Il 2017 è stato fino ad ora il secondo anno più caldo del pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,90 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo e anche ad Arezzo. E' quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti gli ultimi dati relativi ai primi sette mesi della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880. Un risultato determinato dal fatto che - sottolinea Coldiretti Arezzo - dall’inizio dell’anno ogni mese si è classificato sul podio del più caldo da 138 anni. Le avverse condizioni climatiche per l’agricoltura, si stanno facendo sentire anche sulla vendemmia 2017 che sarà la più scarsa dal dopoguerra ad oggi oltre che la più precoce dell’ultimo decennio con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite che ha favorito danni da gelate tardive ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate. In provincia di Arezzo ad oggi, manca circa il 50% dell'uva rispetto ad un'annata normale.
“Il 2017 – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli - si è aperto infatti con il mese di gennaio che si è classificato a livello globale come il terzo più caldo dall’inizio delle rilevazioni con febbraio, marzo, aprile, maggio e luglio che si sono invece classificati tutti al secondo posto mentre giugno è al terzo posto. Nel 2017 – prosegue Marcelli - si contano nelle nostre campagne ingenti perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti, tra siccità, incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo, sul piano strutturale si registra una evidente tendenza al surriscaldamento che ha cambiato la distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche”.
Si tratta della conferma della tendenza al surriscaldamento del pianeta dopo che nel ventunesimo le temperature annuali hanno fatto segnare per ben cinque volte il record.
Le anomalie sono infatti evidenti dove la temperatura è arrivata ad essere nello scorso mese, superiore di ben 1,2 gradi la media di riferimento che lo colloca nella top ten dei più caldi mai registrati dal 1800 in cui sono anche cadute il 42% di precipitazioni in meno.
“L'agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli - dichiara il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi - si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più rispettosi dell'ambiente nei consumi, a partire dalle nostre tavole. Le nostre aziende oggi fanno i conti con una stagione difficilissima – continua Rossi - i problemi causati dalle altissime temperature hanno distrutto interi raccolti, con pesanti effetti sulla nostra agricoltura che negli ultimi dieci anni ha subito ingenti danni a causa delle bizzarrie del tempo”.