto il suo accompagnamento spirituale e che, tristemente,morì giovane. Più tardi, negli anni ’50 a Parigi, mio padre ebbe dei seri contrasti con due sacerdoti domenicani, artisti pittori a loro volta, bene introdotti negli ambienti artistici parigini, (…) Termino con un mio ricordo personale, quando adolescente, durante la Settimana Santa a Parigi, venivano annunciate ogni anno le prediche di padri domenicani a Notre-Dame o in altre cattedrali e basiliche. Mio padre che ci teneva ad ascoltarle, mandava me quando lui non poteva. E ricordo che, oltre al contenuto dei sermoni, l’abito imponente di quest’Ordine, con il bel contrasto bianco e nero, faceva la sua parte nel suscitare rispetto e ammirata devozione tra gli ascoltatori.
Romana Severini Brunori
NB: L’intero articolo è fruibile nel numero 15 de L’Etruria, in edicola il 30 agosto, dove, come di consueto, vi saranno: cronache, interviste e vari articoli di cultura, economia e politica cortonese.