Le bollicine della Baracchi Winery conquistano la medaglia d'oro. E' arrivato nei giorni scorsi l'attestato della prestigiosa rivista Wine Pleasure che riconosce il metodo classico Brut Rosè millesimato, come uno dei 50 spumanti più buoni al mondo. Un team di esperti degustatori, per stilare l'attesa classifica (50 Great Sparkling Wines 2016), ha assaggiato alla cieca bollicine provenienti da Argentina, Austria, Australia, Brasile, Cile, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Sud Africa e Spagna cercando di valutare gli aspetti più caratteristici di ogni prodotto. E fra i blasonati champagne, i migliori vini della Franciacorta e i ricercati Cava della Spagna, compare lo spumante Baracchi che guadagna, con i suoi 94 punti, la medaglia d'oro. “E’ un premio che ci riempie di orgoglio – commenta il proprietario Riccardo Baracchi – perchè è una ricompensa al nostro impegno, al duro lavoro e quella folle e brillante intuizione che ha dato il via al progetto: per primo, in Italia, decisi di utilizzare vitigni autoctoni come il sangiovese ed il trebbiano per dare vita a spumanti metodo classico”.
In origine la bollicina, nello Stivale, voleva dire metodo charmat (rifermentazione in autoclave) da uve autoctone come moscato e glera; oppure metodo classico (la più nobile rifermentazione in bottiglia, quella che caratterizza lo champagne) ma con l’uso di sole uve internazionali come pinot nero, chardonnay e pinot meunier. Oggi, grazie all’intuizione di produttori come Riccardo, il quadro è molto più vario: la sua idea è diventata modello per molte aziende e adesso, in ogni regione, si producono spumanti metodo classico da vitigni locali.
Il brut rosé di Baracchi, fresco, intenso e suadente, esprime tutto il carattere e la territorialità del sangiovese: un grande corpo sostenuto da un’importante vena acida che conferisce equilibrio ed eleganza mentre le bollicine accarezzano il palato.
Neanche un mese fa l’azienda di Cortona, grazie all'altro spumante il Brut trebbiano millesimato 2012 (e al Supertuscan Igt Toscana rosso Ardito 2011), era stata selezionata fra le migliori della Toscana per partecipare ad Identità Golose 2016. I produttori presenti erano quelli premiati alla scorsa edizione dei Merano Wine Award dalle commissioni di degustazione WineHunter.
Pochi giorni dopo anche l'attestato de L’Impronta che Go Wine ha riconosciuto alla cantina sulla nuova edizione della “Guida cantine d'Italia 2016” conferendole uno dei 6 premi speciali, il prestigioso riconoscimento per "Cantine golose - la tavola aziendale dell’anno".
Nell’azienda agricola Baracchi si produce vino da 5 generazioni, dal lontano 1860.
Il proprietario Riccardo, insieme al figlio Benedetto e all'enologo e agronomo Stefano Chioccioli, ha creato un’azienda moderna e dinamica che ha l'obiettivo di produrre vini che siano specchio ed espressione del territorio, ponendo sempre la massima attenzione alla qualità e alla genuinità dei prodotti. La Cantina è situata all’interno del Relais & Chateaux Il Falconiere, residenza di charme ai piedi di Cortona che, da pochi giorni, ha ottenuto anche la quinta stella. Un distintivo importante che si va ad aggiungere alla stella Michelin dell’ormai apprezzato ristorante gestito dalla chef Silvia Baracchi.
Tanti primati e le particolarità che la cantina Baracchi può vantare: un raro pinot nero di montagna proveniente da un vigneto di 7 anni che si trova a circa 700 metri di altitudine. È uno dei vitigni più delicati e difficili da coltivare, però capace di dare vini straordinariamente longevi e piacevoli. Riccardo e Benedetto hanno accettato la sfida di far crescere e dare la vita a un vino che, soprattutto in Toscana, non ha molti interpreti.
Solo da Baracchi inoltre, il syrah doc Cortona (anch’esso coltivato a 350metri slm) diventa “riserva” con una più rigida selezione dei grappoli e un affinamento più lungo in barrique
E il trebbiano in purezza si manifesta in 4 vini totalmente differenti fra di loro: un passito di lungo affinamento (Il mio Vinsanto), uno spumante (Brut Trebbiano metodo classico), un bianco fermo che fermenta sulle bucce con grandi potenzialità di invecchiamento (Astore) e, infine, l’ultimo arrivato in ordine di tempo, l’Ut. Il nome richiama il primo dei sei suoni del sistema esacordale teorizzato da Guido d'Arezzo (Guido monaco) che corrisponde all'odierno Do.
Prossimo appuntamento per la Baracchi Winery, il Vinitaly 2016 che si svolgerà a Verona dal 10 al 13 aprile. Al padiglione 9, allo stand E7, si potrà degustare la nuova annata dell’Astore oltre a tutti gli altri prodotti dell’azienda agricola. Gli aretini che si presenteranno allo stand riceveranno un buono sconto del 15 % sul prossimo acquisto, in cantina, del vini Baracchi.